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ETP, a ottobre forti acquisti su Wall Street e vendite cospicue sui Treasury

Oltre la metà dei 58,5 miliardi di dollari di raccolta netta mensile del mercato globale degli ETP in ottobre è confluito sui prodotti azionari USA.

14 Novembre 2017 09:22
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Ad ottobre tutti pazzi per gli ETP (l’aggregato di ETF, ETC e ETN) azionari statunitensi. Infatti, a fronte di una raccolta totale a livello globale di 58,5 miliardi che ha proiettato a quota 517,1 miliardi la raccolta da inizio anno (un livello che si colloca già al di sopra dei flussi record dell’intero 2016), gli ETP azionari statunitensi hanno contabilizzato entrate nette per 30,5 miliardi, trainate dagli ETP azionari USA large cap (16,3 miliardi) e dagli azionari USA small cap (5,0 miliardi).

A giocare a favore di queste asset class, sia la solidità dei risultati aziendali trimestrali (che stanno evidenziando profitti mediamente superiori alle attese) sia il rinnovato ottimismo per l’approvazione della riforma fiscale promossa dall’amministrazione Trump.

Restando tra le categorie più gettonate nel mese, molto bene pure l’andamento degli ETP azionari paesi emergenti che hanno incamerato 4,6 miliardi.

Male, al contrario, gli ETP azionari Giappone il cui saldo mensile è in rosso (-1,7 miliardi), e gli ETP specializzati sui Treasury USA (-1,2 miliardi): in quest’ultimo caso, le aspettative per un rialzo dei tassi da parte della Fed e del mercato obbligazionario americano hanno incoraggiato gli investitori ad alleggerire le posizioni nei titoli governativi statunitensi.

A livello aggregato, gli ETP azionari hanno registrato flussi netti mensili per 46 miliardi (e 365,2 miliardi nei primi 10 mesi del 2017), mentre gli ETP ad indirizzo obbligazionario hanno contabilizzato flussi netti mensili per 10,4 miliardi (137 miliardi da inizio anno).

Per quanto riguarda infine gli ETP specializzati sulle materie prime, il saldo totale mensile è positivo per 500 milioni, ma con gli ETP auriferi in attivo per 200 milioni e quelli focalizzati sul petrolio in rosso per 400 milioni.

Secondo gli addetti ai lavori, è probabile che quest’ultima tendenza possa proseguire in quanto le quotazioni dell’oro distano oltre il 35% dai massimi del 2012, mentre i prezzi del greggio hanno inanellato una lunga serie di rialzi negli ultimi mesi.
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