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La nuova strategia dei Big tech Usa? Acquisizioni e più dividendi

L’ingente liquidità in cassaforte permette di ipotizzare una fusione tra Apple e Disney, a Cisco Systems di offrire 7 miliardi per una Ipo e a Microsoft di aumentare ancora i dividendi

7 Ottobre 2019 11:59

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Meno buyback e più dividendi e fusioni. Potrebbe essere questa la nuova politica adottata dai big tech Usa per impiegare parte della ingente liquidità di cui dispongono. Finora la corsa al riacquisto di azioni proprie – buyback – è stata usata in modo massiccio dalle corporation Usa al punto che quest’anno, in base alle stime di Bank of America Merrill Lynch, dovrebbero essere 823 i miliardi di dollari investiti dalle compagnie nel riappropriarsi delle proprie azioni sul mercato. Una mossa che ha lo scopo di ridurre i titoli in circolazione da remunerare con i dividendi e che permette di aumentare artificialmente i profitti visto che, a parità di utili generati dall’azienda, consente di incrementare gli eps (utili per azione).

BUYBACK, MOTORE DEL RIALZO DI WALL STREET


Secondo diversi analisti, proprio i buyback sono stati tra i principali motori che hanno sostenuto il poderoso e duraturo rally di Wall Street in questo lungo ciclo economico. Ma adesso si moltiplicano i casi di colossi industriali, soprattutto nella tecnologia, che stanno impiegando le riserve liquide in cassaforte per acquisizioni o per incrementare il monte dividendi ai soci. Questo non vuol certo dire che le operazioni di buyback andranno in soffitta, ma solo che ad esse le compagnie destineranno - forse - meno risorse rispetto al recente passato.

UNA PREDA (MANCATA) PER CISCO SYSTEMS


Precisato questo, Cisco Systems ha cercato di acquisire una società mentre si stava avviando verso l’Ipo ma ha fallito. In base ad alcune indiscrezioni, infatti, il colosso guidato da Chuck Robbins avrebbe offerto 7 miliardi di dollari per rilevare la società di monitoraggio dei servizi basati sul cloud Datadog che poi ha esordito in Borsa a settembre con un ottimo risultato raggiungendo una capitalizzazione di 10,5 miliardi di dollari per poi scendere agli attuali 9 miliardi(fonte: Bloomberg). Nel 2017, Cisco aveva acquisito AppDynamics per 3,7 miliardi di dollari poco prima della sua Ipo ma stavolta, almeno finora, non è riuscito a bissare l’impresa.

PIÙ DIVIDENDI PER MICROSOFT


Mercoledì scorso, invece, Microsoft ha annunciato l’ennesimo aumento del dividendo trimestrale. La società ha fatto sapere che l’importo della cedola ai soci salirà da 46 a 51 centesimi per azione, pari ad un incremento dell’11%. Infine, chiudiamo la panoramica con una notizia che potrebbe rivelarsi più di una suggestione: la fusione tra Apple e Disney.

SOLO VOCI?


L'amministratore delegato della Disney Bob Iger ritiene che la fusione con Apple avrebbe potuto materializzarsi se Steve Jobs non fosse deceduto. A rivelare tale indiscrezione è stata la pubblicazione su Vanity Fair di un estratto dell'imminente autobiografia di Iger, in cui il Ceo della Disney racconta nei dettagli la sua stretta relazione con Jobs, che è morto di cancro nel 2011. È stato proprio quel legame che ha contribuito a spianare la strada all'acquisto per 7,4 miliardi di dollari nel 2006 da parte della Disney dell'altra società di Jobs, Pixar Animation.

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IL MEGADEAL DI APPLE DA 200 MILIARDI DEL 2017


D’altra parte, voci di una possibile fusione tra Apple e Disney si sono rincorse nel corso degli anni, più recentemente nel 2017, quando gli analisti hanno ipotizzato che Apple avrebbe potuto finanziare un megadeal di oltre 200 miliardi di dollari per creare un gigante della tecnologia e dell'intrattenimento approfittando del rimpatrio delle ingenti risorse in contanti accumulate all'estero. Ma non se n’è fatto mai niente. Nel frattempo, proprio la settimana scorsa, Iger si è dimesso dal consiglio di amministrazione di Apple, di cui era membro dal 2012, in vista del lancio di servizi in streaming concorrenti tra Apple e Disney.

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