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Alex Stiles

Azioni Europa, scenario costruttivo per investitori attenti

21 Marzo 2016 09:05
financialounge -  Alex Stiles Alexis Deladerrière Europa Goldman Sachs Asset Management inflazione mercati azionari mercati emergenti
Previsioni di crescita economica 2016 inferiori al consenso di mercato perché l’export potrebbe rallentare. Ragion per cui è meglio puntare sulle imprese, soprattutto di media capitalizzazione, più correlate alla ripresa e ai consumi interni europei e meno esposte alle turbolenze dei mercati emergenti. Possono essere riassunte così, le prospettive e le opportunità di acquisto nell’equity europeo espressi da alcuni specialisti di Goldman Sachs Asset Management (GSAM).

“Le nostre previsioni di crescita per l’Area euro e l’inflazione sono al di sotto delle stime di consenso e di quelle della BCE” precisa Alex Stiles, Managing Director che poi spiega cosa incida su tali previsioni: “Siamo ottimisti sulla crescita dell’Area euro, che ha retto meglio di quanto ci aspettassimo, tuttavia prevediamo un contenuto rallentamento all’1,4% nel 2016. Nel prossimo anno, l’economia sarà probabilmente sostenuta da un aumento della spesa pubblica, in particolare per i servizi destinati ad ospitare il grande afflusso di rifugiati, e la domanda per i beni di consumo potrebbe continuare ad andare oltre le aspettative".

Secondo il manager, più dei rischi di rallentamento per la crescita, a preoccupare i responsabili della politica monetaria dell’Area dell’Euro è però l’inflazione: la previsione di GSAM sull’inflazione core è pari allo 0,8% per il 2016, nettamente al di sotto dell’1,3% della BCE e del proprio target per l’inflazione headline fissato al 2%. Per Alex Stiles nel 2016 i tassi in Europa continueranno a sovraperformare sia il mercato del Regno Unito che quello degli Stati Uniti. Per quanto riguarda l’euro, invece, il manager ritiene che la probabilità di una discesa al di sotto della soglia dell’1,05 rispetto al dollaro sia limitata, in parte grazie al sostegno di un significativo surplus delle partite correnti, pari a circa il 3% del PIL.

In ogni caso, nonostante le sfide economiche dell’Area euro, le prospettive per il mercato azionario europeo sono per il team Fundamental Equity di GSAM relativamente positive. “A nostro avviso, l’Europa è in una fase relativamente iniziale del proprio ciclo economico e degli utili, ed ha il potenziale per colmare il divario sia con gli Stati Uniti, sia in termini dei propri livelli storici” sottolinea Alexis Deladerrière, Managing Director secondo il quale la ripresa interna dell’Europa sta guadagnando slancio, soprattutto nei paesi periferici. In particolare, la figura del consumatore europeo torna a fare da protagonista, con un miglioramento delle vendite di auto rispetto ai precedenti bassi livelli, nonostante le vendite al dettaglio siano nel complesso inferiori a quelle negli Stati Uniti. I bilanci delle imprese europee risultano solidi e idonei a cogliere eventuali opportunità, in aggiunta si sta continuando a registrare un’accelerazione nelle operazioni di M&A.

“Tuttavia riteniamo che il rallentamento della crescita e della domanda sui mercati finali nei Paesi Emergenti costituisca un sostanziale problema, giacché le società europee nel complesso realizzano oltre il 30% del proprio fatturato su tali mercati, e la Germania, la principale economia europea, ha la maggiore esposizione nei confronti della Cina, in particolare” spiega Alexis Deladerrière che, di conseguenza, vede delle opportunità tra le società più esposte alla ripresa interna dell’Europa e meno sensibili alle turbolenze dei mercati emergenti.

“Molte di queste società sono a piccola e media capitalizzazione, nonostante tendiamo a favorire le società a media capitalizzazione, poiché riteniamo possano conseguire risultati migliori in questa fase iniziale di ripresa” tiene a precisare dal manager che ritiene interessanti le valutazioni, a seguito di un assestamento rispetto ai recenti massimi, andando a riflettere il rischio derivante dai mercati emergenti. “Dal punto di vista di valore relativo (relative value), la valutazione del benchmark europeo contiene uno sconto rispetto a quello degli Stati Uniti, in parte in linea con la media storica, pari ad uno sconto del 10% che risale al 1998 (sulla base del prezzo, rispetto agli utili attesi a 12 mesi dell’Indice STOXX 600 rispetto all’S&P 500). Alla luce del potenziale di crescita degli utili in Europa, riteniamo che ciò rappresenti una buona opportunità” conclude Alexis Deladerrière.

 

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