commissioni
Google nel mirino: maxi ricavi con siti che truffano gli investitori?
Un’inchiesta del Times rivela che il motore di ricerca percepirebbe commissioni milionarie da siti truffaldini, che hanno indotto ignari risparmiatori a fare investimenti ad alto rischio
di Chiara Merico 11 Novembre 2019 11:50
Decine di milioni di sterline in commissioni: li starebbe incassando Google, secondo quanto ha rivelato un’inchiesta del Times, da truffatori che utilizzano il motore di ricerca per convincere ignari risparmiatori a fare investimenti estremamente rischiosi, spesso in società potenzialmente fraudolente.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta il colosso tecnologico starebbe incassando commissioni elevatissime da aziende truffaldine, che attirano i risparmiatori promuovendo conti di deposito con tassi accattivanti.
È il caso, ad esempio, della cinquantaseienne Carolyn Mayne, che dopo aver perso il lavoro aveva deciso di usare la sua liquidazione per un investimento ad alto ritorno, non avendo potuto risparmiare per un piano pensionistico privato. Cercando su Google “10 best savings accounts” (i dieci migliori conti di deposito, ndr) la donna si è imbattuta in London Capital & Finance (LC&F), una società specializzata in mini bond: un genere di investimento che non è tutelato dal Fscs (Financial Services Compensation Scheme), il fondo di garanzia per gli investitori britannici.
La donna ha investito prima 6mila, poi 8mila sterline in due bond suggeriti dalla società, che a marzo di quest’anno è stata dichiarata insolvente e posta in amministrazione controllata. Secondo un’indagine della FCA (Financial Conduct Authority), l’autorità che vigila sulle società finanziarie britanniche, prima di fallire LC&F aveva venduto mini bond a 11.625 investitori, per un valore totale di oltre 237 milioni di sterline. L’attività di emissione di mini bond non è regolata dalle autorità come la FCA, quindi la società si è mossa in un cono d’ombra, approfittando di questa situazione borderline.
Tuttavia, ha specificato la FCA, “ogni volta che una società autorizzata decide di promuovere i mini bond, deve far sì che il messaggio sia chiaro, trasparente e non fuorviante”. Esattamente il contrario di quanto riscontrato a proposito delle operazioni di marketing di LC&F, specie quelle rivolte agli investitori retail come la signora Mayne, che allo stato attuale deve ancora recuperare 8mila sterline.
La vicenda ha aperto interrogativi pressanti sul ruolo di Google, che è il mezzo con cui i risparmiatori incappano in queste società truffaldine. Molte di esse, ha spiegato il Times, millantano di essere sottoposte alle regole della FCA o di avere la protezione del fondo di garanzia Fscs, anche se non è vero. Nei loro messaggi promozionali, inoltre, usano spesso parole come “sicuro” e “a basso rischio”, per rassicurare e attirare gli investitori. Alcune di esse utilizzano anche i loghi di associazioni ufficiali con le quali però non hanno alcun rapporto. Google ha fatto sapere che avvierà un'indagine approfondita sui siti che hanno avuto l'autorizzazione per promuovere i propri servizi.
PROMOZIONI TRUFFALDINE
Secondo quanto emerso dall’inchiesta il colosso tecnologico starebbe incassando commissioni elevatissime da aziende truffaldine, che attirano i risparmiatori promuovendo conti di deposito con tassi accattivanti.
INVESTIMENTI A RISCHIO
È il caso, ad esempio, della cinquantaseienne Carolyn Mayne, che dopo aver perso il lavoro aveva deciso di usare la sua liquidazione per un investimento ad alto ritorno, non avendo potuto risparmiare per un piano pensionistico privato. Cercando su Google “10 best savings accounts” (i dieci migliori conti di deposito, ndr) la donna si è imbattuta in London Capital & Finance (LC&F), una società specializzata in mini bond: un genere di investimento che non è tutelato dal Fscs (Financial Services Compensation Scheme), il fondo di garanzia per gli investitori britannici.
LA TRUFFA DEI MINI BOND
La donna ha investito prima 6mila, poi 8mila sterline in due bond suggeriti dalla società, che a marzo di quest’anno è stata dichiarata insolvente e posta in amministrazione controllata. Secondo un’indagine della FCA (Financial Conduct Authority), l’autorità che vigila sulle società finanziarie britanniche, prima di fallire LC&F aveva venduto mini bond a 11.625 investitori, per un valore totale di oltre 237 milioni di sterline. L’attività di emissione di mini bond non è regolata dalle autorità come la FCA, quindi la società si è mossa in un cono d’ombra, approfittando di questa situazione borderline.
MARKETING FUORVIANTE
Tuttavia, ha specificato la FCA, “ogni volta che una società autorizzata decide di promuovere i mini bond, deve far sì che il messaggio sia chiaro, trasparente e non fuorviante”. Esattamente il contrario di quanto riscontrato a proposito delle operazioni di marketing di LC&F, specie quelle rivolte agli investitori retail come la signora Mayne, che allo stato attuale deve ancora recuperare 8mila sterline.
GOOGLE: INDAGHEREMO
La vicenda ha aperto interrogativi pressanti sul ruolo di Google, che è il mezzo con cui i risparmiatori incappano in queste società truffaldine. Molte di esse, ha spiegato il Times, millantano di essere sottoposte alle regole della FCA o di avere la protezione del fondo di garanzia Fscs, anche se non è vero. Nei loro messaggi promozionali, inoltre, usano spesso parole come “sicuro” e “a basso rischio”, per rassicurare e attirare gli investitori. Alcune di esse utilizzano anche i loghi di associazioni ufficiali con le quali però non hanno alcun rapporto. Google ha fatto sapere che avvierà un'indagine approfondita sui siti che hanno avuto l'autorizzazione per promuovere i propri servizi.
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