Federal Reserve
Domani l’ultimo magic number prima della Fed
4 Giugno 2015 09:12

4.30 di domani viene pubblicato l’ultimo dato mensile sul lavoro in Usa prima della riunione della Fed del 16-17 giugno, che costituisce la prima «finestra» possibile per l’atteso rialzo dei tassi.
Il consenso del mercato punta a 220.000 nuovi posti di lavoro creati in maggio dai 223.000 di aprile, con il tasso di disoccupazione che potrebbe calare al 5,3% dal 5,4% del mese precedente. Ad oggi le possibilità che Janet Yellen possa fare già alla prossima riunione il primo rialzo dei tassi del dopo crisi, incorporate nei futures sui Fed Fund, sono solo al 7%, mentre salgono al 26% per settembre e ancora al 59% per dicembre.
Giugno è una puntata difficile, ma non impossibile. Indovinare può fare la differenza tra capital gain sostanziosi e altrettante importanti perdite. E non solo sul mercato dei titoli di stato, i t-bond americani, ma anche sull’azionario di Wall Street. Infatti i due mercati divergono sempre di più, in termini di volatilità, e prima o poi dovranno tornare a convergere. La differenza tra la volatilità sui t-bond, che è molto alta, e quella sulle azioni, che è invece molto bassa, ha toccato ieri i suoi massimi dal 2008. Secondo gli esperti, questo vuol dire o che l’azionario sta sottovalutando l’impatto di un rialzo dei tassi o che il mercato obbligazionario lo sta sopravvalutando.
Chi ha ragione?
Potremmo saperlo forse già la sera del 17 giugno, quando Janet Yellen prenderà la parola.
Il consenso del mercato punta a 220.000 nuovi posti di lavoro creati in maggio dai 223.000 di aprile, con il tasso di disoccupazione che potrebbe calare al 5,3% dal 5,4% del mese precedente. Ad oggi le possibilità che Janet Yellen possa fare già alla prossima riunione il primo rialzo dei tassi del dopo crisi, incorporate nei futures sui Fed Fund, sono solo al 7%, mentre salgono al 26% per settembre e ancora al 59% per dicembre.
Giugno è una puntata difficile, ma non impossibile. Indovinare può fare la differenza tra capital gain sostanziosi e altrettante importanti perdite. E non solo sul mercato dei titoli di stato, i t-bond americani, ma anche sull’azionario di Wall Street. Infatti i due mercati divergono sempre di più, in termini di volatilità, e prima o poi dovranno tornare a convergere. La differenza tra la volatilità sui t-bond, che è molto alta, e quella sulle azioni, che è invece molto bassa, ha toccato ieri i suoi massimi dal 2008. Secondo gli esperti, questo vuol dire o che l’azionario sta sottovalutando l’impatto di un rialzo dei tassi o che il mercato obbligazionario lo sta sopravvalutando.
Chi ha ragione?
Potremmo saperlo forse già la sera del 17 giugno, quando Janet Yellen prenderà la parola.
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