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Piazza Affari, ecco le magnifiche 7 dai dividendi generosi

Da Poste a Pirelli, tra qualche settimana lo stacco delle cedole con qualche sorpresa soprattutto per lo Stato che incasserà dalle partecipate oltre 2,4 miliardi di euro

di Giancarlo Salemi 4 Aprile 2019 07:00

La primavera è la stagione più attesa per chi ha puntato sull’azionariato italiano perché vengono staccati i tanto attesi dividendi. Anche quest’anno, nonostante le evidenti difficoltà economiche del nostro Paese, le aziende hanno deciso di essere generose nei confronti dei loro azionisti. Sono circa una quindicina le società che tra qualche settimana offriranno delle cedole significative agli investitori e a guadagnarci sarà anche lo Stato che attraverso il Ministero dell’Economia è azionista di molti colossi quotati a Piazza Affari.

LE MAGNIFICHE SETTE, SUL PODIO POSTE, ENEL ED ENI


Nel podio di questa classifica c’è certamente Poste italiane che distribuirà un dividendo di 0,441 euro, in aumento del 5% rispetto al 2017. Una proposta in linea con gli impegni del piano Delivery 2022, grazie ad un utile per azione di 1,07 euro. Poste ha centrato tutti i target dello scorso esercizio ed ha chiuso il conto economico 2018 con un utile da 1,399 miliardi di euro, in forte crescita rispetto ai 689 milioni del 2017. Un record dovuto principalmente all’incremento dei ricavi e del risultato operativo, compresi benefici derivanti da attività fiscali differite per circa 385 milioni. Anche il titolo di Poste ha recuperato parecchio negli ultimi giorni, attestandosi a 8,72 euro, vicino al massimo storico segnato il 10 maggio 2018 a 8,43 euro. A beneficiarne anche il Ministero dell’Economia che controlla il 29,26% della società guidata da Matteo Del Fante e che godrà quindi di un introito di 168 milioni di euro. Sul podio anche Enel ed Eni. La prima - il 23,6% è dello Stato - distribuirà una cedola pari a 28 centesimi per azioni per un dividend yield del 5,1%, che frutterà al Mef 671 milioni di euro. L'amministratore delegato Francesco Starace ha così mantenuto la promessa fatta agli investitori per cui avrebbe destinato il 70% dell'utile netto. Il risultato di gruppo per il 2018 è stato di 4,79 miliardi, con una crescita del 26,7% rispetto allo scorso anno. Risultato ottenuti grazie al “miglioramento dell'utile operativo, dei minori oneri finanziari, nonché della minore incidenza fiscale”, come ha comunicato dalla società. Da segnalare come il dividendo sia, di fatto, raddoppiato in quattro anni: nel 2015, Enel ha distribuito 0,15 euro per azione. Poi c’è Eni di cui il Mef ha il 4,34% e darà allo Stato 131 milioni di euro, grazie ad un dividendo di 0,86 euro per azione, in crescita del 3,6% rispetto al 2018. Anche in questo caso sono i conti della società a dare soddisfazione agli azionisti. Nel 2018 il bilancio consolidato e il progetto di bilancio di esercizio hanno chiuso rispettivamente con l’utile netto di 4.126 milioni e di 3.173 milioni di euro.

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MOLTO BENE ANCHE LEONARDO, SNAM, ITALGAS E PIRELLI


In linea con lo scorso anno è il dividendo che Leonardo offrirà a maggio ai suoi azionisti: 0,14 euro per azione. Un risultato ottenuto grazie ai buoni risultati del 2018 che è stato archiviato con un utile netto pari a 510 milioni di euro, in rialzo dell'83%, mentre i ricavi sono saliti del 4,3% a 12,24 miliardi. Anche qui il titolo ha sfondato la soglia psicologica dei 10 euro (il 15 marzo scorso) e per gli analisti di Mediabanca il titolo può toccare anche i 13 euro, un giudizio “outperform” ovvero farà meglio del mercato grazie al recupero in corso dell’elicotteristica e con la vicenda degli F35, che il governo potrebbe ridimensionare, ma che alla fine non dovrebbe incidere più di tanto sull’andamento del titolo. Si difendono bene anche Snam e Italgas. La prima ha chiuso il 2018 con un utile netto di 1,01 miliardi di euro, il risultato è cresciuto così del 7,4% e distribuirà un dividendo In crescita del 5% a 0,22 euro per azione. La seconda fa ancora meglio: staccherà una cedola di 0,234 euro per azione in aumento del 12,5% rispetto a quella distribuita nel 2017. Agli attuali livelli di prezzo il dividendo di Italgas garantisce un rendimento nell’ordine del 4,5%. Infine Pirelli. Lo scorso anno la società guidata da Marco Tronchetti Provera - il cui titolo viaggia stabilmente sopra i 6 euro -  ha registrato ricavi per 5,19 miliardi di euro, in calo del 2,9% rispetto ai 5,35 miliardi ottenuti nel 2017, in conseguenza alla forte inflazione registrata in Argentina. Nonostante questo la società prevede la distribuzione di un dividendo di 0,177 euro per azione.

TITOLI DA “CASSETTISTI” CON LA SORPRESA DI PIRELLI


In generale questi sono titoli da “cassettisti” ovvero ci scommettono investitori che puntano sul lungo periodo e si focalizzano pertanto sulle società che hanno una buona storia alle spalle (e buone prospettive per il futuro) in termini di cedole distribuite agli azionisti come ci spiega Emanuele Canegrati, senior analyst di BpPrime “Enel, Poste ed Eni rientrano in questa categoria – dice – la scommessa tra le sette società prese in esame è certamente Pirelli che potrebbe essere un titolo su cui puntare, avendo chiuso il 2018 con qualche problema. Tra i broker circola l’idea che potrebbe essere il migliore affare tra le big. Ovviamente molto dipenderà dall’andamento dell’economia globale, e dal possibile rallentamento del settore automotive”.

MA È LO STATO AD INCASSARE DI PIÙ: 2,4 MILIARDI DALLE PARTECIPATE


Ma chi ci guadagna di più in questo gioco dei dividenti è certamente lo Stato italiano. “Possiamo dire – conclude Canegrati - che le società partecipate fanno sempre più ricco il Tesoro, nell’esatto momento in cui si discute di privatizzarle. Quest’anno, il dividendo che il Mef percepirà dalle sue società sarà pari a 2,4 miliardi di euro, il 10% in più dell’anno scorso. Le partecipate infatti hanno raggiunto nel 2018 risultati molto soddisfacenti, in alcuni casi da record. Cassa Depositi e Prestiti si conferma la prima contribuente, Enel la seconda. Le due garantiscono al Tesoro dividendi per circa 2 miliardi”.
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