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Prodotti finanziari complessi, scatta lo scudo sugli investitori retail

13 Luglio 2015 10:16
financialounge -  cartolarizzazione Consob convertibili MiFID II
Le cartolarizzazioni, gli strumenti convertibili secondo le indicazioni dell’emittente, i prodotti strutturati, i credit linked. Sono questi alcuni dei più importanti prodotti finanziari complessi che dallo scorso primo luglio non potranno finire nei portafogli degli investitori retail.
Le banche e gli intermediari finanziari devono infatti d’ora in avanti comunicare alla Consob se e come intendono adottare le disposizioni che l’autorità di controllo sulla Borsa italiana ha diramato nel dicembre del 2014.

In pratica, i prodotti complessi non possono più essere proposti al pubblico retail mentre gli istituti di credito e le Sim che lo volessero fare devono necessariamente fornire un dettagliato report alla Consob di quali siano i prodotti complessi che potranno essere oggetto di promozione al retail e, inoltre, con quali accorgimenti intendano farlo.
La Consob, inoltre, ha chiarito i criteri per scongiurare conflitti di interesse ed ha esortato tutti gli operatori del mercato italiano "affinchè, già dalla progettazione iniziale, i prodotti complessi siano messi a punto in modo appropriato per la clientela retail se a questa potranno poi essere destinati".

L’industria del risparmio gestito ha accettato di buon grado questa nuova normativa valorizzando l’approccio non punitivo e nemmeno di chiusura totale da parte dell’Authority verso i prodotti complessi: in questo modo l’applicazione della Mifid2tenderebbe, anche in futuro, ad evitare di vietare prodotti di investimento pur preservando, al contempo, le esigenze prioritarie del piccolo risparmiatore. L’obiettivo dell’intera industria è infatti quella di avere investitori sempre più consapevoli delle opportunità ma anche dei rischi dei diversi prodotti in modo da adottare scelte d’investimento coerenti con le proprie effettive esigenze e con il corretto grado di accettazione dei rischi
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