corporate bond
Idee di Investimento – Obbligazioni – 02 novembre 2015
2 Novembre 2015 10:31

sta fase è indispensabile per l’investitore dotarsi di un metodo anche nella costruzione delle scelte di portafoglio, che tenga insieme la valutazione degli indicatori finanziari, che ad esempio sembrano delineare i presupposti di un rally di fine anno, come le numerose fonti di incertezza conosciute e quelle sconosciute (ma che potrebbero verificarsi). È questo il passaggio chiave di Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di GAM Italia Sgr, contenuto nell’articolo “Un metodo solido nella costruzione delle scelte di portafoglio”.
Un approccio che può partire da due punti fermi: il potenziale rafforzamento nel medio periodo della divisa americana e un ambiente «relativamente protetto» per quanto riguarda l’obbligazionario euro. “Ora che la banca centrale USA è diventata più sensibile agli sviluppi globali (timori sulla decelerazione della Cina, e situazione del debito dei paesi emergenti espresso in dollari americani) il biglietto verde potrebbe consolidarsi temporaneamente. Tuttavia, pure così, il trend divergente delle politiche monetarie che supporta la nostra view positiva sul dollaro americano resta per ora intatta, soprattutto contro euro e franco svizzero (CHF)“ puntualizza nell’articolo “Dollaro USA, il consolidamento è solo momentaneo”Luca Bindelli, Head of Foreign Exchange Analysis di Credit Suisse.
In attesa di sapere se e quando la Fed prenderà la decisione di rialzare i tassi americani, Mondher Bettaieb, Head of corporate bonds team di Vontobel Asset management, ha tenuto a sottolineare che esistono ancora interessanti opportunità in ambito obbligazionario. “Non siamo tra coloro che ritengono finito il ciclo positivo del mercato obbligazionario. Al contrario, riteniamo che l’asset class resti interessante nel medio periodo, in particolare per quanto riguarda le obbligazioni societarie (sia di tipo investment grade che high yield)” ha infatti sottolineato, nell’articolo “Mercato obbligazionario, il ciclo positivo non è affatto finito”, Mondher Bettaieb, secondo il quale la volatilità del comparto, che dovrebbe mantenersi su livelli piuttosto elevati, offre interessanti opportunità di investimento, mentre le mosse della Fed, sia che decida di alzare i tassi USA già a dicembre piuttosto che nel 2016, saranno comunque improntate a moderazione: il rialzo dei tassi dovrebbe infatti essere estremamente graduale e portare il livello finale ad una soglia inferiore rispetto ai cicli di rialzo del passato.
Per Luca Noto, Portfolio Manager Obbligazionario di Anima SGR, nell’articolo “PIL USA e mosse della Fed, i gestori la pensano così”, ora l’attenzione degli addetti ai lavori sarà tutta inevitabilmente concentrata sui dati relativi all’occupazione USA del mese di ottobre (che potrà determinare o meno l’avvio del rialzo dei tassi USA), ma, per quanto riguarda le obbligazioni governative europee, l’impatto della decisione da parte della Fed dovrebbe comunque essere limitato grazie alla attiva presenza sul mercato da parte della BCE.
Sempre sul fronte del reddito fisso europeo, Monica Defend, Head of Global Asset Allocation Research, e Cosimo Marasciulo, Head of European Government Bonds di Pioneer Investments, vedono valore nelle obbligazioni societarie investment grade dopo il recente ampliamento degli spread, poiché il mercato potrebbe iniziare a prezzare la possibilità di un QE, e nelle emissioni legate all’inflazione dal momento che il livello di inflazione è ancora lontano dall’obiettivo del 2% “In ottica Multi-Asset, invece, una nuova serie di mosse espansive da parte delle Banche Centrali potrebbe sostenere gli asset rischiosi nel breve termine. Tuttavia, resta il rischio di una ripresa globale fragile e irregolare, oltre al rischio multi-geopolitico. Di conseguenza riteniamo sia opportuno conservare i presidi di protezione dei portafogli, in vista di un possibile aumento della volatilità” fanno sapere i due esperti nell’articolo “Zona euro, c’è valore nei bond legati all’inflazione”
Un approccio che può partire da due punti fermi: il potenziale rafforzamento nel medio periodo della divisa americana e un ambiente «relativamente protetto» per quanto riguarda l’obbligazionario euro. “Ora che la banca centrale USA è diventata più sensibile agli sviluppi globali (timori sulla decelerazione della Cina, e situazione del debito dei paesi emergenti espresso in dollari americani) il biglietto verde potrebbe consolidarsi temporaneamente. Tuttavia, pure così, il trend divergente delle politiche monetarie che supporta la nostra view positiva sul dollaro americano resta per ora intatta, soprattutto contro euro e franco svizzero (CHF)“ puntualizza nell’articolo “Dollaro USA, il consolidamento è solo momentaneo”Luca Bindelli, Head of Foreign Exchange Analysis di Credit Suisse.
In attesa di sapere se e quando la Fed prenderà la decisione di rialzare i tassi americani, Mondher Bettaieb, Head of corporate bonds team di Vontobel Asset management, ha tenuto a sottolineare che esistono ancora interessanti opportunità in ambito obbligazionario. “Non siamo tra coloro che ritengono finito il ciclo positivo del mercato obbligazionario. Al contrario, riteniamo che l’asset class resti interessante nel medio periodo, in particolare per quanto riguarda le obbligazioni societarie (sia di tipo investment grade che high yield)” ha infatti sottolineato, nell’articolo “Mercato obbligazionario, il ciclo positivo non è affatto finito”, Mondher Bettaieb, secondo il quale la volatilità del comparto, che dovrebbe mantenersi su livelli piuttosto elevati, offre interessanti opportunità di investimento, mentre le mosse della Fed, sia che decida di alzare i tassi USA già a dicembre piuttosto che nel 2016, saranno comunque improntate a moderazione: il rialzo dei tassi dovrebbe infatti essere estremamente graduale e portare il livello finale ad una soglia inferiore rispetto ai cicli di rialzo del passato.
Per Luca Noto, Portfolio Manager Obbligazionario di Anima SGR, nell’articolo “PIL USA e mosse della Fed, i gestori la pensano così”, ora l’attenzione degli addetti ai lavori sarà tutta inevitabilmente concentrata sui dati relativi all’occupazione USA del mese di ottobre (che potrà determinare o meno l’avvio del rialzo dei tassi USA), ma, per quanto riguarda le obbligazioni governative europee, l’impatto della decisione da parte della Fed dovrebbe comunque essere limitato grazie alla attiva presenza sul mercato da parte della BCE.
Sempre sul fronte del reddito fisso europeo, Monica Defend, Head of Global Asset Allocation Research, e Cosimo Marasciulo, Head of European Government Bonds di Pioneer Investments, vedono valore nelle obbligazioni societarie investment grade dopo il recente ampliamento degli spread, poiché il mercato potrebbe iniziare a prezzare la possibilità di un QE, e nelle emissioni legate all’inflazione dal momento che il livello di inflazione è ancora lontano dall’obiettivo del 2% “In ottica Multi-Asset, invece, una nuova serie di mosse espansive da parte delle Banche Centrali potrebbe sostenere gli asset rischiosi nel breve termine. Tuttavia, resta il rischio di una ripresa globale fragile e irregolare, oltre al rischio multi-geopolitico. Di conseguenza riteniamo sia opportuno conservare i presidi di protezione dei portafogli, in vista di un possibile aumento della volatilità” fanno sapere i due esperti nell’articolo “Zona euro, c’è valore nei bond legati all’inflazione”
Trending