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Coronavirus, Amundi tiene posizioni lunghe su asset rifugio

La grande casa taglia l’esposizione sull’equity per le incertezze che promana il contagio sull’economia globale, come protezione dai rischi di scenario tiene in portafoglio posizioni lunghe su tassi USA, oro e yen

di Virgilio Chelli 28 Febbraio 2020 21:00

Nel corso degli ultimi mesi, Amundi aveva scelto un’allocazione dei portafogli multi-asset progressivamente esposta ai mercati azionari, in particolare quelli più ciclici, ritenendo ormai prossimo il punto di minimo del ciclo economico globale. Una scelta che ha consentito alla grande casa d’investimento di beneficiare del rally di fine anno e dell’andamento positivo di inizio 2020. Per questa ragione, e per le incertezze che promana il coronavirus sull’economia globale, ora ha deciso operativamente di tagliare l’esposizione azionaria prendendo parziale profitto e, come ulteriore forma di protezione dai rischi di scenario, mantiene posizioni lunghe sui tassi Usa, sull’oro e sullo yen, asset che proteggono su azioni e credito nelle fasi di tensione.

PREFERENZA ANCHE PER IL DEBITO EUROPEO INVESTMENT GRADE MA ANCHE HIGH YIELD


Amundi inoltre mantiene la preferenza per il debito societario europeo investment grade, sostenuto da fattori tecnici come il QE della BCE e la domanda degli investitori, e per il segmento high yield, dove preferisce l’Europa agli Usa, perché è un mercato caratterizzato da maggiore leva finanziaria. View positiva anche sul debito sovrano dei paesi Emergenti in valuta forte, sostenuto dal favorevole mix di carry attraente, inflazione sotto controllo, tassi Usa bassi, banche centrali locali accomodanti e flussi di investimento persistenti.

UNA CORREZIONE ERA NELLE CARTE DOPO CHE I FATTORI POSITIVI ERANO STATI TUTTI PREZZATI


In un commento speciale sul coronavirus, Matteo Germano, Head of Multi-Asset e CIO Italy di Amundi, sottolinea che l’improvvisa esplosione del contagio da coronavirus in Italia ha avuto ripercussioni importanti sui mercati finanziari, con le borse europee in perdita e la corsa a beni rifugio come Treasury, Bund e oro. Secondo l’esperto, la correzione riflette timori di un forte impatto negativo del virus sull’economia globale. Ma giunge dopo che gli indici Usa, e anche quelli europei, avevano recentemente ritoccato nuovi massimi storici, ignorando prima le tensioni tra Usa e Iran e poi inizialmente l’irruzione del coronavirus. Le borse avevano oramai prezzato tutte le notizie positive e per questo, pur non essendo le valutazioni su livelli da bolla, una correzione secondo Germano era in qualche modo nelle carte.

PARZIALE PRESA DI PROFITTO SULLE AZIONI USA E EUROPEE, LO SCENARIO DI BASE RESTA POSITIVO


Per questo Amundi, sin da lunedì 24 febbraio, ha deciso di operare una riduzione tattica dei rischi, prendendo parziale profitto sull’azionario europeo e Usa. Un intervento di breve termine per una più efficace gestione dei rischi, limitando l’impatto della volatilità di breve termine, in attesa di comprendere l’effetto delle azioni delle autorità sul contenimento del virus, e poi le conseguenze dell’epidemia sull’economia globale. Ma, aggiunge Germano, lo scenario base rimane moderatamente favorevole agli asset rischiosi, anche se in questa fase sono opportune riduzioni tattiche dei rischi e strutture di protezione.

Coronavirus, Amundi: niente panico, pronti a tornare sull’azionario europeo


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IN ITALIA IL VIRUS COSTERÀ UNA CONTRAZIONE ECONOMICA, POSSIBILI PRESSIONI SUI BTP


Focalizzandosi sull’Italia, terza economia europea e ottava mondiale finita nell’occhio del ciclone, l’esperto di Amundi prevede che il costo del virus sarà inevitabilmente una contrazione dell’economia, già attesa su livelli modesti per il 2020. Per fronteggiare l’inevitabile rallentamento serviranno politiche fiscali espansive in affiancamento all’azione della Banca Centrale Europea. Secondo Germano, la Borsa italiana risentirà nel breve dell’incertezza sulle prospettive economiche in misura non del tutto dissimile dalle altre piazze europee, mentre i BTP potrebbero subire qualche pressione di vendita, poiché i mercati inizieranno a scontare l’arrivo della recessione economica e vorranno prendere profitto dopo il forte apprezzamento degli ultimi mesi.


L’IMPATTO SULLA CRESCITA GLOBALE PER L’INTERO 2020 DOVREBBE ESSERE MODESTO


A livello globale, lo scenario base di Amundi ipotizza una stabilizzazione della crescita vicino al potenziale con un andamento che sarà però condizionato dall’impatto coronavirus, con un rallentamento nella prima parte dell’anno per poi rimbalzare nella seconda, grazie allo stimolo delle autorità politiche e monetarie. Secondo la grande casa, il risultato finale dovrebbe essere una crescita mondiale nel 2020 relativamente più bassa delle attese, vale a dire 3% rispetto al 3,2% precedentemente stimato.

LE AREE PIU VULNERABILI DOPO LA CINA SONO EUROPA E RESTO DELL’ASIA, USA PIÙ SOLIDI


La Cina, epicentro del corinavirus, subirà il maggior impatto negativo nel primo trimestre, con la crescita del PIL che dovrebbe attestarsi intorno al 4,5% rispetto al 5,8% iniziale, mentre l’espansione per l’intero anno dovrebbe calare al 5,6% dal 5,8% atteso. Amundi non ritiene che la Cina collasserà sotto i colpi del virus, grazie all’azione energica delle autorità che, dopo l’esitazione iniziale, hanno implementato misure drastiche per abbattere la diffusione del contagio. Le aree più vulnerabili ad inciampi dell’economia cinese restano secondo Amundi Europa e Asia, per la maggiore importanza della domanda esterna, mentre il PIL degli Usa dovrebbe mostrarsi più resiliente.
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