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Zona euro e USA trainate da consumi privati e mercato del lavoro

25 Gennaio 2016 12:22
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Nella zona euro e negli Stati Uniti i consumi privati cresceranno ulteriormente in linea con le condizioni del mercato del lavoro trainando la crescita mentre la Cina dovrebbe rallentare ulteriormente. Sono queste le previsioni per quest’anno di Yves Longchamp, Head of Research di ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, secondo il quale il mercato del lavoro americano resterà dinamico ma le sue evoluzioni forniranno importanti elementi di valutazione per la Fed. Infatti, con la disoccupazione intorno al punto di equilibrio le assunzioni tenderanno a diminuire mentre, in parallelo, tenderanno ad aumentare progressivamente i salari. Un trend che sarà esaminato attentamente dalla banca centrale americana dal momento che un aumento dei salari e consumi robusti tendono ad alimentare un’ulteriore crescita economica: ingredienti ideali per stimolare un processo di rialzo dei tassi più aggressivo di quello stimato finora. In ogni caso, per Yves Longchamp tale transizione dovrebbe aver luogo gradatamente e, allo stesso modo, la Fed dovrebbe innalzare i tassi in due occasioni nel 2016.

Il manager, al contrario, non vede la necessità di allentare ulteriormente la politica monetaria europea nel prossimo futuro. È vero che nell’area euro la situazione è diversa, dato che il ciclo economico è indietro di un paio d’anni rispetto agli Stati Uniti, con il PIL e l’occupazione che ancora non hanno superato i livelli pre-crisi, come è avvenuto invece negli USA. Ed è anche vero che restano gli ostacoli politici (la Grecia e il rischio Brexit, la crisi dei rifugiati ed eventuali nuovi atti di terrorismo), ma per Yves Longchamp è ormai stato raggiunto il «Momento Draghi», ossia il contesto di massimo allentamento. Alla luce di queste previsioni e a prescindere dal valore reputato equo, il dollaro per Yves Longchamp è sopravvalutato: in questo contesto, il manager ritiene l’euro acquisterà vigore nell’anno a venire.

Infine, Yves Longchamp indica anche l’elemento di rischio per lo scenario economico base del 2016: la Cina. Un pericolo che però, secondo il manager, non si basa tanto (o soltanto) per il rallentamento in corso, bensì soprattutto per la repentina crescita del credito che si osserva nel Paese negli ultimi anni. “Il rallentamento dovrebbe continuare, poiché la Cina si trova in una fase di transizione verso un nuovo modello di crescita, su un percorso già seguito da altri mercati emergenti asiatici. Ma anche il resto dell’Asia sta rallentando, sotto l’influsso del declino del commercio globale, e deve fare i conti con i limiti di una crescita finanziata dal debito, mentre sta probabilmente arrivando al termine di un boom del ciclo creditizio” puntualizza infatti Yves Longchamp.
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