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Idee di Investimento - Azioni - 10 agosto 2015

10 Agosto 2015 14:06

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luglio scorso le stime dei profitti aziendali delle imprese europee quotate in Borsa indicavano un aumento del 5,7% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno. Al contrario le previsioni relative al giro d’affari evidenziavano una contrazione media dell’1,9%. Sono queste le risultanze dell’osservatorio della Thomson Reuters relativo alle società dell’indice europeo Stoxx 600 segnalate nell’articolo “Azionario Europa, gli utili non deludono le attese”. Con questi dati acquisiti il rapporto prezzo / utili (p/e) dell’indice Stoxx 600 si posiziona a quota 15,6: si tratta di un valore che si posiziona al di sopra del 13,5 relativo alla media decennale ma che deve essere contestualizzato agli attuali tassi del mercato obbligazionario che sono sui minimi di sempre.

Se l’azionario Europa resta dunque attrattivo per gli investitori (almeno rispetto al mercato obbligazionario), l’approccio di investimento non può comunque essere aggressivo e deve essere filtrato con le lenti del buon senso anche perché per la regola dell’uomo prudente, assimilabile alla “diligenza del buon padre di famiglia”, il capitale è sempre a rischio e ciò che si richiede al suo amministratore è di imitare il modo con il quale uomini di prudenza, discrezione e sagacia amministrano le loro cose, non per la speculazione, ma per la disposizione del patrimonio nel lungo termine, tenendo conto del possibile guadagno come della possibile sicurezza del capitale investito. “La gestione attiva del portafoglio si caratterizza per puntare a questa mission facendo leva sia sul coefficiente alpha che su quello beta: massimizza la generazione di alpha (valori elevati sono preferibili a valori bassi), gestisce l’esposizione al beta, valori maggiori o minori in funzione delle aspettative sull’andamento del mercato. Si ricorda che il coefficiente alpha è il rendimento del titolo slegato dall’andamento del mercato, mentre il coefficiente beta è dato dall’inclinazione della retta, rappresenta la sensibilità del prezzo al movimento del mercato” fa sapere nell’articolo “La gestione attiva e la regola dell’uomo prudente” Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di GAM Italia Sgr che poi aggiunge: “Nella componente azionaria solo la massima flessibilità e l’analisi “bottom up” delle singole società può bilanciare i rischi di listini tirati da valutazioni al di sopra delle medie storiche”.

L’analisi dettagliata svolta sulle singole società permette infatti di guardare oltre i saliscendi anche tumultuosi dei listini per riuscire a individuare i titoli sottovalutati. “Vediamo notizie più incoraggianti provenienti dalla Cina nel primo semestre del 2015, che rispetto a qualsiasi altro momento negli ultimi 25 anni. E riteniamo anche che questo flusso di notizie sia sottovalutato, a causa dello scenario delle ultime settimane dominato dalle svendite sul listino A-shares” sostiene nell’articolo “Azionario Cina, perché il flusso di notizie è sottovalutato” Michael Lai, gestore dei fondi GAM Star China Equity, GAM Star Asian Equity e GAM Star Asia-Pacific Equity. “L’attuale stagione delle trimestrali dovrebbe permetterci di capire se gli investitori stanno ancora una volta iniziando a differenziare tra migliori società e utili, e quelle di minore qualità. Investiamo in quelle società che hanno una certa capacità di determinazione dei prezzi, nel settore dei servizi ad esempio, che presentano forti barriere all’ingresso e che sono in grado di generare forti flussi di cassa che vengono poi redistribuiti agli azionisti. Anche nel ventaglio dei nostri settori preferiti, tecnologici e manifatturiero avanzato, non bisogna investire in maniera indiscriminata, perché la chiave è la diversificazione” puntualizza inoltre Michael Lai.

Condivide la view sulle azioni cinesi Marcel Zimmermann, gestore del fondo Zest Emerging Markets (Equity Focused Emerging Markets) di Zest Asset Management: “La debolezza nel mercato Cinese è continuata con gli investitori locali forzati a chiudere le loro posizioni a margini lunghi (rialzisti). I listini di Shanghai e Shenzhen hanno perso il 14% durante il mese di luglio e ci aspettiamo ulteriore pressione sul mercato, in quanto il 25% del listino è ancora sospeso. L’esodo dei titoli cinesi ha spinto le valutazioni già attrative ulteriormente al ribasso con un -14,5%: restiamo positivi su queste valutazioni a medio termine” commenta Marcel Zimmermann nell’articolo “Cosa hanno consigliato i mercati di luglio agli investitori”.

A proposito di opportunità da scovare. Roberto Cominotto, gestore del fondo JB Energy Transition di GAM, sostiene che anche con i prezzi del petrolio ben al di sotto dei 100 dollari al barile, il settore energetico offra opportunità di investimento allettanti: secondo il manager queste opportunità si possono trovare soprattutto nei produttori mid&small cap, che hanno i costi di produzioni più bassi del settore. “Molte di queste sono società di produzione di greggio e gas di scisto nordamericane, come Memorial Resource Development, Cardinal Energy e Torc Oil & Gas. Queste aziende possono crescere anche con i prezzi del greggio ai livelli attuali; inoltre, possono finanziare gli investimenti e lo stacco dei dividendi con i flussi di cassa operativa, e fare acquisizioni. Vediamo opportunità di investimento molto interessanti anche nel comparto delle energie rinnovabili, soprattutto nel mercato del solare USA e dell’eolico delle Economie Emergenti” spiega il manager nell’articolo “Settore petrolifero, meglio puntare sulle small&mid cap”.

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