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Banche sotto pressione, le riforme possono creare interessanti opportunità

La riforma di Wall Street in America e gli accordi di Basilea mettono sotto pressione le banche che dovranno lasciare spazio nei segmenti non più core business.

14 Settembre 2016 09:53
financialounge -  Basilea Christian Stracke Dodd-Frank Act PIMCO riforme settore bancario Tom Collier Wall Street

Esattamente 8 anni la banca d’affari Lehman Brothers portava i libri contabili in tribunale: scoppiava il crac che avrebbe fatto deflagrare la finanza (prima) e l’economia (dopo) di tutto il mondo. Questa crisi globale ha inevitabilmente sollecitato l’adozione di norme più rigorose destinate ad abolire un'eccessiva assunzione di rischi da parte degli istituti di credito al fine di rendere il sistema finanziario più sicuro.

Tuttavia, l'attuazione complessiva delle riforme, e il loro effetto dirompente sui modelli di business finanziari, raggiungeranno il loro picco soltanto nel corso dei prossimi anni. Stiamo parlando, in particolare della riforma di Wall Street, nota al pubblico come Dodd-Frank Act, e gli accordi di Basilea.

La prima è quel complesso intervento deciso dall’amministrazione di Barack Obama per metter a punto una più stringente regolamentazione della finanza statunitense incentivando, al contempo, una maggiore tutela sia nei riguardi dei consumatori che del sistema economico statunitense.
Gli accordi di Basilea, invece, indicano le linee guida in materia di requisiti patrimoniali delle banche, messe a punto dal Comitato di Basilea, appositamente allestito dagli enti regolatori del G10 allo scopo di perseguire la stabilità monetaria e finanziaria.
I principali regolamenti entreranno in vigore nei prossimi anni mentre un'ulteriore ondata di riforma sulla regolamentazione è annunciata.

“Riteniamo che le banche dovranno uscire dalle attività non più strettamente correlate al proprio core business. Le lacune di finanziamento specifiche diventeranno più acute e le dislocazioni tra i mercati pubblici e privati diventeranno più frequenti. Tutto questo creerà opportunità di investimento per il capitale meno vincolato e paziente in grado di catturare profitti economici che dovranno essere ceduti dalle banche” fanno presente Christian Stracke, responsabile globale della ricerca sul credito di PIMCO, e Tom Collier, responsabile per le strategie d’investimento alternativo di PIMCO.

Le banche si trovano (e si troveranno sempre più in futuro) a soddisfare più alti requisiti di capitale, una maggiore cautela patrimoniale sulle potenziali perdite e costi di compliance (fiscale e legale) più elevati: pressioni che, secondo i due manager, potranno indurre le banche a uscire dai segmenti non più core.
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