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Idee di investimento – Azioni – 18 aprile 2016

18 Aprile 2016 09:26
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Per Christopher Chu, Fund manager azionario Asia, Union Bancaire Privée (UBP) il principale rischio è rappresentato da una volatilità del dollaro americano causata da problematiche politiche, oltre che un ulteriore ribasso della crescita globale. “I timori legati a uno scenario di Brexit, a crisi migratorie, o a una retorica populistica nella campagna elettorale per le presidenziali americane potrebbero spingere gli investitori a ritornare sul dollaro, in un contesto di accresciuta volatilità” spiega il manager secondo il quale i policy maker asiatici dovrebbero comunque continuare ad attuare le politiche necessarie a rafforzare le rispettive economie. “Con i commenti di Janet Yellen che ora coincidono con le attese di mercato, e le politiche espansive garantite dalla BCE e dalla Bank of Japan, il contesto di breve periodo resta positivo in termini di appetito per il rischio, in particolare per l’azionario asiatico, sebbene permangano alcune difficoltà” sostiene, nell’articolo “Azionario Asia, con il dollaro stabile le occasioni non mancheranno”, Christopher Chu che intravede un possibile bilanciamento, all’interno dell’azionario asiatico, tra la persistente forza delle economie guidate dal mercato interno e la debolezza estera.

Nel frattempo Edoardo Ugolini Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondo Zest Absolute Return Var 4 , pur privilegiando un atteggiamento moderatamente prudente in Borsa in attesa che si materializzi una nuova ondata rialzista, preferisce dare spazio alle azioni dei paesi emergenti. “Le valutazioni fondamentali di Cina ed emerging markets (EM) sono a livelli vicini a quelli del 2008. I mercati emergenti hanno sofferto molto il dollaro forte, la fase di rallentamento cinese (addirittura si è parlato di hard landing cinese) dovuta a trasformazioni profonde del modello produttivo cinese, e il forte declino delle materie prime. Questi fattori sono risolti o in fase di risoluzione, dunque essere fuori dal settore EM non pare più giustificato, si consideri inoltre che oltre il 50% del PIL mondiale viene dai paesi Emergenti, che il loro grandissimo peso demografico e la crescente importanza geopolitica non consentono di prescindere da questa asset class nel prossimo decennio” puntualizza il manager nell’articolo “Predisposti ad intercettare il nuovo rialzo di Borsa”.

Richard Turnill, BlackRock Global Chief Investment Strategist, invece, pur ammettendo che i margini per un rialzo generalizzato del listino siano limitati e che, in parallelo, stiano aumentando i venti contrari all’azionario, ritiene che si possano intercettare alcune opportunità nella tecnologia e nell’healthcare statunitense. “Grazie anche alla stabilizzazione del prezzo del petrolio e alla battuta d’arresto della forza del dollaro, si sono visti segnali positivi sulle fronte delle sorprese degli utili USA (U.S. earnings surprises ). Inoltre, in base ai dati Thomson Reuters, il consenso degli analisti di mercato sugli utili attesi per l’indice S&P500 per i prossimi 12 mesi si attesta ai livelli più bassi dal 2009” sottolinea nell’articolo “Wall Street, opportunità nella tecnologia e nell’healthcare”, Richard Turnill che confida in una ripresa degli utili Stati Uniti entro la fine dell’anno. Secondo lo strategist, gli investitori in cerca di reddito dovrebbero però concentrarsi sulle aziende statunitensi con un potenziale di crescita dei dividendi derivanti da maggiori utili e, in quest’ottica, seleziona le opportunità nella tecnologia e nell’healthcare puntando su aziende che hanno bilanci solidi e buoni flussi di cassa.

A proposito di settori innovativi, si può affermare che la vera rivoluzione tecnologica sta avvenendo in Cina. È quello che emerge nell’articolo “L’ombra BAT (Baidu, Alibaba, Tencent) su e-commerce e finanza” nel quale si parla dei tre colossi internet «made in China» Baidu, Alibaba e Tencent (noti collettivamente con l’acronimo BAT) che in meno di dieci anni hanno conquistato nel complesso 1,8 miliardi di utenti. Si danno da tempo battaglia per conquistare il favore dei consumatori del ceto medio cinese. E l’intensità della concorrenza ha rivoluzionato il settore delle vendite al dettaglio, dei media e della finanza in Cina (e non solo). Un successo crescente che ha portato queste imprese ad esercitare oggi una crescente influenza sulle scelte dei consumatori, sulla finanza, sulla produzione manifatturiera e sull’economia nel suo insieme: in base ad uno studio del McKinsey Global Institute, l’espansione di internet potrebbe incrementare anche di 1 punto percentuale il tasso di crescita del PIL cinese fino al 2025. Il settore dove l’influenza del BAT è maggiore è il commercio online ma anche in quello finanziario non è da meno.
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