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PIR, Assogestioni prevede una raccolta da 16 miliardi

Il punto sui PIR, piani di risparmio individuali, i nuovi strumenti pensati per canalizzare gli investimenti nelle piccole e medie imprese italiane.

22 Febbraio 2017 16:41
financialounge -  Assogestioni Fabio Galli imprese Piani Individuali di Risparmio PIR PMI Tommaso Corcos

In attesa dei regolamenti ufficiali, Assogestioni ha organizzato un convegno per illustrare le caratteristiche dei PIR, i piani individuali di risparmio a medio e lungo termine.

Si tratta essenzialmente di un investimento capace di veicolare i risparmi degli italiani verso le imprese nazionali (o operanti in Italia) a piccola e media capitalizzazione. Gestiti da società di risparmio, i PIR possono essere sottoscritti solamente da una persona fisica che potrà investire massimo 30mila euro all’anno fino a un tetto di 150mila euro in 5 anni. L’investitore privato che manterrà il PIR per almeno 5 anni potrà usufruire della detassazione degli utili generati dall’investimento.

Queste, in linee generali, le caratteristiche del prodotto che diverse società di gestione del risparmio si preparano a immettere sul mercato italiano. Ma esistono ancora diversi dettagli tecnici che Assogestioni, invitando diverse personalità istituzionali di rilievo, ha voluto provare a chiarire.

“Sul modello di quanto accade in Francia, Usa e Regno Unito – ha spiegato il presidente di Assogestioni Tommaso Corcos – anche in Italia è nato un programma dedicato ai piccoli risparmiatori”. Secondo le stime di Assogestioni, la raccolta potrebbe arrivare a 16 miliardi di euro, di cui 6 dalle casse dei fondi pensione e 10 dal mercato retail. Di questa somma, almeno 2,1 miliardi dovrebbero finire nelle casse delle aziende a media capitalizzazione italiane. Lo stesso Corcos, nel corso dell’introduzione, ha voluto ribattere ad alcune critiche mosse ai PIR dettate da “scarsa conoscenza del prodotto” che in realtà “gode di un alto grado di diversificazione” e allo stesso tempo “ha una liquidità assolutamente adeguata”.

[caption id="attachment_112955" align="aligncenter" width="650"]Raccolta PIR Previsioni di raccolta dei PIR (fonte: Assogestioni)[/caption]

Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del ministero dell’Economia e delle Finanze, ha sottolineato l’importanza dei PIR per le imprese: “Per il Governo – ha detto Pagani – è un modo per canalizzare gli investimenti delle famiglie nelle aziende italiane. Nonostante la crisi, le imprese hanno mostrato di possedere prodotti in grado di conquistare nuovi mercati e innovazione. Cìò che è mancato sono stati i capitali: in questo modo possiamo andare oltre questo ostacolo. Vista la partenza, credo che la raccolta supererà i 2 miliardi l’anno previsti”.

Fabrizia Lapecorella, direttore generale del dipartimento delle Finanze, ha posto l’accento sulla genesi della norma, nata da “un raccordo costante con l’industria e pensata per segnare una discontinuità col passato”. “L’intenzione – ha spiegato Lapecorella – è concepire un’agevolazione fiscale generale e semplice e allo stesso tempo compatibile con le norme europee che vietano gli aiuti di stato alle imprese”.

“Il costo per la collettività esiste – ha commentato il commissario Consob Carmine Di Noia – ma lo scopo è migliorare la situazione delle imprese. Per gli emittenti i PIR sono forse l’ultima occasione per aprirsi alla trasparenza e al capitale, uno strumento complementare al finanziamento bancario. Tuttavia, bisogna fare attenzione alle diversificazioni per evitare possibili bolle che possono nascere nei piccoli mercati”. Poi, soffermandosi sui costi, ha specificato di ritenere giusto “che ci siano delle commissioni a patto che ci sia trasparenza nell’illustrare i PIR ai clienti”.

[caption id="attachment_112960" align="aligncenter" width="650"]Caratteristiche del PIR Le caratteristiche del PIR (fonte: Assogestioni)[/caption]

Proprio allo scopo di migliorare la conoscenza dei PIR, il direttore generale di Assogestioni Fabio Galli ha promesso la creazione di un osservatorio, impegnandosi inoltre a portare avanti il confronto con le istituzioni.

Nel corso del convegno sono stati sciolti alcuni nodi importanti dal punto di vista interpretativo. Innanzitutto la conferma che i PIR possono essere sottoscritti da persone fisiche residenti "fiscalmente" nel territorio dello Stato senza limiti di età. Inoltre, il riconoscimento della possibilità di aprire un nuovo piano a seguito della chiusura di uno precedente, almeno nel rispetto del limite complessivo di 150.000 euro alle somme che possono essere investite in un PIR.

Importanti indicazioni sono state fornite anche in merito agli investimenti “qualificati” che possono essere detenuti nel piano, con particolare riguardo alla presenza di una stabile organizzazione in Italia di un’impresa estera – da interpretarsi secondo l’accezione fiscale - quale requisito fondamentale affinché gli strumenti finanziari da essa emessi possano essere compresi tra gli investimenti qualificati del piano. Rilevanti, infine, i chiarimenti sulle modalità di apertura del rapporto PIR nel caso di investimento indiretto tramite OICR, mediante il riconoscimento della possibilità, nel caso di collocamento indiretto, di aprire il piano presso la stessa SGR, in alternativa al collocatore.
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