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Bitcoin, le sirene della speculazione non incantano l'investitore di lungo termine

L’ascesa inarrestabile dei prezzi del bitcoin è pura speculazione: l’investitore di lungo termine, invece, deve continuare a puntare su ciò che si può valutare.

6 Dicembre 2017 09:25
financialounge -  bitcoin Carlo Benetti criptovalute GAM

Il valore delle criptovalute (in particolare, ma non solo, quello del bitcoin) è aumentato di pari passo con l’incremento delle persone che le utilizzano e delle società che le accettano come mezzo di pagamento. La loro funzione iniziale consiste nello stabilire un sistema di pagamenti decentralizzato e indipendente dal sistema monetario tradizionale: niente a che vedere né con la speculazione e neppure con l’avvicendamento delle valute tradizionali.

“Possiamo dividere gli investitori in due grandi categorie, i ‘true believers’ e gli speculatori. I primi sono sinceramente convinti che le valute digitali saranno la moneta del futuro, i secondi non sono sicuri di aver capito di che si tratti (o rinunciano del tutto a capire), vedono solo l’occasione di facili guadagni” specifica, nell’Alpha e il Beta del 4 dicembre, Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, che poi aggiunge: “Non sappiamo quale sia il numero dei ‘true believers’ rispetto al novero degli speculatori: quanto più i primi sono inferiori ai secondi, tanto più il bitcoin è fragile, vulnerabile a segnali negativi. La domanda corretta non è tuttavia chiedersi se siamo in presenza di una bolla speculativa ma se sia possibile tentare valutazioni di natura fondamentale dalle quali ricavare commenti ragionati e ragionevoli”.

A questo proposito può tornare utile la metafora del “cerchio della competenza” utilizzata da Warren Buffett e dal suo socio Munger, che più o meno recita così: “Non è importante il diametro del cerchio che ciascuno può tracciare attorno alle proprie conoscenze, va bene conoscere molto di poco, vanno bene anche conoscenze approssimative quando se ne è consapevoli; ciò che è davvero importante è sapere con esattezza dove comincia la propria ignoranza e non illudersi nel ritenere di saperne di più di quanto in realtà si sappia”.

La regola del cerchio delle competenze ha tenuto lontani Buffett e Munger dagli investimenti nelle società dot.com a fine anni ’90 per il semplice fatto che i due investitori rinunciarono a investire in società di cui non capivano pienamente le dinamiche del business né i multipli stellari quotati dal mercato.

“Si attennero, semplicemente, al concetto di valore nel lungo termine, l’unico orizzonte buono per l’investitore sagace” sottolinea Carlo Benetti, ricordando pure che la scelta di Buffett e Munger, di rinunciare ai titoli internet alla fine dello scorso secolo costò loro anni di performance modeste e critiche anche aspre da parte degli azionisti, salvo poi essere celebrati come semi-dei dopo il botto.

“A proposito di investimenti di lungo termine, vale la pena ricordare Fred Schwed Jr, un esperto di borsa americano degli anni ’30 assertore del fatto che la speculazione è il tentativo di trasformare una piccola somma in una fortuna, l’investimento è invece l’attività che impedisce a una fortuna di trasformarsi in una piccola somma” rivela Carlo Benetti, per puntualizzare l’aspetto distintivo di chi, come GAM, si occupa di investimenti.

“È lecito dubitare della sostenibilità delle valute digitali. Possiamo invece essere ragionevolmente sicuri che la tecnologia sottostante è destinata a restare, come tutte le innovazioni che migliorano l’efficienza e la sicurezza di processi. La tecnologia ‘Blockchain’ non serve solo alle transazioni finanziarie ‘peer-to-peer’, è già impiegata nella logistica e nell’agricoltura per il controllo della sicurezza del cibo, garantisce la tracciabilità e la trasparenza della catena della trasformazione degli alimenti” conclude Carlo Benetti.
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