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A Wall Street vince chi ha azioni da vendere

Sul banco degli imputati per gli storni si alternano i dazi di Trump, il datagate di Facebook e i timori su Tesla, ma il vero gioco è un altro: chi ha in cascina azioni da vendere vince.

29 Marzo 2018 08:00
financialounge -  azioni libor Wall Street

Chi segue FinanciaLounge conosce bene il nuovo gioco che si sta giocando da un mese a questa parte a Wall Street, con ripercussioni su tutte le altre piazze azionarie, e che si chiama ‘sell the rally’.

UN GIOCO DESTINATO A DURARE


Ne parliamo dal "Caffè Scorretto" dello scorso 5 marzo. E’ un gioco semplice, che nel solo mese di marzo è andato in replica almeno tre volte, con la media mobile a 200 giorni a fare da supporto per i principali indici, a cominciare dal Dow Jones, che si muove tra i massimi in area 25.300 e i minimi in area 23.500. A questo gioco, le carte le ha in mano chi ha accumulato azioni da tre anni a questa parte, non credendo alle cassandre che prevedevano dal 2015 in poi un tracollo imminente di un mercato giudicato sopravvalutato, e ora può approfittare delle risalite per alleggerire e portare a casa il profit. Chi invece nello stesso periodo è rimasto a guardare aspettando l’attesa correzione fa il gioco opposto, vale a dire compra sugli storni sperando in una ripartenza. Ma i rally durano poco, perché dallo scossone di fine gennaio-inizio febbraio il mercato è entrato in una fase laterale, che probabilmente durerà a lungo.

https://vimeo.com/262171488

DOVE SI ANNIDANO I RISCHI


La scusa per vendere si trova sempre, una volta sono i dazi di Trump, un’altra il Russiagate, un’altra il datagate di Facebook, un’altra ancora i timori sulla sostenibilità delle valutazioni raggiunte da Tesla. Ma sono appunto scuse, che con le vere ragioni c’entrano poco. I rischi veri casomai si annidano nelle tensioni su Libor sul dollaro, che da gennaio continua a salire. Il Libor è il termometro del clima di fiducia sul mercato interbancario, e al Libor sono agganciati i derivati per migliaia di miliardi di dollari che girano per il mondo. Il movimento potrebbe segnalare problemi di liquidità da qualche parte tra Europa e Asia, ma per ora siamo molto lontani dai livelli raggiunti in coincidenza della crisi del 2008. E quindi resta la realtà di un mercato laterale, che si muove soprattutto guidato da fattori tecnici, come supporti, resistenze, etc. Fattori tecnici che come abbiamo visto riservano qualche sorpresa. Ad esempio che Milano è messa meglio di Francoforte se si guarda alla media mobile a 200 giorni dell’FTSE Mib comparata a quella del tedesco DAX.

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TEMPO DI MIETITURA


Per quanto andrà avanti? Un bel po’ di tempo, forse per buona parte dell’anno in corso. Le variabili da tenere d’occhio sono due, i dati che arrivano dal fronte delle economie reali e quelli delle trimestrali, che a Wall Street cominciano a uscire tra poco. Alcuni indicatori anticipatori segnalano che la ripresa globale in corso potrebbe aver toccato un picco a inizio anno, anche se resta robusta. Gli utili societari invece devono mostrare che i prezzi raggiunti dalle azioni sono sostenibili e coerenti con i risultati attesi in futuro. Ci vuole appunto tempo. Per chi ha accumulato titoli negli ultimi anni non è un problema, è un tempo di mietitura. Avanti con il ‘sell the rally’.
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