Anni di
oneri finanziari irrisori frutto delle politiche monetarie ultra accomodanti, messe in campo dalle banche centrali che hanno spinto gli investitori alla caccia di qualsiasi rendimento possibile nell’obbligazionario, hanno alimentato le "società zombie". Queste ultime, come vengono definite le aziende dei Paesi industrializzati i cui costi legati agli
interessi passivi sono superiori agli utili annui, hanno così potuto toccare un livello che non si vedeva dalla grande crisi finanziaria.
GUERRA COMMERCIALE E RALLENTAMENTO DELL’ECONOMIA
Un fenomeno forse sottovalutato ma che
Galia Velimuklhametova, Senior Investment Manager di
Pictet Asset Management, teme possa provocare una recessione al punto di affermare che “si intravedono i segnali di un crollo del mercato del debito societario”. Molte società potrebbero infatti fallire se i margini di profitto venissero ulteriormente compressi a causa di una
guerra commerciale e di un rallentamento dell'economia a livello globale. “È da decenni che la qualità del credito societario registra un costante deterioramento. Negli anni Novanta, secondo l’agenzia di rating S&P Global , il merito creditizio mediano del debito societario era sostanzialmente di qualità investment grade mentre ora è di poco superiore al livello high yield “, fa sapere
Velimuklhametova.
RISCHIO PER UNA IMPROVVISA ONDATA DI DOWNGRADE
Una situazione critica che getta ombre inquietanti anche sul
mercato azionario. Una recessione economica aumenta le possibilità di un’improvvisa e drastica ondata di
downgrade del rating. Dal momento che, per regolamento, molti grandi investitori possono detenere soltanto debito
investment grade, sarebbero costretti a liquidare le posizioni declassate a livello high yield. Questo ingolferebbe l’illiquido mercato delle obbligazioni ad altro rendimento con i pochi operatori in difficoltà a smaltire l’ondata di titoli che si riverserebbe sul mercato.
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SEMPRE PIÙ LIMITATE LE PROTEZIONI DEI BOND EMESSI
A peggiorare un quadro già problematico, concorre il recente indebolimento delle
protezioni tradizionali degli investitori che aumenta le probabilità di una crisi improvvisa. Nel 2011, quasi tutti i mutui societari europei erano stati emessi con solidi "covenant’", le soglie finanziarie minime che contribuiscono a garantire che l’emittente possa risultare in grado di rispettare i suoi obblighi: oggi, invece, oltre l'80% del
debito emesso dalle società di maggiori dimensioni offre una scarsa protezione ai creditori essendo classificato come "covenant lite".
RENDIMENTI HIGH YIELD AL 3,1% CONTRO L’8,5% DELLA MEDIA A 20 ANNI
La forte domanda di titoli capaci di offrire un ritorno "accettabile" rispetto allo zero o sottozero dei governativi ha però schiacciato i
rendimenti ai minimi: quello medio per un'obbligazione high yield europea non va oltre il 3,1%, in calo di 1,2% punti percentuale rispetto a un anno fa, contro l’8,5% della media ventennale.
SEGNALI DI AFFATICAMENTO DEL CICLO
“Non c’è dubbio che il sostegno della banche centrali al settore societario possa proseguire almeno finché l'inflazione non inizierà a salire. Nel frattempo, una distensione delle
tensioni commerciali e una maggiore inclinazione alle
politiche fiscali potrebbero stimolare i profitti aziendali. Ma l’attuale lungo ciclo economico mostra segnali di affaticamento e le probabilità che le cose si possano mettere male aumentano con il passare del tempo”, conclude
Velimuklhametova.
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