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Un forte cambiamento di scenario per i mercati obbligazionari

Dopo oltre trent’anni di contesto favorevole, alimentato dal calo strutturale dell’inflazione, i mercati obbligazionari sono entrati nell’era della reflazione.

15 Febbraio 2017 11:13
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L’inflazione sembra tornata ad affacciarsi sullo scenario delle economie mondiali sebbene con dinamiche e tendenze diverse e articolate. La ripresa del prezzo del petrolio è alla base di questo movimento, ma su questa tendenza globale si sono poi innestati alcuni trend che differiscono nei vari paesi a seconda delle diverse fasi del ciclo economico.

“Per esempio negli Stati Uniti la presenza di una situazione prolungata di piena occupazione (il tasso di disoccupazione è al di sotto del 5% già da diverso tempo) unito alla manovra di stimoli fiscali annunciata dal presidente Trump sta inducendo aspettative di ripresa d’inflazione più rapida che in altre aree” spiega Maria Paola Toschi, Market Strategist di JP Morgan Asset Management, che, passando al Regno Unito, indica nel calo vistoso della sterlina a seguito di Brexit la potenziale fonte di una ripresa di inflazione importata, ovvero causata dai più elevati costi delle importazioni, incluso il petrolio.

In Europa, invece, dove i mercati del lavoro sono molto frammentati e dove i gradi di utilizzo della capacità produttiva in molti casi è ancora inferiore al livello pre crisi, l’inflazione risulta più moderata ma è alimentata anche da una buona ripresa della fiducia dei consumatori. Infine in Giappone, dove ha prevalso a lungo la fase deflazionistica, la politica monetaria sta ancora tentando di rilanciare un contesto d’inflazione più convincente, ma ancora difficile da raggiungere.

“L’inflazione è il principale nemico dei mercati obbligazionari perchè alimenta la salita dei tassi, mentre un’altra fonte di rischio è rappresentata dalle incertezze politiche che solitamente pesano soprattutto sulle obbligazioni sovrane ovvero quelle emesse dagli Stati” specifica Maria Paola Toschi, ricordando come quest’anno siano in agenda importanti appuntamenti politici soprattutto in Europa dove ci saranno importanti elezioni in Francia, Olanda, Germania e, forse, in Italia.

Questi appuntamenti politici sono oggi resi più ostici per i mercati dalla presenza di numerosi partiti anti europeisti che tentano di sfruttare la fase di malcontento della popolazione, che ancora non è uscita dagli effetti della crisi, per aumentare il proprio potere. Ciò alimenta preoccupazioni sulla tenuta dell’Europa già messa a dura prova da Brexit.

“Bisogna tuttavia ricordare che i mercati obbligazionari restano molto importanti per gli investitori, e che non vanno trascurati nelle strategie di portafoglio, ma anzi possono offrire molte opportunità soprattutto se si rispettano alcune regole” puntualizza Maria Paola Toschi la cui prima raccomandazione a questo proposito consiste nell’essere molto flessibili e diversificati, approccio che consente di poter rapidamente adattare le strategie e la composizione di portafoglio in base alle aspettative economiche.

“Due regole fondamentali in un periodo di reflazione sono ridurre la duration e aumentare l’esposizione al credito rispetto ai titoli governativi” rivela Maria Paola Toschi, secondo la quale ridurre la duration (scadenza media dei titoli in portafoglio) aiuta a limitare gli effetti del rialzo dei tassi mentre aumentare l’esposizione al credito aiuta a esporsi a quegli emittenti, ovvero le società, che possono beneficiare del contesto reflattivo, ovvero dell’accelerazione della crescita e della ripresa d’inflazione.

“In un contesto reflattivo le aziende, in molti settori, possono realizzare maggiori margini e incrementare i profitti e i flussi di cassa e questo favorisce il loro profilo di credito e aiuta a ridurre tassi e spread. In questo contesto gli high yield, sia europei che globali, restano un’asset class molto interessante” spiega la strategist per la quale le obbligazioni investment grade, in virtù del loro più ridotto profilo di rischio - rendimento, possono invece contribuire a stabilizzare i portafogli e a ridurne la volatilità.

Per quanto riguarda infine i titoli di stato europei e i rischi politici, Maria Paola Toschi ricorda che la BCE quest’anno resta molto attiva e continuerà a comprare soprattutto titoli governativi ma anche societari.

“Sembra ancora troppo presto prevedere un cosiddetto tapering (riduzione dei flussi mensili di acquisto di obbligazioni in euro sul mercato da parte della Bce). Per questo il rialzo dei tassi in Francia o Italia, che abbiamo visto in occasione della crescita d’incertezza sui mercati, potrebbe essere limitato, rispetta a quanto visto durante la crisi del debito europeo del 2011 e 2012, grazie alla presenza delle mani forti della BCE che ridurranno i rischi di attacchi speculativi sui mercati più politicamente vulnerabili” conclude Maria Paola Toschi.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da J.P. Morgan Asset Management

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