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Bioeconomia, l’Italia ha più potenziale di Germania e Regno Unito

2 Febbraio 2016 09:37
financialounge -  bioeconomia biomasse energia rinnovabile risorse settore biotech

Grazie alle specifiche strutture produttive, l’Italia presenta attualmente un potenziale di sviluppo della bioeconomia superiore a quello della Germania e del Regno Unito. E’ questa una delle maggiori evidenze che gli addetti ai lavori hanno rilevato sul futuro della bioeconomia nel nostro paese che è stimato, attualmente, in termini di giro d’affari complessivo annuo nel 2015 in 244 miliardi di euro e 1,5 milioni di occupati.


Per bioeconomia si può intendere un’economia basata sull’utilizzazione sostenibile di risorse naturali rinnovabili e sulla loro trasformazione in beni e servizi finali o intermedi: dall’agricoltura alla pesca, dalla selvicoltura all’alimentare, dall’industria del legno a quella della carta, dalla biotecnologie e alle bioenergie, fino alla chimica innovativa che fa uso di materie prime naturali e rinnovabili. Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta uno dei segmenti con le più elevate potenzialità di sviluppo nel nostro paese dal momento che si stima che circa il 40 per cento delle produzioni chimiche italiane potrebbe essere trasformato in lavorazioni con contenuti riconducibili alla bioeconomia.


Un altro segmento che potrebbe mostrare maggiore dinamismo è, inoltre, quello delle biomasse. Pur essendo una delle più importanti fonti di energia rinnovabile, le biomasse negli ultimi 10 anni hanno registrato un calo della produzione in Italia, in netta controtendenza rispetto all’Europa. La produzione e l’export di biomasse in Italia, secondo gli addetti ai lavori, ha invece significative potenzialità di recupero nei prossimi anni anche perché questo segmento viene ritenuto sempre più strategico per la ricerca.

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