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Guerra commerciale, il tallone d’Achille USA potrebbe essere il mercato agricolo

La soia americana, per esempio, potrebbe costituire la più micidiale arma di ritorsione a disposizione della Cina in una guerra commerciale con gli Stati Uniti.

26 Marzo 2018 09:40
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I dazi sulle importazioni annunciati dall'amministrazione Trump minacciano di innescare una guerra commerciale globale. Ma quello che forse non sembra immediatamente evidente è che l’escalation delle ritorsioni cinesi potrebbe avere implicazioni negative sul mercato agricolo statunitense, dove i prezzi domestici della soia potrebbero risentirne maggiormente. Infatti, come sottolinea un articolo di Marketwatch, i partner commerciali statunitensi in tutto il mondo hanno minacciato di vendicarsi delle tariffe introdotte da Trump sull’acciaio e sull’alluminio.


SE SALTA L’ACCORDO NAFTA


Canada e Messico, per esempio, potrebbero indirizzare le ritorsioni su una gamma più ampia di prodotti agricoli. È vero che queste due nazioni sono esenti dai dazi statunitensi in materia di alluminio e acciaio, ma le minacce statunitensi di ritirarsi dall'Accordo di libero scambio nordamericano (NAFTA) hanno scosso le relazioni tra Washington e due dei principali partner commerciali agricoli degli Stati Uniti per prodotti come mais, maiale e verdure. Nel 2016, le esportazioni statunitensi di prodotti agricoli in Canada hanno totalizzato 23 miliardi e 18 miliardi in Messico: il Messico è anche il secondo mercato per la soia negli Stati Uniti.


L’ARMA DI PECHINO: LA SOIA


Ma, nel caso di un'effettiva guerra commerciale globale, la Cina potrebbe avere la migliore arma di rappresaglia nel mercato agricolo: la soia. Pechino, infatti, potrebbe facilmente imporre le proprie tariffe sul costo dei semi di soia e dal momento che la Cina è tra i primi importatori agricoli statunitensi, una tale guerra delle imposte potrebbe creare seri problemi per i produttori USA di soia. Si prevede che le importazioni mondiali di soia raggiungeranno 151 milioni di tonnellate quest'anno, di cui 97 milioni, pari al 64%, saranno importate dalla Cina. I due maggiori esportatori di semi di soia, il Brasile e gli Stati Uniti, dovrebbero soddisfare quasi l'85% della domanda totale globale di importazioni.

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LA PRESSIONE DELLE ELEZIONI DI MIDTERM


Il fatto che l'amministrazione Trump abbia messo al primo posto la politica commerciale in questo anno di elezioni di midterm era ampiamente prevista dagli esperti di PIMCO. “Infatti - specificano Libby Cantrill, Managing Director e Head of Public Policy,  e Tiffany Wilding, U.S. Economist di PIMCO - il recente ampliamento del deficit commerciale degli Stati Uniti (salito di 57 miliardi di dollari su base annua), ha accelerato l’urgenza da parte dell'amministrazione Trump per un commercio giusto e reciproco”. Secondo Cantrill e Wilding però bisogna prepararsi alle prossime decisioni in tema di dazi commerciali che dovrebbero avere un potenziale impatto economico ancor più significativo.

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I PERICOLI DI UNA ESCALATION


“Gli investitori dovrebbero quindi tenere a mente che, se è vero che i dazi attualmente introdotti dovrebbero avere effetti diretti limitati sull'economia degli Stati Uniti, è ancora più vero che nel momento in cui le ritorsioni aumentassero, i dazi potrebbero avere implicazioni più ampie per la crescita degli Stati Uniti e per le principali relazioni commerciali” puntualizzano Cantrill e Wilding il cui riferimento è, per esempio, ai dettagli che saranno resi noti nelle prossime settimane dall’indagine sulle pratiche commerciali cinesi nell’ambito della sezione 301 del Trade Act (relative alle proprietà intellettuali USA violate dai cinesi).
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