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Brexit, incertezza sui mercati anche in caso di accordo

Per AMUNDI lo scenario di base è quello che prevede l’approvazione da parte del parlamento britannico dell’accordo per la Brexit. Ecco come si muoveranno azioni, titoli di stato e sterlina

29 Novembre 2018 09:41

Due anni e mezzo dopo il voto che, a sorpresa, ha visto affermarsi nel Regno Unito il fronte del no all’Europa e a pochi giorni dall’accordo raggiunto da Theresa May con l’Unione Europea sulla Brexit, la parola passa al Parlamento britannico, chiamato ad approvare, entro dicembre, l’intesa.

LO SCENARIO PIÙ PROBABILE


“La ratifica parlamentare dell'accordo non sarà facile e probabilmente porterà nuovi episodi di stress sui mercati, ma riteniamo che lo scenario più probabile sia che l'accordo venga ratificato sebbene, con ogni probabilità, difficilmente accadrà al primo tentativo” fanno sapere gli esperti di AMUNDI. Secondo i quali, tuttavia, l'incertezza sui mercati è comunque destinata a persistere fino a fine marzo quando il Regno Unito abbandonerà l’Unione Europea.

LIEVE ACCELERAZIONE DEL PIL UK NEL 2019-2020


Se il caso base previsto dai professionisti di AMUNDI trovasse conferma, si potrebbe assistere ad una lieve accelerazione dell’economia del Regno Unito nel biennio 2019- 2020. Uno scenario nel quale i consumi dovrebbero trovare un sostegno sia dalla consistenza del mercato del lavoro e sia dal trend positivo delle retribuzioni reali (al netto cioè del carovita). Per quanto riguarda invece gli investimenti, gli esperti di AMUNDI rivelano un orientamento di sostanziale neutralità sui titoli di stato britannici (Gilt) con un approccio che diventerebbe più costruttivo in caso di ‘no-deal’ ovvero più ribassista nel caso opposto.

AZIONI DI SOCIETÀ PIÙ ESPOSTE ALL’ESTERO


“Nel mercato azionario facciamo invece differenza tra i titoli di società britanniche esposte alla crescita interna, sui quali siamo molto cauti, e i titoli e i settori più orientati ai mercati internazionali o che traggono i maggiori profitti al di fuori del Regno Unito, sui quali siamo più positivi” puntualizzano i professionisti di AMUNDI. I quali, relativamente alla sterlina, prevedono un potenziale apprezzamento sulla scia del possibile accordo sulla Brexit, sebbene in modo niente affatto regolare. Come dire che, per gli investitori che hanno intenzione di esporsi o meno al rischio di cambio con la valuta inglese, diventeranno cruciali le scelte in termini di posizionamento e di gestione del rischio.

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FOCUS SULL’IRLANDA


Ma, tra i paesi europei, chi beneficerà della Brexit?
Forse l'Irlanda potrebbe utilizzare proficuamente la sua posizione geografica come porta di accesso tra il Regno Unito e l'UE, anche se è più esposta di altri paesi a potenziali problemi economici nel Regno Unito” fa sapere Tristan Perrier, Senior Economist di AMUNDI. Il quale, inoltre, fa notare che, se è vero che dovrebbe proseguire negli anni il trasferimento di alcune attività ad alto valore aggiunto dal Regno Unito alle principali città europee, è altrettanto vero che nei 30 mesi post voto per la Brexit nulla di veramente significativo è avvenuto in tal senso.

LE COMPLICAZIONI DI UN NO-DEAL


Resta il fatto che il possibile no-deal della Brexit procurerebbe un danno economico per tutta l'Europa e uno ancora più rilevante per il Regno Unito. Con implicazioni non soltanto finanziarie, commerciali e di fiducia, ma anche di natura politica dal momento che l'Unione Europea sarebbe chiamata a risolvere i contrasti con il Regno Unito in un contesto interno già complicato dalla situazione italiana e dall'aumento dei consensi a favore dei movimenti politici euroscettici.
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