Mercato immobiliare italiano, investitori esteri in prima fila

1 Aprile 2015 14:25

financialounge
cato immobiliare italiano è tornato a crescere dopo sette anni di continua contrazione, almeno sotto il profilo del numero delle operazioni di compravendita.
Il 2014 ha infatti visto un diverso atteggiamento degli investitori orientati al mattone italiano, in virtù soprattutto dall’accresciuto interesse da parte degli investitori, principalmente esteri, che sono stati particolarmente attivi sul territorio nazionale.
Ora si tratta di individuare se davvero le condizioni attuali rappresentino per il mercato italiano il punto di minimo da cui ripartire oppure se le conseguenze della crisi abbiano trasformato a tal punto gli equilibri interni da rendere le attuali condizioni favorevoli insufficienti per una crescita solida e duratura.
L’andamento dell’economia ha mostrato segni di recupero sul finire del 2014, con una significativa attenuazione della fase discendente, sebbene il risultato complessivo sia stato ancora di contrazione.

Sul versante negativo, è stata penalizzante la debolezza degli investimenti, sia in costruzioni che in beni strumentali, influenzati dagli ancora elevati margini di capacità produttiva inutilizzata.
Sul versante positivo, invece, da registrare la lenta ripresa dei consumi delle famiglie e la tenuta delle esportazioni, aiutate anche dalla debolezza dell’euro in confronti del dollaro. Il sistema creditizio ha allentato le restrizioni di accessibilità, tuttavia la domanda di prestiti da parte delle imprese è rimasta sostanzialmente invariata, mentre quella delle famiglie è aumentata.
La rinnovata fiducia nel sistema Paese e l’interesse dimostrato da parte degli investitori internazionali, orientati principalmente verso gli immobili di qualità, hanno avuto effetti benefici anche sul mercato residenziale, che ha invece una connotazione più domestica ma una quota preponderante all’interno dell’industria immobiliare pari ad oltre l’ottanta per cento del fatturato complessivo.
L’incremento registrato del numero di compravendite, a quota 415mila abitazioni, ha comportato anche un aumento dell’1,2 per cento del fatturato residenziale (pari a 81 miliardi di euro).

A trainare il mercato i capoluoghi e, tra questi,soprattutto Bologna, Genova e Roma. Le quotazioni, al contrario, hanno continuato a registrare una contrazione sebbene differenziata per zone e per qualità dell’immobile. Sono cresciuti i mutui concessi per l’acquisto di un’abitazione con un incremento annuo di oltre il 12 per cento.
Per il 2015 si prevede un incremento delle compravendite fino a 450mila, grazie alla maggiore facilità di accesso al credito. Nello scenario ottimistico, nel 2016 si potrebbero superare il mezzo milione di compravendite. Per quanto riguarda le quotazioni, la crisi ha eroso i valori nominali tra il 15 per cento (zone centrali) ed il 27 per cento (zone periferiche).

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