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Ottobre rosso in archivio, ma non è in arrivo un grande orso

L’advisor di PIMCO Fels vede addirittura nella correzione di Wall Street un possibile effetto salutare, che potrebbe indurre la Fed a rallentare gli aumenti allungando la vita al ciclo.

31 Ottobre 2018 08:30

A inizio ottobre l’S&P 500 guadagnava quasi il 10% da inizio anno, a fine mese tutto evaporato, anche qualcosa in più. Parlando a metà mese all’FMI di Bali il presidente indonesiano aveva profeticamente dichiarato: l’inverno è in arrivo. Capire perché sia arrivato quest’ottobre rosso non è poi molto utile, i mercati seguono le mode e spesso si comportano da gregge. E poi ottobre non ha una tradizione particolarmente positiva. Certo non hanno aiutato neanche tassi di interesse in rialzo, risultati societari ormai ai massimi e segni che la guerra dei dazi tra USA e Cina può intensificarsi. E probabilmente il capo della Fed Jay Powell si sta pentendo di essersi lasciato sfuggire il 3 ottobre che il costo del denaro ha una lunga strada da fare per tornare neutrale, per i mercati parole da falco.

ECONOMIA NELLA FASE FINALE DEL CICLO


Sulla scorta di questa articolata premessa Joachim Fels, Global Economic Advisor di PIMCO, afferma di non credere che l’ottobre rosso stia segnalando l’arrivo di un mercato Orso importante, ma piuttosto che questo tipo di volatilità sia piuttosto normale in questa fase del ciclo, e potrebbe dimostrarsi una salutare correzione che potrebbe perfino aiutare a prolungare l’attuala fase di espansione. Come già sottolineato nell’ultimo Outlook dalla stessa PIMCO, chiari segnali indicano che l’economia globale è entrata nella fase finale del ciclo, con la crescita che rallenta, l’inflazione che rialza la testa e il ritorno dell’investimento che si fa più volatile e disperso. Gli ultimi sviluppi di mercato sono coerenti con questa lettura. Ma, osserva Fels, un ciclo maturo non vuol dire un ciclo finito, e probabilmente quella a cui stiamo assistendo è la fase iniziale della parte finale del ciclo.

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MA RECESSIONE ANCORA LONTANA


Fels indica una serie di motivi a supporto: il primo è che i modelli di PIMCO indicano solo al 20-25% la possibilità di una recessione in arrivo nei prossimi 12 mesi, infatti la curva dei tassi USA è ancora lontana dall’inversione, e poi il costo del denaro sempre in USA è certamente ancora non sopra il livello di neutralità, quindi la Fed sta rimanendo accomodante. Quarto e quinto punto: l’economia USA non presenta squilibri interni importanti da correggere, mentre la politica fiscale continuerà a sostenere la crescita per almeno un altro anno. Se tutto questo è vero, argomenta Fels, è improbabile che l’azionario stia entrando in una fase orso importante. E perché comunque la correzione dovrebbe essere salutare e addirittura aiutare a prolungare il ciclo?

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INDIZI DI POSSIBILE RIPENSAMENTO DELLA FED


Perché, è la risposta che si dà Fels, proprio la correzione del mercato potrebbe indurre la Fed a ripensarci e riconsiderare il programma di alzare i tassi altre quattro volte di qui a fine 2019 e altre due dopo. Un ripensamento che ridurrebbe o rinvierebbe il rischio di ammazzare la ripresa allungando così la fase finale del ciclo. Sicuramente la Fed non cambierà subito rotta, ma se la turbolenza a Wall Street continua potrebbe arrivarci. A supporto della sua tesi Fels cita le parole dell’ex college Richard Clarida, oggi Vice Chairman della Fed da poco nominato responsabile del sub-comitato per la comunicazione del FOMC: “Se i dati confermano ciò che mi aspetto credo che qualche ulteriore graduale aggiustamento del tasso dei fed fund sia appropriato". Praticamente sostituisce la parola aumento, usata nell’ultimo comunicato, con aggiustamento, suggerendo un approccio più cauto.
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