High Yield
Idee di investimento – Obbligazioni – 15 febbraio 2016
15 Febbraio 2016 09:26

ortafogli bilanciati classici hanno garantito negli ultimi 15 anni rendimenti di un certo interesse, capaci di soddisfare le esigenze di molti risparmiatori. Ma, alla luce degli attuali tassi obbligazionari e delle prospettive di mercato, riteniamo sia raccomandabile dedicare una quota non secondaria alle strategie alternative” ha avuto modo di sottolineare Bruno Rovelli, Chief investment strategist BlackRock Italia, nell’articolo “Portafogli bilanciati, ecco come aumentarne l’efficienza”. Il ragionamento dello strategist parte dalla constatazione che la percentuale di indici obbligazionari con rendimento annuo atteso superiore al 4% si è ridotto al lumicino negli ultimi anni.
Anche per questo alcuni gestori preferiscono scelte di tipo relativo e non assoluto, optando cioè sulla differenza di andamento tra un segmento di mercato ed un altro piuttosto che tra una emissione e un’altra. “La nostra asset allocation si basa più su scelte relative che su scelte direzionali” fa infatti sapere nell’articolo "Asset allocation, le opportunità azionarie e obbligazionarie”, Franck Nicolas, Head of Investment & Clients Solutions di Natixis Asset Management, che, nel reddito fisso, preferisce concentrarsi sulle obbligazioni USA e sul segmento lungo della curva dei rendimenti, che è meno sensibile alle misure previste di inasprimento monetario (rialzo dei tassi da parte della Fed americana) e, inoltre più redditizio rispetto al suo omologo europeo.
In ambito obbligazionario, la domanda che gli investitori si pongono è più o meno questa: la ripresa dei rendimenti e degli spread high yield è motivo di preoccupazione oppure ha creato delle opportunità di investimento? “Ritengo che vi siano elementi per giustificare entrambi gli aspetti. Penso che si debba essere molto prudenti quando si valuta il generico allargamento degli spread e si decide che un mercato non è caro, perché la posizione di un indice risente di molti fattori d’influenza specifici per i singoli settori e titoli. E in effetti, come investitori, quando esaminiamo ciò che si vuole acquistare, constatiamo che in generale il segmento high yield non è così a buon mercato” sostiene Paul Read, co-responsabile del team Invesco Fixed Income di Henley che, precisato questo, pensa che quanto accaduto nel 2015 abbia portato a un mercato high yield leggermente più razionale. Il manager ritiene che i prezzi sul mercato primario stiano migliorando ed è convinto che vi siano alcune opportunità sia sul mercato secondario sia in termini di selezione titoli in ambito obbligazionario. “Nel complesso penso pertanto che il mercato high yield si migliorato nel 2015, ma gli investitori dovrebbero continuare a non ipotizzare attese di rilievo in termini di incremento del capitale quanto piuttosto ritenere questa asset class dotata della capacità di offrire livelli ragionevoli di reddito” conclude, nell’articolo “High yield, un’asset class con ragionevoli livelli di reddito”, Paul Read.
Ma quale alto rendimento scegliere tra quello USA e quello europeo? “Alla fine del 2015, per il quarto anno consecutivo, il segmento obbligazionario high yield europeo ha superato il rendimento dell’high yield USA. Ci aspettiamo che il trend continui sulla base di diversi fattori fondamentali e di valutazione” sostiene, nell’articolo “Obbligazioni high yield, il segmento europeo brilla di più di quello USA” Peter Aspbury, Portfolio Manager di J.P. Morgan Asset Management, che continua a essere rialzista nei confronti degli high yield europei per una serie di buone ragioni. Innanzitutto il cosiddetto credit clock è ancora favorevole: in pratica, l’high yield europeo si trova a beneficiare del ciclo del credito in misura molto maggiore rispetto al mercato high yield americano. Inoltre la qualità del credito delle nuove emissioni di debito è solida: beneficia infatti sia della ripresa dell’economia europea (dopo anni di recessione e rallentamento congiunturale) e sia del miglioramento dei margini e dei profitti aziendali. Un contesto che rende i tassi di default dei titoli europei ad alto rendimento molto bassi anche in prospettiva.
Favorevole agli high yield a stelle e strisce è invece Jennifer Ponce de Leon, Gestore di portafoglio e Responsabile High Yield USA di Columbia Threadneedle Investments che, nell’articolo “High yield USA, un’alternativa interessante alle azioni americane” afferma che, alla luce dei fondamentali ragionevoli della maggior parte dell’asset class dell’alto rendimento, del rischio di rifinanziamento limitato, della leva finanziaria nel complesso ridotta e delle prospettive di utile equilibrate, continua a considerare i titoli high yield un’alternativa interessante alle azioni. “Manterremo il nostro approccio disciplinato alla selezione dei titoli, basato su una solida analisi fondamentale e su una gestione del rischio rigorosa per trarre vantaggio dalle opportunità offerte dal mercato” specifica però la manager.
A proposito di selezione, secondo Julien Eberhardt, gestore e analista senior del team Invesco Fixed Income di Henley, esiste ancora valore nelle obbligazioni degli emittenti finanziari. “A giudizio del team, i titoli finanziari sono ancora relativamente interessanti in quanto offrono un ragionevole rapporto rischio – rendimento. Il rafforzamento dei bilanci bancari e la riduzione del volume di asset ponderati per il rischio hanno migliorato l’affidabilità creditizia. D’altra parte, abbiamo visto i ricavi bancari finire sotto pressione e i problemi specifici per determinate società hanno rappresentato una caratteristica del 2015. Tuttavia, il debito subordinato ha complessivamente registrato buone performance nel 2015 e sono ottimista per il settore” spiega il manager nell’articolo “Settore finanziario, le turbolenze di mercato nascondono il valore”.
Anche per questo alcuni gestori preferiscono scelte di tipo relativo e non assoluto, optando cioè sulla differenza di andamento tra un segmento di mercato ed un altro piuttosto che tra una emissione e un’altra. “La nostra asset allocation si basa più su scelte relative che su scelte direzionali” fa infatti sapere nell’articolo "Asset allocation, le opportunità azionarie e obbligazionarie”, Franck Nicolas, Head of Investment & Clients Solutions di Natixis Asset Management, che, nel reddito fisso, preferisce concentrarsi sulle obbligazioni USA e sul segmento lungo della curva dei rendimenti, che è meno sensibile alle misure previste di inasprimento monetario (rialzo dei tassi da parte della Fed americana) e, inoltre più redditizio rispetto al suo omologo europeo.
In ambito obbligazionario, la domanda che gli investitori si pongono è più o meno questa: la ripresa dei rendimenti e degli spread high yield è motivo di preoccupazione oppure ha creato delle opportunità di investimento? “Ritengo che vi siano elementi per giustificare entrambi gli aspetti. Penso che si debba essere molto prudenti quando si valuta il generico allargamento degli spread e si decide che un mercato non è caro, perché la posizione di un indice risente di molti fattori d’influenza specifici per i singoli settori e titoli. E in effetti, come investitori, quando esaminiamo ciò che si vuole acquistare, constatiamo che in generale il segmento high yield non è così a buon mercato” sostiene Paul Read, co-responsabile del team Invesco Fixed Income di Henley che, precisato questo, pensa che quanto accaduto nel 2015 abbia portato a un mercato high yield leggermente più razionale. Il manager ritiene che i prezzi sul mercato primario stiano migliorando ed è convinto che vi siano alcune opportunità sia sul mercato secondario sia in termini di selezione titoli in ambito obbligazionario. “Nel complesso penso pertanto che il mercato high yield si migliorato nel 2015, ma gli investitori dovrebbero continuare a non ipotizzare attese di rilievo in termini di incremento del capitale quanto piuttosto ritenere questa asset class dotata della capacità di offrire livelli ragionevoli di reddito” conclude, nell’articolo “High yield, un’asset class con ragionevoli livelli di reddito”, Paul Read.
Ma quale alto rendimento scegliere tra quello USA e quello europeo? “Alla fine del 2015, per il quarto anno consecutivo, il segmento obbligazionario high yield europeo ha superato il rendimento dell’high yield USA. Ci aspettiamo che il trend continui sulla base di diversi fattori fondamentali e di valutazione” sostiene, nell’articolo “Obbligazioni high yield, il segmento europeo brilla di più di quello USA” Peter Aspbury, Portfolio Manager di J.P. Morgan Asset Management, che continua a essere rialzista nei confronti degli high yield europei per una serie di buone ragioni. Innanzitutto il cosiddetto credit clock è ancora favorevole: in pratica, l’high yield europeo si trova a beneficiare del ciclo del credito in misura molto maggiore rispetto al mercato high yield americano. Inoltre la qualità del credito delle nuove emissioni di debito è solida: beneficia infatti sia della ripresa dell’economia europea (dopo anni di recessione e rallentamento congiunturale) e sia del miglioramento dei margini e dei profitti aziendali. Un contesto che rende i tassi di default dei titoli europei ad alto rendimento molto bassi anche in prospettiva.
Favorevole agli high yield a stelle e strisce è invece Jennifer Ponce de Leon, Gestore di portafoglio e Responsabile High Yield USA di Columbia Threadneedle Investments che, nell’articolo “High yield USA, un’alternativa interessante alle azioni americane” afferma che, alla luce dei fondamentali ragionevoli della maggior parte dell’asset class dell’alto rendimento, del rischio di rifinanziamento limitato, della leva finanziaria nel complesso ridotta e delle prospettive di utile equilibrate, continua a considerare i titoli high yield un’alternativa interessante alle azioni. “Manterremo il nostro approccio disciplinato alla selezione dei titoli, basato su una solida analisi fondamentale e su una gestione del rischio rigorosa per trarre vantaggio dalle opportunità offerte dal mercato” specifica però la manager.
A proposito di selezione, secondo Julien Eberhardt, gestore e analista senior del team Invesco Fixed Income di Henley, esiste ancora valore nelle obbligazioni degli emittenti finanziari. “A giudizio del team, i titoli finanziari sono ancora relativamente interessanti in quanto offrono un ragionevole rapporto rischio – rendimento. Il rafforzamento dei bilanci bancari e la riduzione del volume di asset ponderati per il rischio hanno migliorato l’affidabilità creditizia. D’altra parte, abbiamo visto i ricavi bancari finire sotto pressione e i problemi specifici per determinate società hanno rappresentato una caratteristica del 2015. Tuttavia, il debito subordinato ha complessivamente registrato buone performance nel 2015 e sono ottimista per il settore” spiega il manager nell’articolo “Settore finanziario, le turbolenze di mercato nascondono il valore”.
Trending