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Braccio di ferro Italia-UE, in cerca del compromesso per guadagnare tempo

Il prossimo appuntamento chiave sarà il 13 novembre, quando l’Italia presenterà nuovamente la sua legge di bilancio alla Ue. Nel frattempo i BTP continueranno ad essere volatili.

9 Novembre 2018 14:12

Archiviate le elezioni di mid term statunitensi, gli investitori obbligazionari concentrano la propria attenzione sulla difficile situazione italiana che sta creando instabilità nella zona euro, e non solo. Da aprile, i rendimenti dei BTP decennali italiani hanno registrato un incremento di 160 punti base (+1,60%) facendo lievitare lo spread (differenziale di rendimento rispetto ai bund tedeschi) in area 300 punti base, soglia che non veniva toccata da cinque anni. Un andamento che va contestualizzato in una cornice che vede il rapporto tra debito pubblico e PIL ad oltre il 131%, vicino dunque ai massimi da 90 anni a questa parte.

DEFICIT/PIL AL 2,4%


In parallelo la crescita del paese resta inferiore alla media della zona euro mentre il nuovo governo Lega-5Stelle ha proposto una legge di bilancio con un rapporto deficit/PIL al 2,4% per il 2019, e al 2,1% e all’1,8% per i due esercizi successivi. Deficit che non sono piaciuti affatto alle Commissione europea che, per la prima volta ha respinto la legge di bilancio di un paese membro. Eppure, nonostante il duro confronto tra l’esecutivo di Roma e Bruxelles sulla legge di bilancio, lo spread non è ulteriormente schizzato all’insù.

I DUE FATTORI CHE FRENANO LO SPREAD


Secondo Richard Lawrence, Senior Vice President e Portfolio Manager di Brandywine Global (gruppo Legg Mason) sono due le ragioni che hanno contribuito a contenere finora i rendimenti. “In primis, il quantitative easing (QE) della Banca Centrale Europea, che ha calmierato gli aumenti dei rendimenti in tutta l’Eurozona. In secondo luogo, il fatto che oltre il 50% del debito sovrano italiano sia nelle casseforti bancarie italiane, permettendo ai rendimenti dei titoli di non lievitare ulteriormente nel tentativo di attirare capitali dall’estero” spiega l’esperto.

SISTEMA BANCARIO ANCORA CONVALESCENTE


Secondo il quale, tuttavia, proprio quest’ultimo aspetto potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio per il sistema bancario italiano il cui stato di salute resta incerto.
“La percentuale di NPL (crediti deteriorati) è migliorata negli ultimi 3 anni, ma rimane comunque a livelli preoccupanti, soprattutto tenendo in considerazione le difficoltà strutturali e l’incertezza politica che grava sull’economia italiana” puntualizza Richard Lawrence. Il cui riferimento è anche all’ampliamento dei differenziali sui CDS (credit default swap, i contratti che assicurano gli investitori sulle emissioni obbligazionarie in portafogli, ndr) delle banche, sintomo della preoccupazione per l'aumento del rischio di solvibilità degli istituti di credito italiani.

RATING E CRESCITA


A questo proposito, due fattori chiave capaci di influire in modo determinante sull’andamento dei mercati del debito italiano sono i rating e la crescita. L’agenzia Moody's, di recente, ha confermato il profilo macro delle banche italiane su “Moderate+”, nonostante il 19 ottobre avesse declassato il debito sovrano italiano da Baa3 a Baa2, portandolo cioè all’ultimo gradino dell’investment grade. Se ci fossero ulteriori declassamenti del merito di credito del debito italiano è probabile che i rendimenti potrebbero salire ulteriormente determinando impatti di rilievo sui bilanci delle banche detentrici di BTP.

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PIL IN FRENATA


Per quanto riguarda invece la crescita, purtroppo nel terzo trimestre il nostro paese ha archiviato un andamento piatto che ha ridotto allo 0,8% annualizzato l’attuale tasso di crescita reale. “Si tratta di un aspetto di assoluto rilievo che potrebbe indurre l’Unione Europea ad essere ancora più dura nel confronto sulla manovra finanziaria, con effetti negativi sui prezzi dei BTP che, a cascata, provocherebbero ulteriori pressioni sulle banche italiane” sottolinea Richard Lawrence. L’esperto, a questo proposito, avendo ben presente come l’Unione Europea continui a mostrarsi intransigente nei difficili negoziati per la Brexit, ipotizza un duro braccio di ferro tra Roma e la Commissione Europea dal momento che il governo italiano non sembra disposto a arretrare dalle proprie posizioni sulla legge di bilancio.

APPUNTAMENTO AL 13 NOVEMBRE


A questo punto, tutto è rimandato al 13 novembre, quando l’Italia presenterà nuovamente la sua legge di bilancio. Nel frattempo è probabile che prosegua la volatilità sui rendimenti dei BTP in funzione anche del flusso di notizie giornaliere.
Detto questo, Richard Lawrence si dichiara convinto sulla possibilità di un compromesso tra le due parti, che servirà soprattutto a guadagnare tempo. “Le questioni più complicate dovrebbero essere rinviate a data da destinarsi, ma nel frattempo un accordo potrebbe comunque rappresentare un'opportunità per acquistare titoli di stato italiani anche se è ancora presto per dirlo” conclude l’esperto.
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