mercati azionari
Il Toro spegne 7 candeline: tante o poche?
9 Marzo 2016 15:23

assati esattamente 7 anni dal 9 marzo del 2009, quando lo Standard & Poors toccò intraday il satanico livello di 666 per chiudere poco sopra la seduta che ufficialmente viene considerata il punto di partenza del mercato Toro che sta durando ancora oggi, anche dopo le turbolenze della scorsa estate e di inizio anno. Nonostante le quali l’indice più importante di Wall Street vale più o meno tre volte rispetto al livello più basso toccato nel dopo-Lehman.
Sette candeline sono tante per un Toro? O il bovino ha davanti a sé ancora diversi compleanni da festeggiare? Sicuramente il nostro torello nell’ultimo anno e mezzo ha smesso di crescere, l’aumento dello S&P 500 negli ultimi 18 mesi è stato di appena lo 0,5%. Ma altrettanto sicuramente, se la storia ha qualcosa da insegnare, i Tori gettano la spugna nei momenti di grande euforia di mercato, non in tempi come questi di pessimismo, o almeno di scetticismo diffuso. Il mercato tiene, nonostante l’imponente deflusso dalle azioni registrato negli ultimi 12 mesi, che hanno visto, tra fondi e etf, una fuga di qualcosa come 140 miliardi di dollari dall'azionario USA.
Anche qui la storia insegna qualcosa: dal 1984 ad oggi a ogni ondata di deflusso dall’azionario è seguito un rialzo dei prezzi. Secondo i calcoli di Bloomberg sulle serie storiche, ben 12 fasi di deflusso significativo mensile dai fondi azionari hanno visto seguire a distanza di sei mesi rialzi dei prezzi molto superiori alle medie storiche. E a favore potrebbe giocare anche l’Orso. Non si può sempre e solo vendere allo scoperto, prima o poi bisogna ricoprirsi. Goldman ha calcolato che dall’11 febbraio le società dell’S&P 500 più bersagliate dallo short selling da inizio anno hanno recuperato in media 16 punti percentuali, un record dal 2008.
Sette candeline sono tante per un Toro? O il bovino ha davanti a sé ancora diversi compleanni da festeggiare? Sicuramente il nostro torello nell’ultimo anno e mezzo ha smesso di crescere, l’aumento dello S&P 500 negli ultimi 18 mesi è stato di appena lo 0,5%. Ma altrettanto sicuramente, se la storia ha qualcosa da insegnare, i Tori gettano la spugna nei momenti di grande euforia di mercato, non in tempi come questi di pessimismo, o almeno di scetticismo diffuso. Il mercato tiene, nonostante l’imponente deflusso dalle azioni registrato negli ultimi 12 mesi, che hanno visto, tra fondi e etf, una fuga di qualcosa come 140 miliardi di dollari dall'azionario USA.
Anche qui la storia insegna qualcosa: dal 1984 ad oggi a ogni ondata di deflusso dall’azionario è seguito un rialzo dei prezzi. Secondo i calcoli di Bloomberg sulle serie storiche, ben 12 fasi di deflusso significativo mensile dai fondi azionari hanno visto seguire a distanza di sei mesi rialzi dei prezzi molto superiori alle medie storiche. E a favore potrebbe giocare anche l’Orso. Non si può sempre e solo vendere allo scoperto, prima o poi bisogna ricoprirsi. Goldman ha calcolato che dall’11 febbraio le società dell’S&P 500 più bersagliate dallo short selling da inizio anno hanno recuperato in media 16 punti percentuali, un record dal 2008.
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