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Azionario Europa, i tre ingredienti per puntare sul rialzo

Il rendimento, il rapporto prezzo/patrimonio netto e i dividendi al 3,7% costituiscono tre ingredienti di qualità per l’azionario Europa.

10 Febbraio 2017 09:01
financialounge -  Europa mercati azionari rendimenti S&P500 Stoxx 600

Dopo aver archiviato un 2016 nel quale il divario tra la performance dell’S&P500 di Wall Street (+12,8% in euro) e lo STOXX 600 (-1,2%) dell’azionario Europa è stato piuttosto significativo, anche il 2017 sta evidenziando una forbice di rendimento del primo indice (+2,5%) rispetto al secondo (+0,7%).

D’altra parte si tratta di un trend che prosegue ormai da cinque anni. Nel 2015 l’S&P500 registrò un +10,5% contro il +6,8% dello STOXX 600; l’anno prima, invece, l’S&P500 aveva messo a segno un +26,8% (a fronte di un +4,3% dello STOXX 600) e nel 2013 il +24% (rispetto al +17,4% dello STOXX 600).

Bisogna risalire infatti al 2012 per vedere l'indice europeo (+14,4%) davanti all’S&P500 (+11,7%). Ma adesso qualcosa sembrerebbe finalmente cambiare a favore dell’azionario europeo. Secondo un recente sondaggio è aumentata, tra gli asset manager internazionali, la percentuale di quelli inclini ad investire nelle piazze finanziarie del Vecchio continente.

Sarebbero almeno tre gli ingredienti a favore della ricetta azionaria dell'Europa. In primis, il divario tra il rendimento dell’azionario (come reciproco del rapporto prezzo utili dello STOXX 600) e quello del Bund, che resta vicino al picco di sempre. Infatti, nonostante il p/e (pari a 19 per quest’anno) mostri un azionario europeo non certo a buon mercato, il reciproco (cioè il rapporto utili/prezzo) segnala che il rendimento del mercato azionario (5,26%) è molto superiore allo 0,3% del tasso di interesse del decennale tedesco.

In secondo luogo, il rapporto prezzo valore patrimoniale resta ancora a favore dell’Europa rispetto a Wall Street, a dimostrazione di valutazioni più convenienti nel Vecchio continente.

Infine, e siamo al terzo punto, il dividend yield dell'Europa si posiziona al 3,7%, un valore che resta al di sopra la sua media a 30 anni mentre i tassi di interesse del mercato obbligazionario della zona euro restano sui livelli minimi. Inoltre il pay-out ratio (ovvero la quota di utili delle aziende europee destinata ai dividendi) risulta in calo per la prima volta dal 2010.
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