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Leadership di Abe in bilico e guerra commerciale: le incognite che incombono sul Giappone

Le tensioni dovute ai dazi potrebbero indurre le imprese a rinviare i piani di investimento e di assunzione, mentre un cambio di governo potrebbe modificare l'orientamento economico e fiscale del Paese.

17 Luglio 2018 17:25
financialounge -  Candriam Christophe Dumont cina dazi giappone Shinzo Abe USA yen

La guerra commerciale fra Cina e USA e il crollo dell’indice di gradimento del primo ministro, Shinzo Abe, incombono sul Giappone e su uno scenario non proprio roseo in cui il Paese sta già combattendo un debito pubblico elevatissimo e la crescita più lenta, tra le economie avanzate, riscontrata nel primo trimestre.

La penalizzazione dei dazi potrebbe incidere negativamente su un mercato azionario orientato all'esportazione e, peggiorando, indurre le imprese a rinviare i propri piani di investimento e di assunzione. In più, le probabilità che Abe possa essere rieletto a settembre si sono ridotte di molto, dopo lo scandalo della vendita ad un prezzo di estremo favore dallo Stato alla scuola privata confessionale Morimoto Gakuen di oltre 8mila metri quadrati di terreno, che ha coinvolto lui, sua moglie ed i vertici del ministero delle Finanze. Uno scandalo che ha portato al suicidio di un funzionario ed alle dimissioni del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Sayuri Sagawa.

Intanto, Shigeru Ishiba, rivale di lunga data del premier giapponese, è pronto a formalizzare la propria candidatura alla leadership del Partito liberaldemocratico (Ldp).

PRIMA CONTRAZIONE DEL PIL DAL 2015


Il PIL nipponico ha registrato una contrazione per la prima volta dal quarto trimestre del 2015. Mentre a fine 2017 l’economia giapponese aveva chiuso con una crescita dell’1,6%, inanellando l’ottavo trimestre consecutivo di espansione, il Prodotto Interno Lordo giapponese ha subito, nei primi tre mesi del 2018, una battuta d'arresto, calando dello 0,6%.

MOTIVI DI MODERATO OTTIMISMO


“Anche se ad inizio anno la crescita è stata inferiore alle attese, rimaniamo moderatamente ottimisti, in quanto l’ammontare delle retribuzioni continua ad aumentare e cresce a un ritmo più rapido rispetto all'inflazione. A maggio il tasso di disoccupazione si attestava al 2,2%. Inoltre, le imprese continuano ad impegnarsi ad investire, come risulta dall'ultimo rapporto economico Tankan, pubblicato il 2 luglio scorso", ha commentato Christophe Dumont, Macro Economist di Candriam Investors Group.

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L’ATTRATTIVITÁ DELLO YEN


Dal canto suo, lo yen giapponese sta mostrando la sua attrattività come bene rifugio per gli investitori europei, controbilanciando il divario dei tassi d'interesse.

Un sassolino nella scarpa per le aziende che non possono più fare affidamento sulla debolezza della valuta per alimentare i ricavi provenienti dall'estero.

EFFETTI DELLA SITUAZIONE POLITICA


I titoli azionari nipponici mostrano un indebolimento del momentum degli utili e attualmente faticano a guadagnare terreno, mentre altri Paesi dovrebbero registrare una crescita più solida”, ha aggiunto l’esperto. “Dopo essere stati costruttivi sull’azionario giapponese a partire dalla scorsa estate, a giugno siamo tornati ad essere prudenti”.

Specie per gli effetti del rischio politico: se Shinzo Abe non dovesse essere rieletto, il nuovo capo del partito potrebbe modificare l'orientamento economico e fiscale del Giappone.

L'Ldp è chiamato a decidere sul calendario della corsa per la leadership del partito a fine agosto. Oltre a quello di Ishiba, sono diversi i nomi dei candidati, benché nessuno ancora ufficiale.

Quasi tutti d’accordo sull’importanza del risanamento del bilancio a favore dell’aumento delle aliquote IVA previsto per ottobre 2019, mentre gli effetti collaterali della politica monetaria sembrano essere motivo di preoccupazione all’unanimità.

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LA CONCLUSIONE DELL’ESPERTO


L'orientamento della politica monetaria non dovrebbe subire cambiamenti dal momento che persino due anni consecutivi di crescita positiva non sono riusciti a spingere l'inflazione al rialzo”, ha concluso Dumont, ribadendo che un mix di politiche accomodanti rimane essenziale per l'economia giapponese.
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