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Idee di investimento - Azioni - 27 aprile 2015
27 Aprile 2015 09:30

sulenza finanziaria, che sicuramente è la ragione principale del successo che le reti hanno registrato in questi anni e ha permesso loro di affrontare la crisi in maniera più solida rispetto alle banche, rappresenta l'elemento fondante su cui si costruisce una relazione lunga e soddisfacente in virtù di tre importanti aspetti: la capacità di interfacciarsi con il cliente, l’abilità di far emergere i suoi veri bisogni e la competenza per condividerli in maniera trasparente. “Il ruolo della Consulenza nella consapevolezza delle scelte in un mercato-prodotto così complesso diviene fondamentale. L’effettuazione di scelte consapevoli, oltre ad essere un obbiettivo di tutela del risparmiatore infatti, costituisce un elemento essenziale per il buon funzionamento del mercato” ha dichiarato la presidente di APF (Albo Promotori Finanziari), prof.ssa Carla Rabitti Bedogni, nell’articolo “Consulenza finanziaria, motore per lo sviluppo del risparmio”.
D’altra parte, l’eccessivo ottimismo può essere dannoso al successo degli investimenti e alla sicurezza finanziaria quando i risparmiatori hanno aspettative non realistiche o non hanno obiettivi ben definiti. “Molti risparmiatori, infatti, non hanno ancora pianificato, non intendono assumersi dei rischi o non hanno una chiara comprensione del rischio di portafoglio” afferma Antonio Bottillo, Country Head ed Executive Managing Director per l’Italia di Natixis Global Asset Management nell’articolo “Soluzioni di portafoglio pianificate e personalizzate” per poi aggiungere: “Dobbiamo partire da questo quadro per poter aiutare gli investitori a definire in maniera più chiara i loro obiettivi e il rischio che devono assumersi in modo da identificare meglio un piano finanziario per il proprio futuro”.
Resta il fatto che anche una efficiente pianificazione finanziaria dovrà essere basata su buone idee di investimento. Tra queste potrebbero per esempio trovare spazio le small cap americane. “Storicamente, le società statunitensi a bassa capitalizzazione hanno avuto la tendenza a generare gran parte del loro fatturato sul suolo domestico, fattore che potrebbe ridurre l’impatto negativo di un dollaro forte sperimentato invece dalle grandi multinazionali statunitensi. In aggiunta, pensiamo che i margini operativi dell’indice Russell 2000, relativo alle società small cap, abbiano ancora spazio di miglioramento se paragonati a quelli dell’S&P 500” sottolineano gli esperti di Goldman Sachs Asset Management (“GSAM”) nell’articolo “Small Cap USA favorite rispetto alle large cap”.
Rimanendo negli Stati Uniti, il rallentamento della crescita americana suggerisce che le stime sugli utili per l'anno in corso potrebbero rivelarsi ancora troppo elevate. Un contesto nel quale, tuttavia, le grandi imprese finanziarie globali potrebbero riuscire a generare ingenti profitti grazie alle economie di scala e al boom di M&A (fusioni e acquisizioni) agevolate dai tassi ai minimi storici. “La crescita economica dovrebbe evidenziare un rimbalzo nel secondo trimestre, ma gli Stati Uniti faticheranno per riuscire a registrare un tasso di aumento del PIL del 3% che gli investitori aspettavano a inizio anno. Ciò suggerisce che le stime dei profitti delle imprese USA per l'anno in corso potrebbero rivelarsi troppo elevate” sostiene Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment che poi, nell’articolo “Le stime degli utili annui potrebbero essere troppo elevate” rivolge l’attenzione ai tassi americani che sono scesi ai minimi e, con essi, anche la volatilità del mercato dei governativi statunitensi. “Tra i beneficiari di questo ambiente figurano le società finanziarie. Con i tassi di interesse bassi e la maggior parte delle banche centrali bloccate in una posizione di allentamento monetario quasi permanente, molte grandi società finanziarie dovrebbero beneficiarne. È vero che le banche tradizionali stanno lottando con i tassi bassi e calo dei margini di interesse netti. Wells Fargo ha riferito che il suo margine di interesse netto è sceso al di sotto del 3% per la prima volta nell’ultimo decennio, tuttavia, le imprese finanziarie coinvolte nelle grandi operazioni nel mercato dei capitali e il fiorente segmento dell’M&A ( fusione e acquisizione) garantiranno ricadute positive” spiega Russ Koesterich. Infatti, grazie ai tassi di interesse ai minimi e i deal delle fusioni in costante aumento, le banche d'investimento dovrebbero generare ingenti profitti. “Vediamo l'ambiente favorevole per questo settore e, di conseguenza, siamo rimasti in sovrappeso sulle grandi imprese finanziarie globali” conclude Russ Koesterich mentre l’Equity Research di Credit Suisse resta convinto che il Giappone possa essere una Borsa ancora molto interessante.
“Il Giappone è stata la nostra più grande posizione azionaria in sovrappeso di quest'anno e nonostante abbia registrato ottime performance alziamo il nostro target sul Nikkei 225 di fine anno portandolo a quota 22.000 punti” fanno sapere gli esperti di Credit Suisse nell’articolo “Giappone, perchè il sole continua a splendere sull’impero”.
D’altra parte, l’eccessivo ottimismo può essere dannoso al successo degli investimenti e alla sicurezza finanziaria quando i risparmiatori hanno aspettative non realistiche o non hanno obiettivi ben definiti. “Molti risparmiatori, infatti, non hanno ancora pianificato, non intendono assumersi dei rischi o non hanno una chiara comprensione del rischio di portafoglio” afferma Antonio Bottillo, Country Head ed Executive Managing Director per l’Italia di Natixis Global Asset Management nell’articolo “Soluzioni di portafoglio pianificate e personalizzate” per poi aggiungere: “Dobbiamo partire da questo quadro per poter aiutare gli investitori a definire in maniera più chiara i loro obiettivi e il rischio che devono assumersi in modo da identificare meglio un piano finanziario per il proprio futuro”.
Resta il fatto che anche una efficiente pianificazione finanziaria dovrà essere basata su buone idee di investimento. Tra queste potrebbero per esempio trovare spazio le small cap americane. “Storicamente, le società statunitensi a bassa capitalizzazione hanno avuto la tendenza a generare gran parte del loro fatturato sul suolo domestico, fattore che potrebbe ridurre l’impatto negativo di un dollaro forte sperimentato invece dalle grandi multinazionali statunitensi. In aggiunta, pensiamo che i margini operativi dell’indice Russell 2000, relativo alle società small cap, abbiano ancora spazio di miglioramento se paragonati a quelli dell’S&P 500” sottolineano gli esperti di Goldman Sachs Asset Management (“GSAM”) nell’articolo “Small Cap USA favorite rispetto alle large cap”.
Rimanendo negli Stati Uniti, il rallentamento della crescita americana suggerisce che le stime sugli utili per l'anno in corso potrebbero rivelarsi ancora troppo elevate. Un contesto nel quale, tuttavia, le grandi imprese finanziarie globali potrebbero riuscire a generare ingenti profitti grazie alle economie di scala e al boom di M&A (fusioni e acquisizioni) agevolate dai tassi ai minimi storici. “La crescita economica dovrebbe evidenziare un rimbalzo nel secondo trimestre, ma gli Stati Uniti faticheranno per riuscire a registrare un tasso di aumento del PIL del 3% che gli investitori aspettavano a inizio anno. Ciò suggerisce che le stime dei profitti delle imprese USA per l'anno in corso potrebbero rivelarsi troppo elevate” sostiene Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment che poi, nell’articolo “Le stime degli utili annui potrebbero essere troppo elevate” rivolge l’attenzione ai tassi americani che sono scesi ai minimi e, con essi, anche la volatilità del mercato dei governativi statunitensi. “Tra i beneficiari di questo ambiente figurano le società finanziarie. Con i tassi di interesse bassi e la maggior parte delle banche centrali bloccate in una posizione di allentamento monetario quasi permanente, molte grandi società finanziarie dovrebbero beneficiarne. È vero che le banche tradizionali stanno lottando con i tassi bassi e calo dei margini di interesse netti. Wells Fargo ha riferito che il suo margine di interesse netto è sceso al di sotto del 3% per la prima volta nell’ultimo decennio, tuttavia, le imprese finanziarie coinvolte nelle grandi operazioni nel mercato dei capitali e il fiorente segmento dell’M&A ( fusione e acquisizione) garantiranno ricadute positive” spiega Russ Koesterich. Infatti, grazie ai tassi di interesse ai minimi e i deal delle fusioni in costante aumento, le banche d'investimento dovrebbero generare ingenti profitti. “Vediamo l'ambiente favorevole per questo settore e, di conseguenza, siamo rimasti in sovrappeso sulle grandi imprese finanziarie globali” conclude Russ Koesterich mentre l’Equity Research di Credit Suisse resta convinto che il Giappone possa essere una Borsa ancora molto interessante.
“Il Giappone è stata la nostra più grande posizione azionaria in sovrappeso di quest'anno e nonostante abbia registrato ottime performance alziamo il nostro target sul Nikkei 225 di fine anno portandolo a quota 22.000 punti” fanno sapere gli esperti di Credit Suisse nell’articolo “Giappone, perchè il sole continua a splendere sull’impero”.
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