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Borse nel 2020? Inizio positivo, poi meglio giocare in difesa

Gli Usa potrebbero accusare una brusca frenata economica nel 2021 con ripercussioni in Europa. Per AXA IM Italia le azioni vanno ancora sovrappesate ma da metà 2020 bisogna prepararsi a giocare in difesa

di Redazione 10 Dicembre 2019 07:00
financialounge -  Axa Investment Managers borse Morning News

Ci stiamo lasciando alle spalle un 2019 partito coi brividi, su timori di effetti devastanti della guerra dei dazi e di una possibile recessione in arrivo in America e nel resto del mondo. Un 2019, però, che si sta concludendo con tappi di champagne che saltano per la performance stellare messa a segno da Wall Street. La Borsa Usa infila un record dietro l’altro, ma anche le piazze europee non sono state da meno, grazie anche all'ipotesi di una Brexit disordinata che appare più lontana.

NON SOLO AZIONI


Il 2019 non è stato un anno da ricordare solo per l’azionario. Anche le altre asset class hanno performato bene, a cominciare dal reddito fisso. La chiave di tutto sta nella conversione da ‘falco’ a ‘colomba’ della Federal Reserve di Jerome Powell, consumata tra gli ultimissimi giorni del 2018 e i primi del 2019, con la Bce e le altre banche centrali che sono andate dietro. Il tutto si è concretizzato in una serie di tre tagli ai tassi americani e in un nuovo pacchetto di stimoli messo a punto dalla Bce nella staffetta Draghi-Lagarde.

GLI INVESTITORI SI CHIEDONO SE IL 2020 SARÀ LA PROSECUZIONE DELL’OTTIMO 2019


Ora investitori e analisti si chiedono se il 2020 sarà una prosecuzione dell’ottimo 2019, oppure se i timori di un anno fa poi lasciati alle spalle debbano tornare a preoccupare. Gli interrogativi sono sempre gli stessi, dall’evoluzione della guerra dei dazi, con la complicazione, o forse la semplificazione, data dal fatto che il prossimo è anche l’anno delle presidenziali americane. Fino alle stime su quanta strada abbia ancora da fare il lunghissimo ciclo economico espansivo iniziato nel 2009 dopo la crisi di Lehman Brothers. Sullo sfondo un’Europa su cui continuano a pesare la frenata tedesca e le complicazioni politiche, e una Cina che sembra invece aver superato il momento più difficile del rallentamento economico, anche se pesano le incognite dei dazi e di Hong Kong.

ATTENZIONE AL 2021, BRUSCA FRENATA IN VISTA IN USA CON RIPERCUSSIONI IN EUROPA


Alessandro Tentori, CIO di AXA Investment Managers Italia, formula la previsione di un rallentamento non drammatico dell’economia americana nel 2020, che dovrebbe mettere a segno una crescita intorno all’1,6% contro il passo del 2,3% a cui viaggia attualmente l’economia a stelle e strisce, in linea con le aspettative degli analisti. Ma sul 2021 le attese di Tentori divergono da quelle di diversi altri analisti e puntano a una frenata allo 0,8%, un numero che lo stesso esperto definisce ‘quasi da recessione’, contro attese diffuse sul mercato di un mantenimento dei livelli del 2020, vale a dire tra 1,8 e 1,9%. Questo non potrà non avere un impatto anche sull’Eurozona con un rallentamento anche qui decisamente marcato nel 2021, e in parte sulla Cina, ma non così evidente. Anche perché il grande paese asiatico potrebbe aver già toccato il punto più basso di rallentamento dell’espansione.


TENERE CONTO ANCHE DEI FATTORI DI LUNGHISSIMO PERIODO


Ovviamente la prospettiva di una brusca frenata in arrivo nel 2021 potrebbe andare a impattare le decisioni degli investitori già dalla seconda metà del 2020, con rischi per gli utili delle aziende nell’Eurozona con epicentro Germania, che soffre più degli altri il rallentamento cinese. Che tuttavia, osserva Tentori, è partito prima della guerra dei dazi e quindi alla fine potrebbe rappresentare perfino un upside. L’esperto di AXA IM Italia allarga lo sguardo oltre l’arco temporale dei due anni a una serie di rischi e fattori di “lunghissimo periodo”, citando tra questi l’invecchiamento della popolazione, che avranno certamente un effetto negativo sui consumi e un correlato aumento della propensione al risparmio.

IN EUROPA POTREBBE TORNARE IL RISCHIO DEBITO SOVRANO


Tornando al breve-medio periodo, l’Eurozona resta particolarmente esposta al rischio di una recessione americana, con possibili ripercussioni anche sugli assetti politici dei principali paesi del continente e la possibilità, ventilata da Tentori, di un riemergere del rischio del debito sovrano. Sarebbe un grande test della tenuta dell’intera area a 10 anni esatti dalla precedente crisi del debito del 2011. Ma, osserva l’esperto, volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, il ritorno di questo rischio potrebbe anche fornire l’occasione per accelerare il rafforzamento della costruzione europea accelerando il processo di integrazione del mercato capitali e dell’unione bancaria.

VERSO UN 2020 IN DUE ATTI, DALLA SECONDA META’ MEGLIO GIOCARE IN DIFESA


Tutte queste considerazioni hanno ovviamente implicazioni per le scelte degli investitori in termini di assett allocation. L’esperto di AXA IM vede il 2020 come un ‘anno in due atti’, con la prima parte probabile continuazione del 2019, quindi con un sovrappeso dell’equity nei portafogli e un alleggerimento del cash, mentre la seconda metà dovrebbe essere più difensiva, con l’emergere di nuovi rischi di recessione che consigliano una struttura di portafoglio più difensiva. Questo per l’azionario. Per il reddito fisso invece, secondo Tentori la duration va ritenuta un filone esausto per la prima metà anno, con il riemergere però del tema carry e high yeld nella seconda.
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