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Azioni, dal gioco in difesa all’attacco

Si preferiscono i titoli che promettono crescita e si trascurano quelli che offrono protezione. Succede da qualche tempo in USA e potrebbe ripetersi in Europa.

17 Agosto 2016 09:39
financialounge -  Europa growth mercati azionari USA value

Quello che abbiamo delineato nell’articolo “Azionario Europa, la storia dice che è un buon momento per investirci” pubblicato ieri, in America sta già succedendo. E rafforza la tesi secondo la quale, in base ad alcuni indicatori, potrebbe presto succedere anche in Europa. Parliamo di un cambiamento di comportamento dell’investitore globale in azioni.

Per molti trimestri è stato sulla difensiva: titoli di settori sicuri, anche se crescono poco, possibilmente con una politica generosa di dividendi, che in tempi di tassi zero non guasta: utilities, energia, telecom, beni di consumo di base, farmaceutici. Poi, più o meno da dopo la Brexit, a Wall Street qualcosa cambia: da inizio luglio dalla difesa si passa all’attacco. I beniamini di prima sono trascurati mentre i titoli growth – crescita – spiccano il volo: un balzo di poco meno dell’8% in un mese e mezzo.

L’investitore va a cercare il valore inespresso nei titoli legati alla crescita: tecnologici (infatti il Nasdaq fa meglio di Dow Jones e S&P 500) biotech, finanziari, beni di consumo discrezionali, industriali e materiali. Non è ancora un trend, parliamo di sei settimane. Ma ora potrebbe essere la volta dell’Europa.

Secondo un recente studio la dispersione di valore in Europa tra i settori value (quelli del gioco in difesa, solidità, crescita bassa e costante, dividendi) e growth (crescita accelerata, utili reinvestiti e bassi dividendi) è ai massimi dal picco di marzo 2000. Tradotto: la preferenza dell’investitore per il gioco in difesa è ai massimi, un dato che storicamente segnala il passaggio al gioco d’attacco.

Infatti, dopo quei picchi, la rivalutazione dei settori growth, (si rischia di più per guadagnare di più) rispetto a quelli value (ci si contenta di poco ma sicuro) si spinse a toccare 20 punti percentuali. Un trend che potrebbe ripetersi anche stavolta nei prossimi 12 mesi.
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