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Allianz Global Investors

Il regalo d’addio di Draghi (alla lunga) potrebbe non bastare

L’ulteriore allentamento annunciato dal capo della Bce in uscita e il nuovo corso della Fed supportano gli asset a rischio, ma AllianzGI avverte che potrebbe non bastare a rassicurare gli investitori a lungo termine

di Redazione 25 Giugno 2019 09:26

Dopo otto anni alla guida della Bce Mario Draghi lascia in eredità un ulteriore allentamento della politica monetaria, destinato a scattare se le prospettive di crescita dell’Eurozona non migliorano e l’inflazione non converge verso il target. Le attese di inflazione a lungo termine hanno recentemente segnato un nuovo minimo storico, con i mercati che sembrano sempre più convinti che l’Eurozona si stia “giapponesizzando”. I mercati hanno reagito al discorso d’addio tenuto da Draghi a Sintra, in Portogallo rafforzando le attese di un taglio della Bce entro dicembre, anche se in modo meno aggressivo che per la Fed, spingendo in ulteriore calo i rendimenti già negativi delle obbligazioni governative di prima qualità dell’area euro, con il Bund al nuovo minimo storico al -0,325%, mentre importanti indici azionari hanno registrato un rialzo. Per evitare un indesiderato inasprimento del credito a imprese e famiglie, Bce e Fed potrebbero presto essere mantenere quanto promesso, pena il rischio di deludere “i tori” dell’azionario e dell’obbligazionario.

A CAVAL DONATO CONVIENE GUARDARE IN BOCCA


Questa la fotografia della situazione firmata da Ann-Katrin Petersen, Vice President, Global Economics & Strategy di Allianz Global Investors in una nota titolata ‘Il regalo d’addio di Draghi’. Ma, avverte l’esperta nella sua conclusione, ‘a caval donato conviene qualche volta guardare in bocca’. Il perché, spiega la Petersen, è che forse questi “regali” non bastano a rassicurare gli investitori nel lungo termine. Occorreranno, sottolinea l’esperta, anche indicatori economici migliori, e quindi segnali più costruttivi in tema di scambi commerciali, su Twitter o in modo più convenzionale. Secondo AllianzGI è pertanto opportuno diversificare i portafogli e adottare un assetto tattico prudente sugli asset rischiosi nel quadro di un approccio multi-asset, con una selezione titoli attiva come ulteriore fonte potenziale di reddito.

IN ATTO RALLENTAMENTO GLOBALE


In ogni caso, la direzione di marcia del successore di Draghi alla Bce sembra già tracciata: tagli dei tassi o persino un “QE2”, vale a dire la ripresa del programma di acquisto di bond. A meno che, avverte l’esperta di AllianzGI, la crescita non acceleri, i rischi di rallentamento esterni come il protezionismo globale non si riducano, e le attese di un’inflazione alla giapponese non svaniscano. Ma le speranze di un’incipiente ripresa globale verso metà 2019 sono state annullate dalla nuova escalation dei conflitti commerciali. Dopo la fugace ripresa di aprile, che ha visto l’indice proprietario Macro Breadth di AllianzGI salire per la prima volta in 11 mesi, a maggio i dati macro globali hanno subito un’altra battuta d’arresto. L’area euro sembra prossima a un rimbalzo, ma la prospettiva non basta a compensare la debolezza dei dati degli USA, del Giappone e soprattutto della Cina. Resta aperta la domanda sulla fase di accelerazione: è già finita? O le Banche Centrali riusciranno invece a contrastare il rallentamento?

L’estate porterà il bel tempo sui mercati?


L’estate porterà il bel tempo sui mercati?





OCCHI PUNTATI SU OSAKA


I dati macro dei prossimi due o tre mesi dovrebbero chiarire il peso della situazione geopolitica mondiale. Secondo AllianzGI sarà molto importante vedere se la debolezza del manifatturiero orientato all’export si estenderà a servizi e consumi, finora ancora solidi. Dagli Usa sono in arrivo una serie di indicatori, come dall’area euro, che offriranno importanti spunti di riflessione, non solo per la BCE. Ma l’evento clou è il G20 di Osaka, in Giappone del 28/29 giugno. Secondo AllianzGI la questione fondamentale è se Washington e Pechino riusciranno a risolvere il conflitto commerciale senza perdere la faccia, ma una cosa è certa: più va avanti lo scontro commerciale maggiore sarà il suo impatto, nonché il rischio di una brusca frenata dell’economia, soprattutto perché la ripresa congiunturale e il rialzo delle asset class storicamente “più rischiose” sono già in atto da tempo.
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