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Trimestrali: Wall Street galoppa, l’Europa va al piccolo trotto

La velocità con cui crescono gli utili americani sfiora il 21%, quella degli europei è appena sopra l’8% e si riduce a un modesto 2,9% se si escludono gli energetici. E andrà ancora avanti così.

26 Luglio 2018 07:50

Nella seconda metà di luglio Wall Street flirta con i massimi di sempre toccati il 26 gennaio scorso, Nasdaq e Russel 2000 li hanno superati e viaggiano in territorio record, lo S&P 500 è a un soffio, il Dow Jones un po’ in ritardo. Lo stesso non può dirsi delle Borse del Vecchio Continente, dove lo Stoxx 600 è ancora indietro di un buon 5% con il germanico Dax e l’italico FTSE Mib nella parte dei ritardatari con una distanza che si misura intorno al 10%. Colpa della guerra dei dazi? Oppure delle tensioni su debito italiano che si scaricano sui bancari? Oppure ancora della combinazione di dollaro forte e tassi americani in rialzo? Niente o almeno molto poco di tutto questo. La ragione della distanza tra i due mercati azionari si chiama fondamentali.

LE AMERICANE BATTONO LE ATTESE


Sì proprio i vecchi noiosi fondamentali, che quado si parla di società quotate vogliono dire i risultati che vengono riportati trimestre dopo trimestre. Le statistiche parlano di utili in crescita attesa dell’8,1% nel secondo trimestre in Europa, un dato che viene confermato dai dati pubblicati sinora. A Wall Street sono più avanti, siamo a circa un quinto delle società che compongono l’indice S&P 500, con le trimestrali che puntano a una crescita che sfiora il 21% rispetto a un anno prima. Per ora ne sono uscite una novantina e oltre nove su 10 anni battuto le attese. Il grafico qui sotto di Thomson Reuters mostra come i titoli europei abbiano sofferto più di quelli americani la earning recession del 2016, vale a dire l’inversione della crescita degli utili, per poi recuperare nel 2017, fino allo scatto di reni del primo trimestre 2018, quando le azioni a stelle e strisce hanno surclassato quelle europee. E ora si replica.

[caption id="attachment_128733" align="alignnone" width="482"]Il confronto tra gli utili delle aziende USA ed europee (Fonte: Thomson Reuters) Il confronto tra gli utili delle aziende USA ed europee (Fonte: Thomson Reuters)[/caption]

CRESCITA CINQUE VOLTE PIU’ VELOCE


Andando a scorporare all’interno delle medie si scopre che la distanza marcata dall’Oceano Atlantico è ancora più larga. La crescita attesa delle società europee nel secondo trimestre si riduce infatti al 2,9% se si escludono gli energetici, da cui si aspettano utili in crescita del 72% grazie al forte recupero dei prezzi di petrolio e gas. Se guardiamo invece allo S&P 500 scopriamo che anche se depuriamo la crescita del 20,9% delle trimestrali dagli energetici, che anche qui pesano molto, rimane un aumento degli utili di un rispettabilissimo 16,9%, una velocità cinque e passa volte superiore a quella europea.

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IL PESO DEI COLOSSI HIGH-TECH


Il consensus degli analisti dice che il trend dovrebbe continuare per tutti i restanti due trimestri del 2018, con i titoli americani che sovraperformano quelli europei, per arrivare a un riallineamento solo nel 2019, quando l’America dovrebbe rallentare e l’Europa tenere più o meno il passo. Molti titoli europei lottano ancora per raggiungere i massimi pre-2008, soprattutto i bancari, mentre gli americani hanno recuperato tutto il terreno perduto e sono all’esplorazione di nuovi record. Soprattutto al mercato azionario europeo manca la spinta potente dei tecnologici americani, da Google ad Amazon, da Apple a Microsoft a Facebook, che hanno contribuito in maniera determinante a tenere su indici e medie. E sotto c’è un’economia che corre e punta al 4% nel secondo trimestre mentre quella europea rallenta.

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