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Borsa di Tokyo

Quel porto sicuro chiamato Giappone

Secondo SYZ AM la Borsa di Tokyo rappresenta una solida fonte di diversificazione a prezzi ragionevoli e gode di minor esposizione alle turbolenze che periodicamente colpiscono gli altri mercati asiatici

19 Marzo 2019 14:51

Nel 2018 si è riproposto un mistero dell’asset allocation che dura da decenni e che ha visto la Borsa di Tokyo registrare un deflusso record di investimenti esteri. Perché gli investitori sottopesano una classe di asset con il livello di correlazione più bassa di tutti i principali mercati globali? Forse perché il mercato giapponese è spesso visto come periferico dagli occidentali? E’ un fatto che il suo peso è nettamente inferiore a quello degli USA o dell’Europa negli indici mondiali. Ma il Giappone è anche vittima della finanza comportamentale e della tendenza degli investitori a privilegiare i mercati domestici. Dopotutto è geograficamente molto distante dalle piazze principali e gli investitori hanno tradizionalmente una maggior propensione a investire nei mercati emergenti a beta elevato, e in Cina in particolare.

BASSA CORRELAZIONE ANCHE RISPETTO AGLI EMERGENTI


Partendo da queste considerazioni Joël Le Saux, Head of Japan equities di SYZ AM e gestore di portafoglio del fondo OYSTER Japan Opportunities, sviluppa un’analisi che arriva alla conclusione che l’azionario giapponese rappresenta una fonte di diversificazione solida e intatta. L’esperto evidenzia prima di tutto il basso indice di correlazione della Borsa di Tokyo, pari a 0,66 e 0,70 rispetto al mercato statunitense e a quello europeo. Una bassa correlazione espone meno a turbolenze che possono colpire gli altri mercati e, per quanto possa risultare contro-intuitivo,  i mercati emergenti non sono così fortemente decorrelati dai mercati europei, avendo un indice di  0,79. Per questo  il Giappone si distingue per la sua capacità di offrire diversificazione ai gestori di portafoglio internazionali.

IL RUOLO DELLO YEN E LA MINOR ESPOSIZIONE GEOPOLITICA


Le Saux spiega che la bassa correlazione dipende in larga misura dalla componente valutaria, in quanto lo yen ha la sua importanza in un’asset allocation globale, grazie alle opportunità che offre nelle fasi di risk-off. Pertanto, gli investitori e i gestori  europei e sono ben ispirati quando si espongono al mercato giapponese per diversificare l’allocazione “core” e, di fatto, l’allocazione in euro. Inoltre, da un punto di vista globale, la Borsa giapponese rappresenta un’interessante fonte di diversificazione di fronte ai rischi potenziali in Europa, come la Brexit e l’instabilità politica in Italia o in Francia. Il Giappone gode anche di una minore esposizione alle bufere che colpiscono periodicamente i mercati emergenti asiatici.

MEGLIO EVITARE I TITOLI TROPPO ESPOSTI SULLA  CINA


E poi ci sono le caratteristiche uniche delle società giapponesi, che globalmente sono poco esposte alla Cina, dove la marca più popolare di smartphone è locale e le auto estere più vendute sono quelle tedesche, mentre meno di una Toyota su dieci è venduta su quello che è diventato il primo mercato globale dell’auto. Il rallentamento cinese sta incidendo su alcuni settori ciclici più difficili da sostituire, come la robotica, l’automazione industriale e le materie prime, come l’acciaio. Per questo SYZ AM detiene in portafoglio solo tre titoli dei 50 che compongono l’indice Nikkei China Related, tra cui Toyota, in linea con il profilo di bassa esposizione alla Cina. E poi i titoli del Sol Levante offrono opportunità derivanti dai fondamentali, vale a dire prezzi ragionevoli con valutazioni che prezzano già il rallentamento dell’economia mondiale e la revisione al ribasso delle stime degli utili.

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VALUTAZIONI INTERESSANTI E DIVIDENDI ELEVATI


L’esperto di SYZ AM sottolinea che il multiplo prezzo/valore di libro è ai minimi degli ultimi sei anni, attestandosi a circa 1,1 volte, in contrazione del 15% circa rispetto alla scorsa estate. A tali livelli di P/B, il mercato giapponese risulta piuttosto interessante e gli investitori possono attendersi una redditività di oltre il 7% medio annuo. A ciò Le Saux aggiunge il fatto che il dividendo medio è di circa il 2,5%, cui si può sommare un ulteriore 1% grazie ai buy back, arrivando a un ritorno totale superiore al 3,5%. Nel corso dell’attuale stagione delle trimestrali, numerose società come SoftBank e Sony, hanno annunciato consistenti e inattesi ri-acquisti di azioni proprie. Poi c’è il ruolo della Banca del Giappone, sui cui interventi, al contrario di Fed o BCE, il mercato ha una eccellente visibilità, che dovrebbe garantire stabilità per tutto il 2019. Per tutte queste ragioni, considerando l’attuale rallentamento economico mondiale, SYZ AM preferisce puntare su titoli giapponesi di società che operano a livello nazionale e sulle multinazionali esposte al mercato statunitense.

BUY BACK  CILIEGINA SULLA TORTA


SYZ AM vede anche valore nei titoli del settore dei lavori pubblici e delle infrastrutture, che presentano valutazioni interessanti e garantiscono un’ottima visibilità, senza essere esposti al ciclo globale. Senza dimenticare, naturalmente, “le società con bilanci solidi, quelle che versano dividendi elevati e al contempo distribuiscono una quota limitata di utili per garantire la sostenibilità delle cedole, con programmi di acquisto di azioni proprie come ciliegina sulla torta”.
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