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Biotech, il fiore all’occhiello dell’innovazione americana

Il settore biotech ha generato ottime performance negli ultimi 10 anni in assoluto e rispetto alla media del mercato azionario ma è fortemente sconsigliato il fai da te.

27 Aprile 2017 09:59
financialounge -  Fondi azionari fusioni e acquisizioni orizzonte temporale Pictet Pictet - Biotech settore biotech USA

Cosa sta succedendo al settore biotech? Se lo chiedono molti investitori che negli ultimi anni hanno puntato sui fondi specializzati sulle società di questo settore con ritorni molto interessanti. Se si osserva l’andamento dei migliori fondi del settore biotech, si nota che dall’inizio di quest’anno evidenziano performance del +12% contro un +4,8% dell’indice MSCI world, rappresentativo delle Borse mondiali. Ma, se l’orizzonte temporale si sposta al 1 gennaio 2016, ecco che la situazione si rovescia nettamente a favore della media dei listini azionari internazionali (indice MSCI world in euro: +16%) con i fondi azionari biotech in perdita del 9 per cento.

Secondo gli esperti, però, il valore potenziale nel medio lungo termine delle azioni del settore delle biotecnologie è spesso sottovalutato: agli investitori viene infatti in mente cosa accadde nei primi anni duemila quando scoppiò la bolla internet che travolse pure i titoli biotech. Ma da allora le cose sono molto migliorate.

In primis, la maggior parte delle compagnie che opera in questo settore è in utile con tassi di crescita annua dei profitti a due cifre. Inoltre molte delle start up del settore hanno allo studio farmaci di nuova generazione che finiscono nel mirino dei colossi farmaceutici che hanno ingenti risorse finanziarie e possono permettersi di fare acquisizioni faraoniche per colmare la necessità di infoltire la pipeline dei prodotti. Infine, ma non certo per importanza, i farmaci classici (compresi quelli che curano una molteplicità di tumori) sono destinati a scomparire, e le società biotech, grazie alle innovazioni tecnologiche più avanzate, possono progettare farmaci per cure personalizzate, meno invasive e più mirate.

Secondo il team di gestione del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0190162189"]Pictet-Biotech[/tooltip-fondi], anche l’amministrazione Trump potrebbe rivelarsi un fattore positivo in grado di sostenere l’innovazione delle società biotech: il neopresidente ha tenuto spesso a sottolineare quanto sia importante l’innovazione e, dal momento che il settore biotech rappresenta il fiore all’occhiello dell’innovazione americana e offre molti posti di lavoro, è lecito aspettarsi che Trump possa avere un atteggiamento positivo nei confronti del settore.

Un settore che, peraltro, potrà beneficiare sia del progetto di riduzione delle tasse societarie, e dell’attività di M&A (fusioni e acquisizioni): molti gruppi farmaceutici saranno incentivati a rimpatriare le ingenti liquidità detenute al di fuori dei confini americani al fine di acquistare società più piccole. Per quanto riguarda il comparto Pictet-Biotech, circa un quarto del portafoglio è investito in aziende specializzate nelle soluzioni per le malattie rare.

“All’interno della terapia genica, caratterizzata dai maggiori potenziale di crescita, ci concentriamo sulle malattie monogeniche e sui disturbi neurologici, i disturbi monogenetici sono causati da una mutazione in un singolo gene: esempi di malattie monogeniche includono l’anemia falciforme o la fibrosi-cistica” specificano gli esperti del team di gestione del fondo convinti che la terapia genica potrebbe rivelarsi l’arma più affidabile per la medicina di precisione contribuendo a fornire i trattamenti e le terapie personalizzate al momento giusto.
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