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Cosa fare se i fallimenti delle società quotate aumenteranno

18 Novembre 2015 10:47
financialounge -  BlackRock fallimento mercati obbligazionari Russ Koesterich tassi di default
I pareri sul mercato obbligazionario per il prossimo anno restano contrastanti. Se l’opinione sui titoli di stato core della zona euro (Germania, Francia e Olanda) è improntata prevalentemente alla prudenza, sui corporate bond investment grade e sugli high yield le opinioni sono meno condivise. Tra i fattori sui quali molti asset manager però continuano a focalizzarsi per cercare di stabilire il trend per i prossimi 12 mesi, spicca quello relativo ai tassi di default (fallimento), ovvero la percentuale di emittenti che non pagano le cedole o, addirittura, non restituiscono il capitale a scadenza.

Una riflessione interessante a questo proposito l’ha fatta Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment, osservando cosa è successo nella settimana dal 2 al 6 novembre. “Il mercato azionario ha beneficiato di un forte apporto dal settore dei servizi e, inoltre, dell'annuncio di un maggior numero di attività di M&A (fusioni e acquisizioni). Detto questo, ritengo però che ci siano diversi fattori che inibiscano ulteriori guadagni: valutazioni elevate, una carenza di crescita, e, più recentemente, un notevole peggioramento della qualità del credito” ha infatti puntualizzato lo strategist facendo riferimento al fatto che i default societari USA hanno di recente raggiunto il picco degli ultimi quattro anni.

Inoltre, ha avuto modo di sottolineare Russ Koesterich, il default delle obbligazioni speculative grade (quelli con rating inferiore a Baa) è salito dal 2,1% al 2,5% nel terzo trimestre. Sebbene si tratti di una percentuale ancora modesta rispetto agli standard storici, l’agenzia di rating Moody prevede che il tasso di default possa salire ulteriormente, fino al 3,8% entro questo mese. “Il cambiamento di regime del credito ha implicazioni per il mercato azionario. Noi, in particolare, continuiamo a favorire le società di qualità, cioè le aziende con un elevato ritorno sull'investimento azionario, bassa variabilità dei profitti e dei margini e una leva finanziaria non eccessiva” rivela Russ Koesterich segnalando come, negli ultimi tre mesi, questo approccio abbia registrato performance superiori ai titoli «momentum», quelli delle imprese con rapido apprezzamento delle quotazioni in virtù di ingenti flussi di acquisto (talvolta anche di tipo speculativo).

Lo strategist ricorda che lo stile che ha privilegiato i titoli «momentum» è stato efficace nel corso degli ultimi anni ma, non appena i mercati hanno cominciato a fare i conti con una più accentuata liquidità le loro quotazioni ne hanno risentito in modo maggiore rispetto agli indici di mercato.
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