BTP

Il BTP non abita più qui

23 Maggio 2016 00:05

financialounge -  BTP ETF mercati emergenti mercati obbligazionari rendimenti
g>Andare alla ricerca di rendimenti esotici può non essere una cattiva idea in tempi di tassi zero o negativi sui titoli di Stato europei o americani. Servono ovviamente prudenza e conoscenza, ma per cominciare qualche elemento di buon senso non guasta.

Le economie emergenti hanno mostrato di sopportare bene sia il rialzo del dollaro partito a metà del 2014, sia il forte calo delle materie prime, a cominciare dal petrolio. Non ci sono stati default sul debito, dal Brasile alla Cina, alla Russia, al Sudafrica, all’India, tutti pagano regolarmente cedole e capitale. Perfino l’Argentina pentita ha pagato tutto il dovuto dopo il fallimento di 15 anni fa e gli investitori di tutto il mondo hanno fatto la fila per comprare 15 miliardi di dollari di obbligazioni recentemente emessi da Buenos Aires, che ora sembra si prepari a rilanciare con altri 30 miliardi entro l'anno. E, incredibilmente, il Venezuela dato per fallito da almeno due anni riesce anche lui a pagare.

Quanto pagano di interesse le obbligazioni di stato di questi paesi? Il rendimento lordo annuo attuale degli indici obbligazionari emergenti calcolati da Barclays in dollari americani dicono un aggregato del 5,2% l’anno, mentre in valuta locale si parla di un 6,8%, sempre in media e ponderato per paese.

Sembrano i nostri CCT di qualche anno fa. Vendiamo tutto e compriamo debito emergente? Calma. Senza fare colpi di testa si può ragionare su una allocazione del 10, magari 15% del portafoglio in questi titoli di debito, ragionando su un’ottica di medio periodo, diciamo tra i 3 e i 5 anni. La cosa più sensata è comprarli e tenerli a scadenza, soprattutto se sono denominati in dollari, e non farsi prendere dal panico se ci sono sbandate di mercato. Se invece sono denominati in valuta locale, come ad esempio il Rand sudafricano o il Real brasiliano, allora un occhio alle quotazioni bisogna darlo perché ci potrebbero essere, in caso di rivalutazioni improvvise, buone occasioni per vendere anche prima della scadenza portando a casa un interessante capital gain.

Rischi? Ovviamente non mancano, per questo è consigliabile puntare una quota non troppo importante del proprio patrimonio. Il più grosso è che ci sia un movimento improvviso e imprevisto al rialzo dei tassi di interesse americani e del dollaro, che metterebbe sotto pressione il costo del debito delle economie emergenti. Ma in questo caso i danni non finirebbero qui e colpirebbero anche i titoli obbligazionari europei.

Come investire? Ci sono gli ETF, i famosi fondi passivi, che vanno scelti con cura per vedere se hanno la liquidità necessaria sul mercato, vale a dire la certezza che se si vuole vendere si incontra una controparte a prezzi ragionevoli. Oppure i fondi gestiti, ce ne sono molti specializzati e affidabili, anche qui meglio affidarsi a nomi grandi e noti.

Trending