Contatti

Azad Zangana

Arriva Johnson, e per la Brexit è pronto un altro rinvio

Il successore di Theresa May è l’ex ministro e sindaco di Londra Boris Johnson. Che, al di là degli annunci, molto probabilmente sarà costretto a rimandare ancora l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, spiega Azad Zangana di Schroders

di Chiara Merico 24 Luglio 2019 09:47
financialounge -  Azad Zangana Boris Johnson Brexit no-deal Schroders

Boris Johnson sarà il nuovo primo ministro britannico: l’ex ministro degli Esteri e sindaco di Londra ha vinto la corsa per la successione di Theresa May alla guida del partito conservatore, e quindi si insedierà al 10 di Downing Street. Johnson ha battuto Jeremy Hunt, l’attuale ministro degli Esteri, con un ampio margine, ottenendo il 66% dei voti contro il 34%.

UN PARTITO DIVISO


"Johnson dovrà fin da subito guidare un partito profondamente diviso e una maggioranza sempre più ridotta in Parlamento”, spiega Azad Zangana, senior European economist and strategist di Schroders. E ovviamente, il tema più caldo è la Brexit. Nel corso della sua campagna Johnson ha promesso di utilizzare l’uscita no-deal dall’Unione Europea come una minaccia reale, per fare leva sui negoziati. “Tuttavia, in questo modo ha isolato gli europeisti all’interno dell’attuale governo, molti dei quali si dimetteranno o verranno sostituiti”, commenta l’esperto.

HAMMOND PRONTO A LASCIARE


Il nome più rilevante tra quelli che dovrebbero farsi da parte è quello del cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond, che potrebbe porsi alla guida di una ribellione contro la Brexit no-deal. “Probabilmente il governo questa volta sopravviverà, ma se la Brexit no-deal inizierà a diventare sempre più probabile, allora i suoi oppositori potrebbero ottenere una vittoria”, osserva Zangana.

POCO TEMPO PER RINEGOZIARE


Da parte sua, Johnson ha detto che cercherà di rinegoziare l’accordo di recesso, soprattutto la sezione del cosiddetto “backstop” irlandese. “L’Europa è stata molto ferma su tutti i punti dell’accordo, ma ha fatto intendere che tale sezione sulle relazioni future potrebbe essere riaperta”, precisa Zangana, che in ogni caso ha espresso forti dubbi sul fatto che “Johnson avrà successo nell’assicurarsi qualsiasi cambiamento significativo, dato il tempo che ha a disposizione”. Incombono infatti le vacanze estive, che saranno poi seguite dalla stagione delle conferenze di partito a settembre. Il team di Johnson ha solo poche settimane per completare i negoziati prima della deadline del 31 ottobre.

Brexit, le dimissioni di May sono l’unica certezza


Brexit, le dimissioni di May sono l’unica certezza






MAGGIORANZA RISICATA


“Anche se per certi versi a Johnson fa gioco utilizzare la minaccia del no-deal come strategia di negoziazione, l’errore fatale è che la matematica parlamentare non è cambiata e non offre sostegno a questa strategia”, commenta Zangana. Il governo conta infatti su una maggioranza di soli due membri del Partito Unionista Democratico del’Irlanda del Nord (Dup). Tuttavia, il Dup non sosterrà alcun deal che possa creare divergenze nella regolamentazione tra l’Irlanda del Nord e la Gran Bretagna. “È chiaro che non c’è una maggioranza per l’attuale accordo di recesso, e che una maggioranza significativa è contro il no-deal”, spiega l’esperto.

NUOVA PROROGA IN VISTA


L’economista di Schroders si attende che coloro che si oppongono alla Brexit presentino con successo delle mozioni che costringano il governo a richiedere una proroga, in assenza di un accordo approvato dal Parlamento. “Data la bassa probabilità di successo di una rinegoziazione, l’esito più probabile in vista della scadenza della Brexit è quindi quello di un altro posticipo. La promessa di Johnson - ‘do or die’ - manca semplicemente di credibilità”.

FORSE SI TORNA AL VOTO


Cosa potrebbe accadere? Per Zangana “alla fine potrebbero essere indette le elezioni generali nel tentativo di sbloccare lo stallo”. Tuttavia, sondaggi recenti mostrano un collasso drammatico del supporto sia al partito conservatore che al partito laburista. I conservatori, che hanno vinto con circa il 43% dei voti nelle elezioni generali del 2017, ora sono solo al 24% (stando agli ultimi 10 sondaggi pubblicati). Al contempo, il maggiore partito di opposizione è passato dal 41% al 24%.

FAVORITI I PARTITI CON MESSAGGI CHIARI


“La polarizzazione delle opinioni su Brexit ha portato un’ampia parte dell’elettorato a guardare partiti con messaggi più chiari sulla questione”, osserva Zangana. Il neo Brexit Party guidato da Nigel Farage, membro del Parlamento Europeo ed ex leader di UKIP (UK Independence Party) gode del 20% dei consensi. I sostenitori anti-Brexit hanno deciso invece di orientarsi verso il partito liberal-democratico, l’unico a favore della permanenza all’interno dell’Ue. I liberaldemocratici hanno visto il loro sostegno passare da circa l’8% nel 2017 al 18% negli ultimi sondaggi.

SOSTEGNO NON SUFFICIENTE


Per questo motivo, “il prossimo governo probabilmente dovrà coinvolgere almeno un altro grande partito e potrebbe non essere sufficiente per assicurare una maggioranza per la Brexit”, puntualizza l’economist di Schroders.

ALLENTAMENTO FISCALE


Guardando ad altri temi, con Johnson l’espansione fiscale riceverà un sostegno più generalizzato. “Dopo anni di austerity, Johnson quasi certamente terrà fede alle sue promesse della campagna per allentare la politica fiscale”, spiega Zangana. La spesa pubblica come percentuale del Pil è al minimo dall’anno fiscale 2003/2004. Intanto, il gettito fiscale ha toccato i massimi dal 1985/1986. “Sono probabili degli sgravi fiscali e un certo aumento della spesa, ma entrambi richiederanno tempo per avere un impatto significativo sull’economia. Sapremo di più quando sarà nominato un nuovo cancelliere dello Scacchiere”.

STERLINA VOLATILE


Dopo l’annuncio della designazione di Johnson a nuovo premier britannico la sterlina ha leggermente recuperato contro il dollaro, dopo aver accumulato perdite nel corso della mattinata di martedì. Al momento (nella mattinata di mercoledì 24 luglio) la valuta del Regno Unito scambia a 1,2476 contro dollaro (+0,33%): secondo alcuni osservatori, questo andamento si spiega con la richiesta di certezze da parte del mercato. Bisognerà comunque vedere quali saranno le evoluzioni: in caso di hard Brexit, infatti, le prospettive per la sterlina potrebbero essere di un nuovo crollo, come spiega l’articolo Brexit, forti turbolenze in arrivo per la sterlina.
Share:
Trending