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Carlo Benetti

Perché confermiamo la modalità ‘capital preservation’

5 Luglio 2016 09:47
financialounge -  Carlo Benetti GAM protezione del capitale settore bancario sofferenze bancarie
“In GAM al momento preferiamo confermare la modalità ‘capital preservation’: primo non prenderle” sintetizza Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’Alpha e iI Beta del 4 luglio, perché le fonti di incertezza non mancano come non mancano le insidie emotive che possono ingannare anche gli operatori professionali.

“Decisioni allocative (attività ben diversa dal trading) prese sull’emotività si rivelano il più delle volte decisioni sbagliate. E se è rischioso smontare posizioni sugli smottamenti degli indici non è automaticamente premiante acquistare su prezzi stressati senza riguardo a selettività e qualità” puntualizza Carlo Benetti secondo il quale è buona regola confrontare le proprie idee con quelle di un esperto di fiducia: un esercizio utile per evitare l’insidia dell’eccesso di fiducia nel proprio giudizio (overconfidence) o la ricerca di notizie che confermino il nostro giudizio (confirmation bias, ricerca di conferme).

Le raccomandazioni di Carlo Benetti partono dalla constatazione che l’incertezza politica coinvolge non solo il Regno Unito ma anche gli altri paesi europei e l’onda d’urto ha già investito le strutture più deboli come il settore bancario. E, di conseguenza, di fronte al rischio che una possibile inversione del ciclo, conseguenza del referendum inglese, favorisca la formazione di nuove sofferenze, per Carlo Benetti è urgente per l’Italia affrontare la questione delle sofferenze nei bilanci delle banche. D’altra parte le attuali regole europee sono ispirate a due semplici criteri: gli aiuti di stato sono vietati per non alterare le condizioni di concorrenza e all’eventuale salvataggio di una banca sono chiamati azionisti e obbligazionisti per non gravare sui contribuenti.

“Criteri semplici ma declinati in una molteplicità di regole ed eccezioni contenute nella Direttiva sui requisiti patrimoniali (BRRD) e nelle regole sugli aiuti di Stato (elaborate tra il 2008 e il 2013). Questa volta la risposta politica è stata rapida e ispirata al pragmatismo, dalla flessibilità nell’interpretazione delle norme è scaturita la garanzia pubblica del governo italiano per 150 miliardi di euro a favore di banche con problemi di liquidità ma con conti in ordine” spiega Carlo Benetti che poi conclude con un auspicio: “Le banche centrali mantengono il fermo controllo della situazione: se la prontezza dimostrata a Bruxelles divenisse norma, potrebbe attenuarsi l’avversione al rischio esacerbata proprio dall’incertezza politica”.
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