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Volatilità dei mercati? È solamente un ritorno alla normalità

Il brusco aumento della volatilità dei mercati deve essere contestualizzato: era troppo bassa ed aveva abituato male gli investitori, che ora devono essere più prudenti.

14 Febbraio 2018 07:50
financialounge -  correzione di borsa Dan Ivascyn mutui PIMCO Scott Mather settore immobiliare USA volatilità

Il brusco ritorno della volatilità sul mercato ha comprensibilmente innervosito molti investitori. Alla luce di questa importante novità, il 9 febbraio Dan Ivascyn, CIO globale, e Scott Mather, CIO U.S. core strategies di PIMCO, hanno discusso sia dei fenomeni ciclici a breve termine della settimana passata che dei fattori a lungo termine, che si estendono su più anni. Il punto principale da considerare è che, secondo i due manager, finalmente si torna ai normali livelli di volatilità.

“L'economia americana si avvicina alla piena capacità e, inoltre, stiamo assistendo a nuovi stimoli fiscali peraltro nella fase finale del ciclo: tutto questo ha implicazioni per la crescita economica e l'inflazione. Sullo sfondo, però, il recente accordo a Washington sul bilancio federale è l’ulteriore dimostrazione che il Congresso è disposto a consentire la spesa in deficit” spiegano Dan Ivascyn e Scott Mather che, nonostante gli attuali livelli di volatilità, non prevedono implicazioni sull'economia reale.

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Tuttavia, specificano i due manager, è probabile che la volatilità persisterà e ciò potrebbe aumentare il rischio di un impatto nel tempo. D’altra parte, argomentano i due manager, l’aumento improvviso della volatilità di queste ultime settimane è figlia delle valutazioni iniziali, che si erano spinte molto all’insù nell’ambito dei titoli azionari e in alcuni segmenti dei mercati del reddito fisso: ecco perché i mercati sono più facilmente spaventati dalle notizie negative. Inoltre, se è vero che le obbligazioni societarie sono risultate in queste ultime due settimane meno instabili delle azioni, è altrettanto vero che questo sta mascherando alcuni rischi e debolezze nei mercati del credito che potrebbero creare opportunità per gli investitori.

“Il nostro scenario di base resta quello che vede l'espansione economica globale e l'inflazione proseguire ad un ritmo moderato. Tuttavia, riconosciamo che il rischio di inflazione a breve termine costituisca una preoccupazione legittima per gli investitori. Oltretutto, prevediamo che lo stimolo fiscale aumenterà leggermente la crescita dell'economia degli Stati Uniti e che l'inflazione possa raggiungere o superare l'obiettivo della Federal Reserve quest'anno” specificano Dan Ivascyn e Scott Mather.

I due manager, però, pur ammettendo che si stanno registrando picchi di inflazione in alcune parti del mondo che potrebbero portare a tassi di interesse locali più elevati, non si aspettano un fenomeno di prezzi al consumo in rialzo che porti a un cambio di paradigma o a tassi di interesse in aumento più sostenuto. Detto questo, i due manager stanno gradualmente riducendo il rischio nei portafogli, aumentando la liquidità e osservando le eventuali opportunità create dalla volatilità.

“Innanzitutto i rendimenti dei titoli di stato USA a 10 anni non dovrebbero aumentare molto al di sopra del 3%. Tuttavia, mentre l’aumento dei rendimenti nel segmento breve della curva sembra equo con lo scenario atteso, nei tassi a più lungo termine è probabile una maggiore spinta al rialzo dei tassi di interesse a causa delle maggiori aspettative inflazionistiche, del ritorno dei premi a termine e delle preoccupazioni sui deficit fiscali” sostengono Dan Ivascyn e Scott Mather, che vedono valore nei titoli statunitensi di alta qualità nella parte intermedia della curva (i titoli con scadenza tra i tre e i 9 anni) e reputano interessante, in generale, il settore dei mutui.

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Più prudenti, i due manager, lo sono invece sulle obbligazioni societarie mentre sui titoli legati all'inflazione, che rimangono secondo loro a prezzi interessanti, stanno osservando gli effetti della volatilità sui loro corsi. Più nello specifico, Dan Ivascyn e Scott Mather, preferiscono restare prudenti in merito alla duration (la scadenza media dei titoli in portafoglio e quindi alla sensibilità delle variazioni sui tassi), sebbene ritengano che i tassi rimarranno probabilmente entro limiti stabiliti. Inoltre, mentre restano attivi sugli investimenti nel settore immobiliare, hanno mantenuto elevate allocazioni in obbligazioni di alta qualità negli Stati Uniti e in Australia in quanto potrebbero fornire una copertura contro un rallentamento in Asia, in particolare in Cina.
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