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Al via controlli fiscali su tutti gli acquisti online

Il Consiglio europeo adotta una serie di norme per contrastare il fenomeno dell’evasione internazionale dell’Iva: dal 2024 l’Agenzia delle Entrate disporrà di dati sugli acquisti transfrontalieri online

di Chiara Merico 20 Febbraio 2020 09:45

Più controlli fiscali sugli acquisti online: li prevede una serie di nuove norme, adottate dal Consiglio europeo dello scorso 18 febbraio proprio per facilitare l’individuazione delle frodi fiscali effettuate nell’ambito degli acquisti online con l’estero.

NORME IN VIGORE DAL 2024


Le nuove norme entreranno in vigore dal 2024: in particolare, si tratta di alcune modifiche alla direttiva Iva, che introducono l’obbligo per i prestatori di servizi di pagamento di conservare per tre anni i documenti relativi ai pagamenti transfrontalieri.

CONTROLLI SUI DATI DEGLI ACQUISTI


Questi dati saranno poi messi a disposizione delle autorità fiscali nazionali, come l’Agenzia delle Entrate, che in questo modo potrà effettuare la sua attività di controllo non solo su prelievi e versamenti, ma anche sui dati degli acquisti effettuati tramite e-commerce.

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UN FENOMENO DIFFICILE DA ARGINARE


In caso di operazioni transfrontaliere, infatti, chi vende online ha accesso a informazioni specifiche sui destinatari dei pagamenti, come la data, l’importo e lo Stato di provenienza del beneficiario. Tutte informazioni utili a individuare le frodi internazionali in materia di Iva, un fenomeno molto diffuso e difficile da arginare.

UN FIUME DI DENARO NASCOSTO


I numeri fanno paura: in otto anni, tra il 2009 e il 2016, sono oltre 1260 i miliardi di euro destinati all’erario dei 28 Paesi Ue sotto forma di Iva e letteralmente scomparsi dalla circolazione a causa delle frodi internazionali.

SISTEMA CENTRALE


I singoli Stati, infatti, non dispongono delle informazioni necessarie a garantire che le norme sull’Iva nell’e-commerce transfrontaliero siano applicate correttamente. Con le nuove regole verrà anche istituito un sistema elettronico centrale di informazioni sui pagamenti, chiamato Cesop, in cui i singoli Stati dovrebbero far confluire le informazioni sui pagamenti transfrontalieri.
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