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Investimenti, tutte le possibili insidie della seconda metà del 2018

Rispetto all’inizio dell’anno in cui i fondamentali erano piuttosto robusti, oggi le basi economiche sembrerebbero essere meno solide di quanto ci si sarebbe atteso.

17 Luglio 2018 10:03

“Sarebbe prematuro essere ribassisti. Tuttavia, le nuvole all’orizzonte negli ultimi mesi si sono fatte più scure, pertanto ribadiamo che in questa fase avanzata del ciclo la discrezione è la cosa migliore” commenta Dave Lafferty, Chief Market Strategist di Natixis Investment Managers nella sua view sui mercati per la seconda parte del 2018. Una presa di posizione assunta sulla base del fatto che l’intonazione dell’economia globale rimane abbastanza robusta e che gli asset più rischiosi come azioni e settori del credito del mercato obbligazionario mantengono ancora un vantaggio relativo.

CRESCITA DEGLI UTILI DI WALL STREET


Entrando più nello specifico, il manager si aspetta un proseguimento della crescita degli utili dell’azionario americano: una circostanza che dovrebbe sostenere i prezzi di Wall Street sebbene in un regime di maggiore volatilità. “Riteniamo che i mercati al di fuori degli States, offrano un miglior valore (a prezzi più bassi), ma è probabile che l’azionario americano li superi fino a quando qualcosa non fermi il settore tecnologico o l’apprezzamento del dollaro non ridurrà gli utili” specifica Dave Lafferty.

OBBLIGAZIONI POCO GENEROSE


Nel reddito fisso, invece, il manager non vede al momento il giusto premio per sostenere il rischio di credito e il rischio di struttura a termine. D’altra parte le attività liquide e gli strumenti monetari, in particolare per gli investitori americani, stanno diventando un’opzione di investimento più redditizia poiché i loro rendimenti nominali non sono più sommersi dall’inflazione.

IL TREASURY A 2 ANNI RENDE IL 2,58%


È questo il caso, per esempio dei Treasury USA due anni che offrono attualmente un rendimento annuo del 2,58%. “Riteniamo che gli investitori dovrebbero essere consapevoli nel non rinunciare alle strategie alternative, coperte e decorrelate in questa fase avanzata del ciclo” puntualizza poi Dave Lafferty. Fin qui le indicazioni di maggiori rilievo per le strategie di portafoglio.

La curva amica dei tassi americani


La curva amica dei tassi americani





I CINQUE PUNTI DA OSSERVARE


Ma il manager ha anche analizzato cinque punti che possono avere implicazioni sui mercati nei prossimi trimestri: la crescita globale sincronizzata, la stretta delle Banche centrali, i tassi e la curva dei rendimenti, il commercio (inclusi i dazi e la politica), e l’Inflazione (include le valutazioni dei mercati). La prima considerazione di Dave Lafferty è che la crescita globale rimane solida e quindi sostenuta, ma non è né forte né sincronizzata come si pensava in precedenza.

POLITICHE MONETARIE MENO ACCOMODANTI


In secondo luogo, sebbene non vi sia ancora una chiara evidenza di una vera e propria stretta monetaria, negli ultimi mesi la situazione relativa alle politiche monetarie delle principali banche centrali si è evoluta: la graduale e fisiologica normalizzazione dei tassi prevista dagli investitori ora è diventata un po’ meno salutare. Per quanto riguarda poi tassi e curva dei rendimenti l’inversione della pendenza della curva del Treasury a 2 e 10 anni potrebbe vedersi già nel quarto trimestre di quest’anno. “Non vediamo ancora un panico da curva dei rendimenti, ma l’orizzonte temporale dell’inversione appare più vicino” fa sapere il manager.

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COMMERCIO, DAZI E POLITICA


Secondo il quale, nessuno dei recenti sviluppi (commercio, dazi, politica e geopolitica) dovrebbe essere considerato a favore del mercato. Infine, ma non certo per importanza, mentre attualmente le valutazioni delle asset class sono un po’ più interessanti rispetto all’anno scorso, il capitolo inflazione resta cruciale. Prezzi al consumo più elevati costituiscono ancora uno dei rischi chiave, ma è pur vero che, a parte l’indice dei prezzi di produzione americano, non sembrano emergere segnali precisi circa un incremento sostanziale del carovita. “Questo è importante per via della stretta connessione tra la stabilità dei prezzi e la probabilità che il ciclo mondiale si inasprisca” conclude Dave Lafferty.
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