Contatti

Dan Roberts

Mercato azionario, il ruolo determinante dei dividendi

26 Marzo 2015 10:00
financialounge -  Dan Roberts dividendi Fidelity International mercati azionari
Il 39% in Europa e circa un terzo nel resto del mondo. È questa la percentuale delle performance delle Borse negli ultimi 45 anni attribuibile al contributo delle cedole azionarie. Lo ha confermato uno studio di un importante asset manager tedesco che ha elaborato i dati dei rendimenti degli indici azionari e dei dividendi dal 1970 al 2014.
Dallo studio emerge che le imprese europee pagano cedole molto generose: l’anno scorso, il dividend yield (cioè il rendimento medio da dividendi) dell’indice MSCI Europe si è attestato al 3,3%. Al di fuori del Vecchio Continente le altre regioni geografiche che garantiscono rendimenti da dividendi superiori, rispetto ai titoli di Stato a 10 anni, sono, in particolare, l’Australia, il Brasile, e la Norvegia.
Lo studio consente di dimostrare come i dividendi siano riusciti a migliorare la stabilità e le performance reali di un portafoglio. In passato, soprattutto gli investitori in azioni europee hanno goduto della distribuzione di dividendi notevoli e in alcuni periodi, caratterizzati da forti correzioni di Borsa (1970-1975, 2000- 2005) hanno permesso di compensare parzialmente o almeno di limitare gli effetti delle perdite dei valori dei titoli in portafoglio. Secondo gli analisti, se la BCE riuscirà a raggiungere sia l’obiettivo della crescita economica che il target di inflazione al 2% con le sue ultime misure di politica monetaria, gli investitori saranno ben posizionati con i dividendi azionari.
Per la loro natura difensiva questi titoli offrono un'importante combinazione di rendimenti da dividendi relativamente elevati, volatilità storicamente bassa e protezione da inflazione e deflazione. Non basta, tuttavia, puntare sui titoli che evidenziano un dividend yield alto.
“La promessa di alti rendimenti può essere un falso indizio per gli investitori e un segnale di stress delle aziende” tiene infatti a precisare Dan Roberts, Gestore del comparto FF Global Dividend Fund di Fidelity Worldwide Investment che poi spiega: “Questo è stato il caso di molti titoli del settore finanziario e delle telecomunicazioni negli ultimi anni. Quando un dividendo raggiunge quota 6-8%, aumenta la probabilità che il rendimento non possa essere pienamente sostenuto in seguito. Così, quando osserviamo le azioni che mostrano un dividend yield nominale del 5-7%, esaminiamo attentamente che tale cedola sia sostenibile e, al contempo,valutiamo la probabilità di un possibile taglio dei dividendi”.
Share:
Trending