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Piazza Affari: indici ancora lontani dai livelli pre-crisi, ma in graduale recupero

Le buone prospettive di recupero da parte delle banche e delle aziende del lusso fanno ipotizzare un ulteriore avvicinamento degli indici di Piazza Affari ai livelli pre-crisi.

12 Settembre 2017 10:05
financialounge -  GAM GAM Multi Asset Strategic italia Massimo De Palma mercati azionari Piazza Affari settore bancario

A luglio 2007 emersero i primi scricchiolii sulle emissioni obbligazionarie subprime USA e da quel momento iniziò la grande crisi che culminò con il fallimento della banca d’affari americana Lehman Brothers il 15 settembre 2008.

Da allora molte cose sono cambiate e, grazie anche al certosino e costante lavoro della banche centrali, i mercati finanziari si sono ripresi. Tuttavia, mentre gli indici di Wall Street e Francoforte hanno ritoccato all’insù i primati pre-crisi, quelli di Piazza Affari sono rimasti indietro.

Lo storico indice Comit globale, per esempio è ancora il 37,93% al di sotto del livello pre-crisi. Osservando però i singoli settori della borsa italiana, si può constatare che alcuni di essi sono ampiamente al di sopra dei liveli pre-crisi (come l’elettronico- elettrotecnico, l’alimentare, l’auto e gomma, e il farmaceutico biomedicale) mentre altri mostrano distanze anche superiori al -50%: dai trasporti e turismo (-52%) ai finanziari (-62%), dagli assicurativi (-65%) ai cartari editoriali (-74%), dai bancari (-79%) agli immobiliari (-86%).

“Da un certo punto di vista l’indice italiano, ancora lontano dai livelli pre-crisi, riflette la situazione economica: anche i principali indicatori macroeconomici non hanno ancora recuperato i livelli di pre crisi” commenta Massimo De Palma, Responsabile del team di gestione del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU1022124520"]GAM Multi Asset Strategi [/tooltip-fondi] (MuSA) che, però, subito dopo aggiunge: “È però anche vero che la composizione dell’indice ha una influenza non secondaria. L’elevata percentuale di titoli bancari ha ostacolato non poco il recupero rispetto agli altri mercati europei. L’Italia sta uscendo lentamente da un lungo processo di trasformazione del settore, ancora non ultimato. Il peso dei non performing loan (NPL, le sofferenze) sta progressivamente riducendosi per limitare l’impatto sui bilanci. Se guardiamo invece all’indice delle mid&small cap, per loro natura più dinamiche, sono riuscite a recuperare i livelli pre-crisi più rapidamente”.

Secondo Massimo De Palma, nel momento in cui dovesse proseguire il processo di ristrutturazione e trasformazione del settore bancario, con anche una progressiva normalizzazione della politica dei tassi d’interesse da parte della BCE, si creerebbero le condizioni per un recupero da parte delle aziende del settore.

“Così come quelle del lusso che dovrebbero beneficiare di una crescita economica mondiale sincrona. Il turismo internazionale, quello cinese in particolare, è ripartito e questo dovrebbe generare incrementi nei fatturati” conclude Massimo De Palma.
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