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Bank of America Merrill Lynch

Mercati, alcuni indizi ricordano la crisi del 1998

L’appiattimento della curva dei rendimenti USA, la forte correzione dei mercati emergenti e la sovraperformance dei levered quant funds ricordano quanto accaduto nel 1998 al fondo LTCM.

27 Luglio 2018 09:57

Alla luce dell’attuale contesto che vede un appiattimento della curva dei rendimenti (cioè del differenziale di rendimento tra il titolo di stato USA a 2 anni e quello a 10 anni), una forte correzione dei mercati emergenti e una sovraperformance dei fondi a leva quantizzati (levered quant funds) affiorano, secondo gli analisti Bank of America Merrill Lynch (BAML), “echi del 1998".

IL CROLLO NEL 1998 DEL FONDO LTCM


Il riferimento è al crollo nel 1998 di LTCM, il più grande fondo speculativo al mondo nel cui board figuravano prestigiosi protagonisti del mondo economico internazionale. La crisi della Russia nel 1998 e l’uso esponenziale della leva finanziaria da parte di LTCM resero il collasso del fondo drammatico al punto di rendere necessario l’intervento della Federal Reserve per evitare conseguenze disastrose sul sistema economico. Proprio il fallimento improvviso di LTCM ha rappresentato un perfetto esempio di evento critico in ambito obbligazionario nel tardo ciclo economico, che  ha provocato un crollo del mercato con l’accelerazione del deleveraging (processo disordinato di smantellamento delle posizione a leva nei portafogli).

I FLUSSI DEGLI INVESTITORI INTERNAZIONALI


Un campanello d’allarme, quello degli analisti BAML, che si basa anche sui dati dei flussi degli investitori internazionali. Alla fine del secondo trimestre molti investitori hanno aggiustato le allocazioni di portafoglio, adottando un’importante rotazione dalle azioni verso le attività più sicure come i titoli di stato o la liquidità. È quanto risulta dal flusso di dati elaborati da BAML. Gran parte del riposizionamento è stato determinato dal cambiamento del contesto: dalla politica monetaria più rigida da parte della Federal Reserve all’aumento dei prezzi dell'energia, dalle tensioni geopolitiche alle crescenti politiche protezionistiche in tutto il mondo.

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DEFLUSSI PER 30 MILIARDI DAI FONDI AZIONARI


Basti pensare che nell’ultima settimana di giugno gli investitori hanno ritirato quasi 30 miliardi di dollari dai fondi azionari globali: si tratta del secondo più grande deflusso settimanale registrato secondo le statistiche degli analisti BAML. Più in particolare, il maggior deflusso di capitale è stato registrato dai fondi azionari statunitensi (-24,2 miliardi di dollari, il terzo più grande deflusso di sempre) mentre quello dalle azioni europee si è fermato a -3,9 miliardi: sottoscrizioni nette positive, invece, a favore dell’azionario Giappone (+2,6 miliardi).

FLUSSI VERSO TECNOLOGIA E LIQUIDITA’


Da notare, inoltre, che i riscatti hanno riguardato tutti gli stili di azioni e tipologia di società: growth, value, large cap e small cap. Soltanto due categorie di asset hanno registrato afflussi netti positivi: i titoli tecnologici (19 miliardi) e la liquidità (27 miliardi). Ancora più rilevante è l’annotazione degli analisti BAML riguardo alle preferenze dei clienti che evidenziano un aumento delle partecipazioni in titoli di stato, al punto che tale esposizione è salita al massimo degli ultimi 10 anni. Soltanto nel 2007 (dopo i primi scricchiolii della crisi dei mutui subprime americani) e nel 2008-2009 (al culmine dalla grande crisi economico – finanziaria), l’esposizione degli investitori verso i titoli di stati USA era stato altrettanto significativa.

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FUGA DAI MERCATI EMERGENTI


Un altro fenomeno segnalato dagli analisti BAML riguarda i disinvestimenti da parte degli investitori dalle azioni e dalle obbligazioni dei mercati emergenti che, dopo un avvio d’anno sostenuto, da maggio sembrano preferire rinunciare a queste asset class. I rimborsi derivanti dalle attività dei mercati emergenti sono stati pari a 8 miliardi a maggio e a 18 miliardi a giugno. Si tratta della decima settimana consecutiva di deflussi per il debito emergente mentre siamo all’ottava consecutiva per i deflussi dai fondi obbligazionari high yield.

AZIONI IN PORTAFOGLIO VICINE AL MASSIMO STORICO


Al contrario gli investitori hanno acquistato obbligazioni municipali (400 milioni), e titoli di stato protetti dall’inflazione (900 milioni). Resta comunque il fatto che l'asset allocation complessiva monitorata dagli analisti di BAML vede ancora prevalere il rischio, con la liquidità che si attesta ad un minimo record (9,9%) e le quote azionarie al 61,1% (vicine al massimo del 62,5%).
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