mercati obbligazionari
Obbligazioni, il circolo virtuoso dei tassi ai minimi
13 Ottobre 2015 09:43

i d’interesse dei titoli di stato e delle obbligazioni societarie italiane continuano a restare sui minimi storici. Rendimenti che, solo per fare qualche esempio, per il bot annuali sono pari a zero (0,02% per l’esattezza), per i ctz allo 0,13%, per i btp scadenza 2020 allo 0,75% e per il btp decennale all’1,68%. È del tutto evidente che, con tassi di questo livello, i più svantaggiati sono senza dubbio i risparmiatori: chi cioè è abituato a prestare i risparmi allo stato o alle aziende per acquistare il loro debito ed avere, in cambio, degli interessi. Ma c’è anche chi, d’altra parte, ha di che gioire da questa situazione, generando un vero e proprio circolo virtuoso grazie i tassi ai minimi. Scopriamolo insieme.
In primis c’è lo stato che, in virtù del calo strutturale dei tassi di interesse sui suoi titoli riesce a rimpiazzare in asta, mese dopo mese, le obbligazioni in scadenza con quelle di nuova emissione che fanno il tutto esaurito a tassi molto inferiori rispetto a quelli dei titoli in scadenza. Secondo una stima, elaborata sui dati al 30 settembre scorso, l’importo degli interessi sul debito pubblico quest’anno dovrebbero attestarsi intorno ai 70 miliardi, cinque in meno rispetto ai 75,2 miliardi pagati nel 2014 e ben 14 miliardi al di sotto del 2012, l’anno sul quale pesarono le tensioni della crisi del debito sovrano italiano scoppiate nell’estate precedente.
Tuttavia, minori oneri da pagare da parte dello stato, significa più risorse di bilancio a disposizione del governo per tagliare le tasse e fare maggiori investimenti. Un secondo «beneficiario» del calo dei tassi di interesse sono le aziende che possono investire a costi inferiori. In base all’ultimo report mensile dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, il tasso medio praticato alle società non finanziarie si posiziona attualmente al 2,93% (rispetto al 3,96% di12 mesi fa), e scende all’1,56% (contro il 2,47% di un anno fa) per importi superiori al milione di euro. Stesso discorso per le famiglie che, grazie ai tassi ai minimi storici, possono ricorrere ai mutui per acquistare la casa, e ai prestiti personali per l’acquisto di auto, moto, per arredare casa o per fare viaggi. Le famiglie, inoltre, grazie alle minori tasse da pagare dovrebbero avere maggiori risorse disponibili per i consumi e, quindi, per far crescere l’economia.
In primis c’è lo stato che, in virtù del calo strutturale dei tassi di interesse sui suoi titoli riesce a rimpiazzare in asta, mese dopo mese, le obbligazioni in scadenza con quelle di nuova emissione che fanno il tutto esaurito a tassi molto inferiori rispetto a quelli dei titoli in scadenza. Secondo una stima, elaborata sui dati al 30 settembre scorso, l’importo degli interessi sul debito pubblico quest’anno dovrebbero attestarsi intorno ai 70 miliardi, cinque in meno rispetto ai 75,2 miliardi pagati nel 2014 e ben 14 miliardi al di sotto del 2012, l’anno sul quale pesarono le tensioni della crisi del debito sovrano italiano scoppiate nell’estate precedente.
Tuttavia, minori oneri da pagare da parte dello stato, significa più risorse di bilancio a disposizione del governo per tagliare le tasse e fare maggiori investimenti. Un secondo «beneficiario» del calo dei tassi di interesse sono le aziende che possono investire a costi inferiori. In base all’ultimo report mensile dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, il tasso medio praticato alle società non finanziarie si posiziona attualmente al 2,93% (rispetto al 3,96% di12 mesi fa), e scende all’1,56% (contro il 2,47% di un anno fa) per importi superiori al milione di euro. Stesso discorso per le famiglie che, grazie ai tassi ai minimi storici, possono ricorrere ai mutui per acquistare la casa, e ai prestiti personali per l’acquisto di auto, moto, per arredare casa o per fare viaggi. Le famiglie, inoltre, grazie alle minori tasse da pagare dovrebbero avere maggiori risorse disponibili per i consumi e, quindi, per far crescere l’economia.
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