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Idee di investimento – Azioni – 02 maggio 2017

2 Maggio 2017 09:21
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Delle quattro prossime elezioni in Europa, Regno Unito, Germania, Francia e Italia, sono queste ultime due a presentare i maggiori aspetti di rischiosità. “Attualmente non abbiamo esposizione diretta all’Italia in nessuno dei nostri portafogli. Tuttavia, se un paese europeo dovesse abbandonare l’euro o la UE creerebbe notevoli implicazioni sugli altri paesi del Vecchio Continente e susciterebbe numerose domande circa la stabilità delle strutture economiche e finanziari europee per non parlare del valore dei contratti denominati in euro con le controparti straniere” fa sapere nell’articolo “Elezioni in Europa, i rischi maggiori in Italia e in Francia” Sudhir Roc-Sennett, Senior Portfolio Advisor della boutique Quality Growth di Vontobel AM, commentando i possibili impatti delle prossime elezioni europee nelle quali intravede i rischi maggiori in Italia e in Francia.

Dopo l’esito del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia che ha visto l’ex ministro dell’Economia, Emmanuel Macron, registrare il 23,9% dei consensi, seguito dal candidato di estrema destra, Marine Le Pen che si è fermata al 21,4%, nell’articolo “Francia, ora gli investitori possono rivalutare l’azionario europeo” Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist di Schroders ha commentato: “La sfida in Francia non è certamente finita, ma gli investitori probabilmente si sono tranquillizzati e iniziano a pensare alle valutazioni più attraenti dell’azionario europeo, un mercato che ha faticato a tenere il passo delle opportunità globali offerte dal contesto di reflazione, proprio a causa dell’incertezza politica”. Secondo Azad Zangana mentre Marine Le Pen sosterrà che la globalizzazione ha fallito e che la Francia dovrebbe cercare di utilizzare politiche protezionistiche per contrastare i danni subiti dai lavoratori francesi, Macron, preferirà ribadire come la globalizzazione e l’Unione Europea abbiano migliorato, a livello economico e di sicurezza, la Francia e che adottare misure anti-competitività non è la risposta giusta. Macron, inoltre, sosterrà la necessità di riforme mirate per aiutare tutti coloro che sono rimasti indietro o che abbiano pagato il prezzo più alto durante gli ultimi anni di crisi.

In ogni caso, secondo Michael O’Sullivan, CIO di Credit Suisse, Marine Le Pen ha poche possibilità di vincere al ballottaggio. “Una presidenza di Macron sarebbe anche buona per l’Europa. Potrebbe contribuire a rilanciare pienamente il progetto europeo, soprattutto se, nelle elezioni del 24 settembre in Germania, prendesse corpo un governo tedesco (ancora più) pro-europeo” sostiene nell’articolo “Una presidenza francese di Macron sarebbe buona anche per l’Europa” Michael O’Sullivan per il quale la crescita dovrebbe essere estremamente positiva per gli utili aziendali e la qualità delle attività bancarie. E se questa crescita si manterrà su questi ritmi, come il CIO di Credit Suisse si aspetta, allora risulterebbe incoerente con l’atteggiamento estremamente accomodante della politica monetaria della BCE: il manager si aspetta che la banca centrale europea possa frenare, prima, e concludere, subito dopo, il suo programma di QE nel 2018: una decisione che potrebbe essere annunciata nella seconda metà dell’anno.

In Francia, intanto, alle buone notizie dal fronte politico, con il ballottaggio del 7 maggio tra Le Pen e Macron con quest’ultimo favorito, si sommano quelle provenienti dal fronte bancario: gli introiti commissionali incamerati dalla banche d’investimento francesi hanno toccato il record degli ultimi 10 anni. A stabilirlo è l’osservatorio di Thomson Reuters che ha calcolato in 1,1 miliardi di dollari i flussi complessivi di entrata, in termini di commissioni, da inizio anno per le banche d’investimento della Francia: si tratta di un incremento del 31% rispetto agli 840 milioni di dollari dello stesso periodo del 2016. Non solo, come specificato nell’articolo “Banche d’investimento, è boom di introiti per gli istituti francesi”, il totale delle commissioni incassate dalle investment bank francesi dall’inizio di quest’anno rappresenta il 15,8% della torta totale di tutte le banche d’investimento europee, la più alta percentuale di mercato dal 2003.

Un altro tema caldo per gli investitori è quello relativo alla biotecnologia. Secondo gli esperti del settore, il valore potenziale nel medio lungo termine delle azioni del settore biotech è spesso sottovalutato: agli investitori viene infatti in mente cosa accadde nei primi anni duemila quando scoppiò la bolla internet che travolse pure i titoli biotech. Ma da allora le cose sono molto migliorate. Secondo il team di gestione del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0190162189"]Pictet-Biotech[/tooltip-fondi], come ha modo di spiegare nell’articolo “Biotech, il fiore all’occhiello dell’innovazione americana“, anche l’amministrazione Trump potrebbe rivelarsi un fattore positivo in grado di sostenere l’innovazione delle società biotech: il neopresidente ha tenuto spesso a sottolineare quanto sia importante l’innovazione e, dal momento che il settore biotech rappresenta il fiore all’occhiello dell’innovazione americana e offre molti posti di lavoro, è lecito aspettarsi che Trump possa avere un atteggiamento positivo nei confronti del settore. Un settore che, peraltro, potrà beneficiare sia del progetto di riduzione delle tasse societarie, e dell’attività di M&A (fusioni e acquisizioni): molti gruppi farmaceutici saranno incentivati a rimpatriare le ingenti liquidità detenute al di fuori dei confini americani al fine di acquistare società più piccole. Per quanto riguarda il comparto Pictet-Biotech, circa un quarto del portafoglio è investito in aziende specializzate nelle soluzioni per le malattie rare.
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