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Portafogli obbligazionari, un nuovo approccio tra benchmark e strategie alternative

Esiste un terzo approccio, flessibile e svincolato dal mercato, che si distingue tra quello tradizionale legato al benchmark e le strategie alternative.

15 Novembre 2017 09:43
financialounge -  benchmark Legg Mason Matteo Lenardon mercati obbligazionari

Nell’articolo “Investimenti obbligazionari, verso una maggiore flessibilità” è stato illustrato perché la fase toro del mercato obbligazionario (con tassi in discesa e prezzi in salita) che dura da oltre trent’anni potrebbe essere in via di conclusione. E si è accennato al fatto di come le strategie tradizionali legate a precisi benchmark obbligazionari potrebbero soffrire nel nuovo scenario di tassi di interesse in rialzo.

In questo articolo, partendo dalle aspettative di rendimento dell’indice Barclays Bloomberg Global Aggregate, approfondiremo le ragioni in base alle quali, da adesso e per i prossimi anni, una strategia efficiente per l’investimento obbligazionario è rappresentata da un approccio flessibile e svincolato da un benchmark.

Quali sono dunque le aspettative di rendimento dell’indice Barclays Bloomberg Global Aggregate? Il 30 giugno 2017 quest’indice offriva un rendimento dell’1,63%, tanto basso da offrire poca protezione agli shock che potrebbero presentarsi in futuro. Non solo.

“Analizzando la scomposizione di questo rendimento, circa il 15% dei titoli sottostanti nell’indice paga un rendimento negativo, erodendo di fatto il capitale, mentre un altro 21,8% paga un rendimento positivo compreso entro il punto percentuale” spiega Matteo Lenardon, Deputy Country Head di Legg Mason Global Asset Management, che poi aggiunge: “Gli investitori vincolati dal mandato di mantenere le allocazioni prossime all’indice, subiscono le implicazioni della presenza in portafoglio di questi titoli così poco remunerativi, mentre i gestori svincolati dal benchmark, e che quindi hanno la possibilità di scegliere di evitare i segmenti obbligazionari meno interessanti del mercato, si staranno già muovendo per ricercare fonti di rendimento più soddisfacenti”.

Per tutte queste ragioni non è quindi forse esagerato affermare che gli investimenti a reddito fisso si trovino in una fase di cambiamento epocale. Di fatto, dalle discussioni con gli investitori emerge la loro ampia intenzione di analizzare attentamente e di riflettete in maniera approfondita su come strutturare al meglio le esposizioni nella prossima fase di mercato.

In particolare, nel settore della gestione patrimoniale, la reazione a queste nuove esigenze è stata quella di creare una vasta gamma di strategie e prodotti. Un’innovazione che si è osservata nello sviluppo di strategie di nicchia destinate a sfruttare le fonti di alfa (extra rendimento rispetto al mercato) strutturale attraverso approcci svincolati di ampio respiro che si allontanino dal benchmark in cerca dell’equilibrio perfetto tra rischio rendimento.

“Tuttavia, sebbene nuovi approcci e nuove strategie si moltiplichino, la loro definizione non è così semplice e gli investitori si chiedono come costruire portafogli in un contesto in cui i principali mercati del reddito fisso offrono minore protezione e, potenzialmente, diventano più correlati agli asset di crescita tradizionali”, precisa Matteo Lenardon.

Di fatto, il confine diventa ancora più sfocato a causa dell’aumentare delle strategie obbligazionarie alternative che hanno un approccio aggressivo e che ricorrono a tecniche di shorting, trading complesso e strategie basate sui derivati. Ma il problema per chi investe nel mercato obbligazionario e che è potenzialmente esposto al “rischio senza rendimento”, la domanda è come invertire questa situazione per ottimizzare i risultati. Bisogna chiedersi quindi: dove si trova il valore nei mercati? A questa domanda risponderemo nel prossimo articolo, dove si forniranno esempi pratici di opportunità di investimento obbligazionario in questo complesso contesto di mercato.
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