BTP
BTP 2067 e il BTP 2037, rischio per rialzo dei tassi per chi li ha in portafoglio
Anche un ritocco minimo può provocare perdite tra uno e otto punti percentuali a seconda della durata del titolo.
12 Gennaio 2018 09:33

Nelle previsioni 2018 per il mercato obbligazionario gli esperti ricorrono spesso ad una raccomandazione per tutti coloro che hanno in portafoglio titoli di stato e bond societari o che desiderassero acquistarli (anche tramite ETF, fondi e SICAV): oltre ai tassi di interesse ai minimi storici, occorre fare attenzione al rialzo dei tassi perché potrebbe provocare perdite anche piuttosto ingenti.
Quest’ultima avvertenza può tuttavia risultare controintuitiva e generare confusione. Infatti se aumentano i tassi di rendimento si potrebbe immaginare che aumenteranno anche i guadagni. In realtà questo è vero solo per chi compera il titolo ‘dopo’ che l’aumento dei tassi è avvenuto ma non per chi il titolo obbligazionario lo ha già in portafoglio: in quest’ultimo caso, infatti, il prezzo del titolo scenderà in misura tanto più ampia quanto è più lunga la scadenza del titolo stesso. Possiamo capire in termini concreti questo meccanismo osservando quanto è successo nell’ultimo mese sul mercato dei titoli di stato italiani con una scadenza lunga.
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L’8 dicembre scorso il BTP 1.11.2022 (scadenza a 5 anni) era quotato 124,135 euro e offriva un rendimento annuo dello 0,50%: lo scorso 10 gennaio, a fronte di un rendimento annuale in rialzo allo 0,74% (+0,24%) il prezzo era invece sceso dell’1,4%. Nello stesso arco di tempo il BTP decennale (1.11.2027) a fronte di un rendimento in rialzo dello 0,37% (dall’1,65% dell’8 dicembre al 2,02% del 10 gennaio) aveva perso il 3,02%, il BTP ventennale (1.2.2037) a fronte di un rendimento in aumento dello 0,36% (dal 2,49% dell’8 dicembre al 2,85% del 10 gennaio) lasciava sul terreno il 4,99% del suo prezzo e il BTP a 50 anni (1.3.2067) a fronte di un aumento del tasso di rendimento annuo dello 0,33% (dal 3,12% del’8 dicembre al 3,45% del 10 gennaio) accusava una quotazione in calo del -7,81%. Come si può constatare è bastato un modesto rialzo dei tassi di interesse del mercato obbligazionario (tra il +0,24% e il +0,37%) per provocare perdite comprese tra il -1,4% e il -7,81% in funzione della diversa durata di scadenza del titolo.
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Come muoversi? Chi, per esempio, ha in portafoglio un BTP decennale deve sapere che se i tassi salissero di un mezzo punto percentuale nei prossimi 12 mesi potrebbe arrivare a perdere il 4,1% circa solo parzialmente compensato dalla cedola (2,02%): quindi, fra 12 mesi, un rialzo di solo mezzo punto percentuale farebbe perdere oltre due punti percentuali netti al possessore di un BTP 1.11.2027.
Quest’ultima avvertenza può tuttavia risultare controintuitiva e generare confusione. Infatti se aumentano i tassi di rendimento si potrebbe immaginare che aumenteranno anche i guadagni. In realtà questo è vero solo per chi compera il titolo ‘dopo’ che l’aumento dei tassi è avvenuto ma non per chi il titolo obbligazionario lo ha già in portafoglio: in quest’ultimo caso, infatti, il prezzo del titolo scenderà in misura tanto più ampia quanto è più lunga la scadenza del titolo stesso. Possiamo capire in termini concreti questo meccanismo osservando quanto è successo nell’ultimo mese sul mercato dei titoli di stato italiani con una scadenza lunga.
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