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Banche centrali, cambia lo scenario per gli investitori

Le Banche centrali si avviano verso la normalizzazione dei tassi: ecco le implicazioni per investitori sia in ambito azionario che in quello obbligazionario.

13 Ottobre 2017 09:34
financialounge -  banche centrali David Lafferty Natixis Investment Managers quantitative easing tassi di interesse

Perché gli investitori sembrano non essere preoccupati del fatto che le Banche centrali hanno ormai intrapreso il sentiero verso la normalizzazione dei tassi? Se lo è domandato Dave Lafferty, Chief Market Strategist di Natixis Global Asset Management, spiegando che il piano di riduzione dei titoli pubblici detenuti in bilancio annunciato dalla Federal Reserve sarà graduale mentre, in parallelo, proseguirà il piano di acquisti della Banca centrale europea e della Banca del Giappone: la risultante è che gli asset delle Banche Centrali a livello globale non sono destinati a diminuire prima del terzo o del quarto trimestre del 2018.

“La decisione dei banchieri centrali di iniziare a ridurre gli stimoli deriva proprio dai rischi connessi con la crescita sincronizzata dell'economia, la diminuzione della disoccupazione, il migliore utilizzo delle risorse che possono essere sintetizzati in un unico concetto: aumento delle pressioni inflazionistiche. È proprio per questo che sul tavolo ci sono le questioni relativi al rialzo dei tassi e al Quantitative Tightening. Pertanto, lo scenario appena delineato può essere considerato come uno scenario di ‘good tightening’" specifica Dave Lafferty secondo il quale, in ogni caso, cambia lo scenario per gli investitori.

“Riteniamo probabile che i rendimenti obbligazionari rimangano stabili con una leggera distorsione verso l’alto in quanto i tassi di crescita reali e nominali superano ancora i tassi di interesse reali e nominali. Inoltre i vincoli sulla crescita potenziale, uniti all’eccesso di risparmio, potrebbero limitare ulteriormente l’aumento dei rendimenti obbligazionari” argomenta Dave Lafferty che continua a privilegiare i settori obbligazionari societari e dei titoli strutturati, con una preferenza per i titoli con rating BBB e bank loan rispetto a quelli high yield, in quanto gli attuali livelli di spread non giustificano l’assunzione di un rischio credito elevato.

“Lo stesso outlook può valere per il mercato azionario globale. La crescita degli utili dovrebbe rimanere positiva, ma non vi è motivo di prevedere un’espansione dei multipli di Borsa rispetto ai livelli attuali. Così come per le obbligazioni, è possibile che le azioni offrano ritorni positivi nei prossimi anni, ma pur sempre inferiori alla media” conclude Dave Lafferty.
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